Emissione Titoli di Stato: relazione del Segretario Gatti in Commissione Finanze

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La seduta odierna della Commissione consiliare Finanze e Bilancio si apre in comma comunicazioni con l’intervento del Segretario di Stato Marco Gatti sull’aggiornamento rispetto all’emissione dei titoli di Stato sul mercato interno e sullo stato della liquidità. In particolare, “la liquidità dello Stato al 31 marzo ammonta 56 mln di euro- spiega- un valore al di sopra delle proiezioni effettuate, avendo già pagato i 150 mln di debito Cargill a dicembre”. Poter contare su una certa somma “ci dà il tempo per valutare strategie e di andare sul mercato interno con soluzioni graduali e non più in un unica soluzione”. Sono quindi in corso dei confronti con Abs, prosegue il Segretario, per valutare il collocamento di parte di 50 mln di euro “con titoli a scadenza anche annuali e con condizioni di mercato a livello di costo di interesse per lo Stato più favorevoli”. Parimenti “abbiamo preso in esame di fare, con una parte dei 50 mln, anche titoli da 5 anni a interesse variabile, ma bloccando il costo dello Stato con swap”. Si sta quindi valutando come “mixare” gli interventi, chiarisce, per uscire a breve con i primi titoli.

La seduta è continuata con l’apertura del comma 3, e la lettura da parte del Segretario Gatti dela “Relazione Tecnica – Programmatica di indirizzo” sui progetti di legge dell’introduzione della “Carta dei diritti del contribuente” e della “Riforma dell’Imposta Generale sui Redditi”.

Introducento la relazione, il Segretario conferma la tabella di marcia che porterà alla riforma: oggi la presentazione alle forze politiche e, nella prossima settimana, alle categorie economiche e finanziarie, “per ricevere indietro dei contenuti e per arrivare prima dell’estate a definire il progetto e possibilmente a concludere il progetto”. Gatti auspica infatti che a settembre, alla visita Article 4 dell Fmi si possa arrivare con questa riforma, e non solo, già promulgata. “Sarebbe rilevante- sottolinea- che all’Article 4 si possa arrivare con tutte e tre le riforme- Igr, pensionistica e mercato del lavoro”, Inoltre, “il governo non ha interesse ad andare avanti a testa bassa in un muro conro muro, ha interesse a confrontarsi- manda a dire- ma vero è che le scelte vanno fatte e il governo deve avere coraggio di farle”.

Come da ordine del giorno, la sessione pubblica è stata poi interrotta per procedere in seduta segreta alla prosecuzione del’audizione dell’Amministratore unico della Società di Gestione degli Attivi ex Bns S.p.A. (in breve “SGA”) sull’ “avanzamento delle attività”.

Prima di chiudere la seduta della mattina, si sono ripresi i lavori in modalità pubblica, per un breve dibattito sulla relazione tecnica sull’Igr consegnata in Commissione dal Segretario di Stato con cui si è chiuso il comma. I lavori riprenderanno nel pomeriggio con l’esame dei due progetti di legge della Segreteria di Stato per l’Industria.

