L’Oms: l’emergenza del Covid-19 è anche psichica. In arrivo ansie e depressioni. Appello della Sip per nuove risorse in Italia

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L’emergenza dettata da Covid-19 è anche psichica. A dirlo in un editoriale, pubblicato su World Psychiatry, è il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. “I sistemi di salute mentale in tutti i paesi devono essere rafforzati per far fronte all’impatto”.

Per Ghebreyesus “qualsiasi successo nell’affrontare l’ansia e l’angoscia delle persone renderà più facile per loro avere la volontà e la capacità di seguire le linee guida delle autorità sanitarie pubbliche”. “Molte persone nel mondo – prosegue – soffrono per la perdita di mezzi di sussistenza e opportunità, coloro che amano una persona affetta da Covid-19 si trovano ad affrontare preoccupazioni e separazione. Alcune si rivolgono ad alcol, droghe o comportamenti potenzialmente rischiosi come il gioco d’azzardo”.

In molti paesi, i servizi di salute mentale nella comunità hanno smesso di funzionare. Tuttavia, oltre il 20% degli adulti di età superiore ai 60 anni ha condizioni mentali o neurologiche sottostanti: essi rappresentano una elevata percentuale delle persone con grave malattia da COVID-19. “Nel suo editoriale – spiega il professor Mario Maj, editor della rivista e Direttore del Dipartimento di Psichiatria dell’Università “Vanvitelli” di Napoli – il Direttore Generale dell’Oms dichiara che la tutela della salute mentale rappresenta una priorità assoluta in questa fase dell’evoluzione della pandemia da COVID-19. In effetti” in Italia “le cliniche psichiatriche universitarie e i dipartimenti di salute mentale stanno affrontando un aumento cospicuo delle richieste di intervento.

Da segnalare in particolare sono i quadri gravi di depressione, con vissuto di insopportabile preoccupazione per il futuro (in diversi casi in rapporto alla situazione finanziaria della famiglia)”.  Nella fase del dopo-lockdown ci saranno sempre più pazienti con disturbi mentali e sempre meno psichiatri e operatori sanitari in grado di curarli. In Italia sono “trecentomila pazienti in più, tra coloro che soffrono di ansia post-traumatica per i lutti, le perdite, il danno economico e l’incertezza per il futuro, svilupperanno disturbi psichici e faranno richiesta di aiuto ai servizi di salute mentale.

I primi segnali di questa ondata stanno già investendo la rete di assistenza con un preoccupante impatto. È un aumento di un terzo rispetto ai 900mila già a carico dei servizi di tutta Italia che, se non affrontato subito e con interventi concreti, rischia non solo di peggiorare le condizioni di assistenza, ma anche di condurre il tessuto sociale a una grave sofferenza psichica, con un rischio concreto di aumento della povertà. A questo pesante bagaglio si dovranno poi aggiungere le anomalie comportamentali di abuso di alcol e sostanze, di cui non c’è ancora un quadro completo”.

È questa la poco confortante previsione dalla Società Italiana di Psichiatria, denunciata da Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda, presidenti SIP. “Senza salute mentale non può esserci ripresa e la ripartenza deve correre in parallelo con la centralità del benessere psichico, tenendo conto dell’incremento esponenziale dei disturbi dell’adattamento, con ansia e depressione, conseguenti alla pandemia – proseguono di Giannantonio e Zanalda – Nella fase di crisi del Covid-19 è stata, ovviamente, più rilevante la salute fisica ma ora l’emergenza principale è la salute mentale che, come sottolinea il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, se affrontata con successo renderà più facile per le persone anche aderire e mettere in pratica le direttive anti-contagio delle autorità sanitarie pubbliche.

La ricostruzione delle macerie sanitarie ed economiche non può dunque prescindere dalla cura delle ferite psichiche, senza la quale il tessuto sociale sarà molto provato, con un rischio di aumento della povertà – avvertono gli esperti – Per questo la SIP chiede di inserire, prioritariamente, nell’agenda del Governo e delle Regioni, proprio la cura dei disturbi mentali, con lo stanziamento immediato di almeno 40 milioni di euro per l’assunzione di 800 psichiatri e la diffusione della telepsichiatria”. “Le risorse aggiuntive che il Governo sembra voler destinare in queste ore alla sanità devono coprire anche quest’esigenza – precisano di Giannatonio e Zanalda –.

Sarà inoltre necessario un percorso di telepsichiatria diffusa che consenta di raggiungere un maggior numero di persone mantenendo in sicurezza operatori e pazienti, che così devono spostarsi meno e ridurre il numero delle potenziali occasioni di contagio. Una delle cose positive della gestione del lockdown è stata l’apertura ai supporti digitali audio e video che vanno ulteriormente implementati, insieme alla ricetta elettronica”. “Occorre che le aziende sanitarie investano in queste tecnologie e che gli operatori vengano addestrati adeguatamente – concludono gli esperti –. Per la formazione la SIP sta predisponendo corsi appositi per tutte le professionalità”.

Giampiero Valenza

 

 

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