Riforma pensionistica, scongiurato il pericolo dell’avvio all’iter consiliare

La ferma reazione dell'Attivo dei quadri CSU di martedì ha impedito, per ora, che l'Esecutivo compisse l'ennesimo blitz

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RSM 30 maggio 2019 – Il progetto di legge di riforma pensionistica non verrà portato in Consiglio nella prossima sessione. È quanto ha assicurato verbalmente la delegazione di Governo nell’incontro di questa mattina con le organizzazioni sindacali sulla riforma pensionistica, che fa seguito al solo incontro del 19 marzo scorso.

Il pericolo che l’Esecutivo, senza confronto e con un testo di riforma pieno zeppo di criticità, avviasse il provvedimento all’iter consiliare era molto grande e concreto, visti anche i recenti blitz attuati dalla maggioranza con gli emendamenti,  fortemente contestati dalla CSU, sulla reintroduzione del forfetario, gli sgravi per le aziende che assumono sammarinesi e il sostegno economico agli over cinquanta; provvedimenti, questi ultimi, che se da un lato sono l’ammissione del fallimento della liberalizzazione delle assunzioni, dall’altro non assicurano per nulla il diritto al lavoro per i disoccupati del nostro paese.

Molto probabilmente a fermare il Governo dal compiere un altro colpo di mano sulle pensioni è stata la ferma reazione dell’Attivo dei Quadri CSU di martedì scorso, che non ha esitato a prospettare la proclamazione dello sciopero generale, qualora il testo fosse andato in prima lettura consiliare.

l’Incontro di questa mattina era presidiato da un nutrito drappello di cittadini, pensionati e lavoratori, che rispondendo all’appello lanciato dalle Federazioni Pensionati e dalla CSU si sono riuniti in un sit-in sotto le finestre di Palazzo Begni con cartelli e bandiere per rivendicare il rispetto delle ruolo negoziale della CSU e per dire no ai tanti contenuti inaccettabili del progetto legislativo, molto simile quello presentato nell’incontro del 19 novembre, che aveva registrato la secca bocciatura della CSU.

Se il Governo, da parte sua, ha rivendicato l’urgenza della riforma, la CSU ha puntualmente replicato affermando che prima di parlare della riforma delle pensioni, che va comunque collocata nel quadro di un progetto di risanamento economico e di  rilancio del paese, di cui non vi è traccia, occorre dare risposte ai quesiti fondamentali che il sindacato pone da tempo.

In primo luogo, da tempo abbiamo posto il problema della stabilità del sistema bancario, per il quale occorre un progetto che ancora non emerge, e questo è estremamente urgente. Al contempo vogliamo sapere se c’è la disponibilità degli oltre 500 milioni di euro dei fondi pensionistici allocati nelle banche sammarinesi. Prima vogliamo le massime garanzie su questi fondi, ha ribadito la CSU, altrimenti la trattativa non può nemmeno partire.

Altro quesito fondamentale a cui si attende risposta, è se il Governo intende confermare il contributo dello Stato previsto per legge; ricordiamo che con la finanziaria 2019 l’Esecutivo ha negato circa trenta milioni dal Bilancio dello Stato ai fondi pensioni, nonostante la ferma protesta e opposizione della CSU.

Queste risorse dello Stato devono essere versate tutti gli anni come prevede la legge; il rischio, peraltro, è che il mezzo miliardo di fondi pensioni depositati nella banche – che già di fatto sostengono l’intero sistema bancario, essendo l’unica riserva di liquidità – possa servire nei prossimi anni a sopperire ai mancati versamenti dello Stato ai fondi pensione, fino ad esaurire le risorse degli stessi Fondi.

Uno scenario inaccettabile e che conferma l’assoluta necessità di ripristinare il contributo statale, recuperando anche le risorse non versate dal Governo nel 2019.

Altro punto interrogativo, è la sorte dei circa 100 milioni, tra primo e secondo pilastro presenti in Banca CIS, le cui prospettive sono ancora avvolte nella massima incertezza.

In generale, la CSU continua a rivendicare il rispetto del ruolo negoziale del sindacato, per ripristinare quelle condizioni minime di democrazia che negli ultimi tempi sono state cancellate dall’azione autoritaria e autoreferenziale del Governo.

CSU

 

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