Estratto degli interventi in seduta pubblica

Comma n.1 Comunicazioni
Marco Gatti, Sds per le Finanze e il Bilancio
Sull’emissione dei iitoli di Stato ‘interni’, da gennaio sono intervenuti fattori di novità, abbiamo rallentato. E’ in corso il confronto con le associazioni bancarie, si stavano ipotizzando varie soluzioni, poi il fattore “guerra in Ucraina” ha influenzato anche questi mercati. La liquidità dello Stato al 31 marzo ammonta 56 mln di euro, un valore al di sopra delle proiezioni effettuate, avendo pagato i 150 mln di debito Cargill a dicembre. Questo ci dà il tempo per valutare strategie e di andare sul mercato interno in soluzioni graduali e non più in un unica soluzione. Ci confrontiamo quindi con Abs se collocare parte dei 50 mln di euro con titoli a scadenza anche annuali e con condizioni di mercato a livello di costo di interesse per lo Stato più favorevoli e più liquidi per chi deve investire. Così come abbiamo preso in esame di fare, con una parte dei 50 mln di euro, titoli da 5 anni a interesse variabile. ma bloccando il costo dello Stato con swap. Valutiamo dunque se mixare gli interventi e prossimamente pensiamo di uscire con i primi titoli.
La collocazione a un anno è di più facile collocazione, ma non si sposa bene con le attuali disposizioni dello Stato, quindi sarà necessario intervenire con un apposito provvedimento per gestire al meglio il debito pubblico. Sarà fatto un provvedimento di legge, in esame in Parlamento e in Commissione dopo l’estate, in modo che il prossimo anno sarà più facile gestire titoli di breve durata. L’ipotesi è di avere una legge quadro che delimita i limiti con cui emettere o riallocare debito pubblico e dall’altro definisca la procedura più snella per l’emissione tecnica del titolo, come avviene in altri paesi. Pensavo di uscire con le emissioni dei titoli a un anno sul debito interno, per favorire la collocazione del risparmio.
Nicola Renzi, Rf
E’ opportuno fare il punto, da un lato, sulla liquidità dello Stato, quanto sulla prospettiva che il governo si è dato, e valutare la situazione attuale, pensando alla guerra in Ucraina e alle ripercussioni che può avere su di noi. Pare paradossale, vedendo le atrocità che abbiamo davanti, ma è necessario farlo, considerando che le ripercussioni su di noi sono molte. Intanto c’è l’inflazione galapponte che ha una forte ricaduta sulla vita su di noi. In talia +6-7%, mentre molti contratti di lavoro dipendente in generale sono fermi da anni a San Marino, sono tempi preoccupanti. Lei Segretario dice che ci sono 56 mln di euro di liquidità- bene- ma siamo in marzo, in aprile ci sono le liquidazioni e i trattamenti di fine rapporto nel pubblico impiego e la liquidità andrà a restringersi ulteriormente. Mi piacerebbe sapere quando ci sarà un nuovo incontro con il Fmi per il monitoraggio. Io penso, diversamente da lei, che la situazione della liquidità sia invece preoccupante e non rosea, se pensiamo anche alla scandenza di Banca Cis da onorare in estate nei confronti degli obbligazionisti. Preoccupazione poi, c’è anche per la possibilità di ripartenza.
Ci sono poi tante altre preoccupazioni, come per Rtv, ricordo il combinato disposto di ciò che è successo in una commissione parlamentare, in Italia, e ciò che si è visto a Striscia la Notizia, non mi ha messo di buonumore. Sono altre spese consistenti che rischiano di mettere in gioco l’esistenza della nostra Rtv, mi piacerebbe sapere quali sono state le reazioni del governo e se si arriverà alla ratifica. Credo noi abbiamo già portato in ratifica l’accordo. Non è bello vedere l’altro paese che lo blocca. Il parlamento italiano ratificherà l’accordo in base al quale noi gli stiamo cedendo le frequenze? E’ una risposta doverosa. Altra cosa, le aziende dei servizi, i loro bilanci sono un’altra grande ripercussione. La liquidità che oggi ci fa stare tranquilli diventerà un incubo. A fronte di tutte queste preoccupazioni ci si aspetterebbe, dopo due anni e mezzo di governo, di avere una traiettoria delineata sullo sviluppo e sulla ripartenza. Invece diventa stucchevole leggere sui giornali le polemiche tra le varie forze di maggioranza- Motus liberi e Rete (o Rete Desk che non sappiamo cosa sia). Oggi c’è un progetto di sviluppo che è costato al governo e su cui un Segretario di Stato si è impegnato e ci piacerebbe sapere su questo progetto cosa succede.
Luca Boschi, Libera
