ATTIVAMENTE: in primo piano “La sostenibile pesantezza dell’esserci”

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Gli slogan adottati dalle Nazioni Unite “Nothing about us without us” (Nulla su di noi senza di noi) per accompagnare la Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità e “Leave no one behind” (Non lasciare nessuno indietro) per l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sono molto di più di un semplice motto da propagandare, come spesso accade, nelle occasioni celebrative.

Essi sono precisi richiami a concetti di democrazia, inclusione e solidarietà che sanciscono la partecipazione diretta delle persone con disabilità nei processi di scelta, di monitoraggio e di programmazione delle future azioni politiche, al fine di affermare i loro diritti senza lasciare tali competenze esclusivamente ad altri.

Ebbene, in questo piano globale di azione tramite il quale tutti sogniamo prosperità e benessere per l’intera umanità, impegnandoci appunto a non lasciare indietro nessuno, nella nostra Comunità sammarinese le contraddizioni iniziano a diventare sempre più evidenti. L’esclusione, infatti, delle persone con disabilità o di chi si occupa di loro (in famiglia o nelle associazioni) dalle decisioni che le riguardano nella vita di tutti i giorni, non solo causa ulteriori condizioni di emarginazione e solitudine, ma dimostra quanto lo stigma, il pregiudizio, le omissioni e i ritardi condizionino ancora le politiche e i servizi sulla disabilità, creando odiose sacche di disparità.

Questo accade a San Marino dove, per esempio, la burocrazia sempre più opprimente e la poca convinzione politica rendono talvolta l’abbattimento delle barriere architettoniche, anche le più semplici, un miraggio; dove non è dato sapere se esiste un Prontuario o Nomenclatore Tariffario, attraverso il quale si possa avere contezza di quali siano i criteri precisi di erogazione degli ausili, che sono indispensabili per l’autonomia delle persone con disabilità; dove l’Amministrazione ritiene che sia necessario, doveroso, etico e dignitoso promuovere la cultura dell’inclusione intesa come esercizio individuale della propria libertà di autodeterminazione e della conseguente scelta di vita da parte delle persone con disabilità, ma che non fa un passo avanti, nemmeno a livello sperimentale, per quanto concerne l’istituzione della figura dell’Assistente Personale per quei soggetti con disabilità gravi e quindi non autosufficienti.

Questi sono solo alcuni esempi per evidenziare, purtroppo, un’incoerenza ancora latente con cui si rischia di continuare a prendere decisioni inadatte per affrontare la sfida del cambio di paradigma, per rimuovere le discriminazioni e per rendere concreta quell’evoluzione di pensiero che vorrebbe vedere le persone con disabilità inserite davvero nel contesto sociale su base di uguaglianza con tutte le altre persone.

A San Marino occorre molta più convinzione rispetto al fatto che le persone con disabilità non debbano essere considerate pesi per la società e servirebbe, altresì, una conoscenza più diretta delle criticità e dei bisogni reali delle persone con disabilità e delle loro famiglie, di quelle situazioni cioè, a cui è urgente dare risposte più consistenti e appropriate e che corrispondono ad una precisa responsabilità con cui San Marino si è impegnato da molti anni a livello internazionale. 

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