Montanari (CDLS): “No alla scorciatoia dell’austerity”

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Il Segretario CDLS Gianluca Montanari a tutto campo: “Per uscire da questa doppia emergenza, sanitaria ed economica, il Paese ha bisogno di un orizzonte di obiettivi comuni e condivisi. Ha bisogno di stringere un patto sociale per salvaguardare lavoro e imprese. Il sindacato ha il dovere di provarci fino in fondo”.

E’ unn lungo botta e risposta quello pubblicata ieri (lunedì 21 dicembre) dal quotidiano sammarinese Repubblica

Segretario, sull’utilizzo dei 10 milioni dal Fondo di Riserva Previdenziale la CSU si è divisa:la CDLS a favore e la CSdL contro. Cosa è successo?
“Pur rispettando la posizione della CSdL, per fortuna la Centrale Sindacale Unitaria non è una caserma dove c’è un capo che impartisce ordini e quindi capita di fare valutazioni e scelte diverse. La CDLS è assolutamente convinta di avere fatto la scelta giusta: utilizzare le risorse del Fondo di Riserva per far fronte alla crisi di liquidità e assicurare la regolare liquidazione delle pensioni. Una scelta giusta e coerente, dal momento che il Fondo di Riserva è stato creato per far fronte alle emergenze. Siamo insomma di fronte a polemiche che non portano da nessuna parte. Semmai, in nome della massima trasparenza e correttezza sull’utilizzo delle risorse, la CSU deve fare un passo avanti e battersi unita per creare una sorta di ‘gestione separata’ delle risorse del primo pilastro previdenziale, attraverso anche una ristrutturazione del bilancio dell’ISS”.

A proposto di garantire la liquidazione delle pensioni, come affrontare il tema più volte annunciato della riforma del sistema previdenziale?
“E’ prioritario il risanamento ed il rilancio del sistema bancario che passa anche attraverso una gestione efficiente della mole di NPL. I dissesti sinora emersi nel settore bancario, senza che peraltro sia stata finora accertata alcuna responsabilità, stanno prosciugando le casse pubbliche. In questo scenario diventa molto complicato affrontare il grande tema delle riforme, da quella previdenziale a quella fiscale. Ulteriore elemento di criticità è l’assenza di un piano di sviluppo credibile e sostenibile, in grado di far ripartire a pieno ritmo imprese e occupazione. Senza questi presupposti non c’è davvero spazio per progetti riformatori di ampio respiro, ma resta solo la solita ricetta a base di tagli al welfare, austerity e nuove tasse. Non si possono confondere le riforme con i tagli draconiani e la macelleria sociale”.

Ma senza tagli e nuove tasse, come pensate di affrontare il debito, uscire dalla crisi e rilanciare l’economia?
Purtroppo le ricette che vediamo circolare in questi giorni hanno ben poco di originale e ricalcano il solito copione fatto di spending review e di innalzamento della pressione fiscale che colpisce i soliti noti: lavoratori e pensionati. Credo sia indispensabile porre mano ad una seria riforma dell’IGR che faccia emergere le enormi sacche di evasione ed elusione, sarà necessario affrontare il passaggio dalla monofase all’IVA, se è propedeutica a richiamare nuove investimenti e avendo cura di non penalizzare famiglie e consumatori. Non credo che la tassazione straordinaria o improbabili prelievi forzosi siano gli strumenti idonei a risolvere i nostri problemi.
Piuttosto che intervenire taglieggiando stipendi e pensioni, credo sia indispensabile incrementare le entrate con politiche di sviluppo che attraggano nuovi investitori ed aziende all’interno del Paese. Vanno semplificati e potenziati gli incentivi per i nuovi insediamenti e protetto il nostro tessuto imprenditoriale che finora ha saputo resistere alle crisi economica e sanitaria. Ultima in ordine, ma non per importanza, la questione legata all’associazione di San Marino all’Europa: è ormai il momento di definire questo importante passaggio e quindi aprire il Paese, le Istituzioni ed il sistema economico alle opportunità del mercato unico europeo ed alle sfide che tutto ciò comporterà.

Al Governo avete chiesto più confronto ed una Legge di Bilancio non preconfezionata: quali sono i nodi da sciogliere?
Anche quest’anno siamo alle solite: cambiano i Governi ma non cambiano le modalità di confronto con il Sindacato. Si ripete il solito teatrino fatto di decine di emendamenti che spuntano come funghi durante l’iter di approvazione consiliare della Finanziaria. La CDLS ha chiesto un cambio di rotta e la possibilità di un continuo e costante confronto tra prima e seconda lettura: purtroppo anche stavolta il confronto è stato limitato ed insufficiente. Le nostre maggiori preoccupazioni riguardano l’indebitamento dello Stato che avviene senza un credibile ‘Progetto Paese” che abbia l’obiettivo di rilanciare l’economia e l’occupazione, generando sviluppo e dando ossigeno alle entrate dello Stato.

Il prossimo anno la CDLS celebrerà il suo 16° Congresso. Quali sono i temi e le proposte che saranno al centro di questo importante appuntamento?
Non nascondo la preoccupazione che l’emergenza sanitaria rischi di far slittare il nostro congresso, in calendario per il 17-18 e 19 Marzo prossimi. Il titolo che accompagna l’appuntamento congressuale esprime la nostra determinazione e volontà di cambiamento, che si racchiude in tre parole: ‘Trasformare San Marino’. La sfida che abbiamo di fronte sono i mutamenti sociali, economici e tecnologici nell’era della pandemia. Per la CDLS si dovrà ripartite, tutti assieme, dal lavoro, dal welfare in una ottica ‘green’ ed all’insegna della sostenibilità e della tutela ambientale e del territorio. Sono convinto che San Marino abbia al suo interno le capacità, le risorse umane e le energie sociali ed imprenditoriali per vincere queste appassionanti sfide.