Anche io chiedo al Segretario e alla maggioranza: a che punto del cammino siamo?In approvazione di bilancio, il Segretario aveva parlato di uno sbilancio di 60 mln di euro in previsione e ci aveva detto che si sarebbe ‘blindato’ con la possibilità di emissioni titoli per 150 mln di euro, nel frattempo aveva assicurato che sarebbero state portate le riforme necessarie per ridurre il debito di 50 milioni di euro annuali e senza l’accensione di nuovi debiti. Ci dice oggi che siamo a 56 mln di euro di liquidità, dopo aver saldato Cargill, ci sono dei prossimi impegni, ma quel margine ci vuole. La mia prima domanda è perché non sono stati ancora emessi i 50 mln di euro di debito interno? E ancora di riforme non ne abbiamo parlato, se arriviamo a novembre senza interventi la strategia di corprire il debito non porterà sicuramente alla ripartenza.
Stefano Giulianelli, Pdcs
Il dato della liquidità è un dato oltre le migliori aspettative e va letto in maniera oggettiva sulla base delle prospettive di entrate e uscite che- così come hanno evidenziato Renzi e Boschi- lo Stato dovrà registrare da qui ai prossimi mesi. Tuttavia per la situazione di liquidità è importante sottolineare l’importante obiettivo raggiunto dalla nostra Banca centrale in ambito dell’accordo sottoscritto con Bce in merito all’aggiornamento delle linee di credito.
Rispetto alla scelta che il governo sta valutando per il collocamento di 50 mln di euro in titoli di debito pubblico interno, condivido la previsione di individuare i titoli obbligazionali con scadenza annuale e tassovariabile per creare un appeal maggiore all’interno del nostro mercato e per far sì che le emissioni siano sottoscritte con più favore dai nostri piccoli risparmiatori. E’ necessario anche l’intervento di costruzione di una legge quadro sul debito.
Emanuele Santi, Rete
Le misure adottate sono stati interventi importanti che oggi ci danno una certa tranquillità- il Sds Gatti ci ha detto che abbiamo 56 mln di liquidità in cassa- ma non possiamo diminuire l’attenzione rispetto altre situazioni. Le scadenze ricordate, soprattutto quella delle obbligazioni di Banca Cis, dei 55 mln che scadranno a luglio, è un dossier della maggioranza. Siamo a consapevoli che a fronte tutto quanto è stato fatto, c’è ancora del lavoro da fare perché la situazione bancaria e debitoria è molto gravosa. Credo non vada allentata l’attenzione, ci sarà una prima emissione di titoli interni con un tasso minore, dobbiamo tenere alta l’attenzione rispetto quanto ci siamo detti. Gli oltre 300 mln di euro di buco generato da banca Cis mi auguro in parte sia neutralizzato da azioni risarcitorie che portino a far pagare il dissesto a chi lo ha generato e le notizie di ieri del rinvio a giudizio fanno ben sperare.
Michela Pelliccioni, Dml
Condivido ci siano necessità sul collocamento del titolo interno, e condivido la scelta, favorevole ad un risparmio relativo agli interessi, rinnovo anche la richiesta di effettuare valutazioni sul ricollocamento del debito estero, per avvantaggiarci sul tasso di interesse.
Non vedo al momento una bagarre all’interno della maggioranza, ma un richiamo nel poter trovare la sintesi in una strada già avviata. Cè una delibera del congresso di Stato su un progetto. Qui non c’è una partita già giocata, ma tutta da giocare e che al momento deve trovare una propria sintesi e partecipazione.
Andrea Zafferani, Rf
Credo ci sia poco da esultare sul dato della liquidità. A me rattrista invece come sono stati presi soldi a prestito, che tra due anni dovremo restituire. E temo che la patata bollente della rinegoziazione del debito sarà passata al prossimo governo. Rattrista vedere come sia stato usato debito pubblico in spesa corrente e senza usi remunerativi in prospettiva. Le riforme potrebbero essere elementi per utilizzare risorse prese a debito, ma capitolo riforme è negli auspici. Curioso di capire riferiemtno che farà segretairo comma successivo se venisse concretizzata riforma fiscale sarebbe elento di reposnaiblità ed efficacia. Sul fronte della spesa vedo che si fa molta più fatica a intervenire in termini di riduzione.
William Casali, Pdcs
Sulla parte relativa a Rtv, nel corso del programma satirico è stato citato il contributo, quando non si è fatta nemmeno menzione delle frequenze cedute, era facile fare strumentalizzazione così, ma è un programma satirico e tale resta. Esprimo ringraziamento del Segretario sul riferimento per la liquidità. È giusto intervenire con la legge quadro, per il processo di emissione dei nuovi titoli. Sono soddisfatto dell’attuale livello di liquidità del paese, dopo tutte le vicissitudini, or possiamo affrontare i prossimi passaggi, non dico con serenità, ma con un migliore approccio. Ricordo poi che l’intervento sulle emissioni di titoli pubblici è stato fatto per la conversione del debito esterno in interno ed è stato possibile introdurre un nuovo strumento di cui potranno usufruire altri governi.

Comma 3 Relazione Tecnica – Programmatica di indirizzo ai progetti di legge dell’introduzione della Carta dei Diritti del Contribuente e della Riforma dell’Imposta Generale sui Redditi presentata dal Segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio

Marco Gatti, Segretario di Stato per le Finanze
Rispetto alle domande fatte sul Fondo monetario: è un advisor del governo per le politiche finanziarie da prendere in considerazione. In questi giorni è in visita a San Marino, in delegazione ridotta, a settembre è previsto l’Article four. E’ arrivato ieri e ci stiamo confrontando sugli aggiornamenti rispetto al bilancio di previsione. E’ una visita fortemente richiesta da noi, anche in presenza, per confrontarci anche sulle scelte strategiche riferite alla gestione del debito.

Il nostro paese, che in passato aveva un debito completamente interno, sostenuto da un’economia trainante e chiaramente che non condizionava le politiche del paese.

Nel momento in cui, a partire dal 2010, l’economia è andata in crisi, perché è stata colpita la parte finanziaria e questa crisi ha iniziato a generare debito pubblico, poi ci sono state le risoluzioni bancarie, in cui lo Stato, per salvaguardare i depositanti, correttamente ha deciso di intervenire e tutto ciò ha iniziato a pesare in maniera rilevante. Ricordate che il giudizio del Fondo per tanti anni era ‘debito insostenibile’? Perchè la valutazione del rischio sul paese era tale da non avere prospettiva. Le scelte che ha fatto poi il governo, di rompere questo legame tra debito interno, quindi banche e depositanti, nei confronti dello Stato, è stata una scelta che oggi ha visto cambiare il giudizio del Fondo. Il nostro debito oggi è definito ‘sostenibile’ e hanno addirittura innalzato la possibiltià di fare debito rispetto il passato. Perchè il rischio viene suddiviso con player esterni e c’è possibilità per lo Stato di poter recuperare liquidità anche attraverso finanziatori esterni. Questo è diventato un elemento di valore. Chiaro che oggi il nostro paese per il debito esterno paga un costo maggiore rispetto quello del debito interno. Oggi la gestione migliore che uno Stato può fare è di tenere un equilibrio possibile tra debito interno ed estero, per contenere i costi finanziari. Se siamo ad aprile e ancora non è stato emesso il titolo, è perché le scelte fatte da governo e imprese- dopo due anni di chiusure e graduali riaperture, hanno permesso alle imprese di riprendersi. Quando si parlava di restrizioni, iniziare a parlare di riforme sarebbe stato controproducente. Oggi, malgrado l’elemento inaspettato della guerra, che ha ripercussioni anche importanti, come è stato sottolineato, e non va preso sotto gamba, io credo che siamo nel momento per iniziare a impostare le riforme e possibilmente, nel 2022, di fare le riforme.

In questo comma è prevista la presentazione della relazione che è il frutto di un’analisi fatta sulla base dei dati, che ha portato alla valutazione di una serie di interventi possibili presentati oggi alle forze politiche e, nella prossima settimana, alle categorie economiche e finanziarie, per ricevere indietro dei contenuti e per arrivare prima dell’estate a definire il progetto e possibilmente arrivare a concludere il progetto. Sarebbe rilevante che all’Article 4 si possa arrivare con questa riforma e con tutte e tre le riforme a cui stanno lavorando anche i miei colleghi, con le riforme promulgate. Il governo non ha interesse ad andare avanti a testa bassa, vero è che le scelte vanno fatte e il governo deve avere coraggio di farle. Sulle riforme non saremmo mai tutti d’accordo, ma il governo è nato proprio con l’obiettivo di portare stabilità di bilancio, questa stabilità arriva proprio dalle riforme Igr, pensionistica e del mercato lavoro, che da un lato devono rendere più stabili i fondi pensione e dall’altro dare possibilità di sviluppo. Obiettivi assolutamente da centrare.

(Il Segretario dà lettura della corposta Relazione, distribuita ai commissari, che non è attualmete reperibile on line)

Andrea Zafferani, Rf

Segretario, le auguro ‘buona fortuna’, su alcune proposte, in particolare, fatte in maniera simile nella precedente legislatura. Allora è venuto fuori il dramma per l’equiparazione dei redditi pensionati e dei lavoratori, per esempio. Ci sono poi cifre interessanti sulla tassazione media sia di pensionati e lavoratori, che è sempre utile avere.

Ci sono idee che considero ragionevoli: lavorare sull’indennità di anzianità, che è tassata pochissimo, e trovo intelligente il meccanismo di deducibilità delle spese modulate in base al reddito, che consente anche a chi ha più di 40 mila euro di spese di avere, in corso l’anno, motivo di documentarle. Ad oggi, dopo i 9000 euro previsti, non c’è più motivo per documentarle. Da tempo penso che andrebbero fatte scaricare tutte le spese in territorio secondo delle percentuali e in base alla rilevanza della spesa. Così è comunque una idea migliorativa. Intelligente anche l’abbattimento forfettario modulato. Non ho capito invece cosa vi aspettate di ricevere in termini di cifre dall’abbattimento delle passività deducibili. Sulle persone fisiche è intelligente il discorso di incentivare i consumi in territorio, l’equiparazione della tassazione lavoratori-pensionati, ho dubbi sulle passività deducibili, in particolare sulle spese mediche, qual è il limite fissato?. Mentre riportare la minimum tax: speravo fosse un meccanismo superato, meglio lavorare sul controllo.

Giovanni Zonzini, Rete

Sono contento perché il Segretario ha messo nero su bianco la data di deposito del pdl tra maggio-giugno. Ritengo l’impostazione sia corretta, andare a operare sulle spese deducibili che vanno rimodulate. Aspettiamo più chiarezza nel pdl, anche in funzione al reddito. Attualmente è possibile abbattere fino all’80% degli affitti, per esempio, per tutti, a mio avviso questo andrebbe rimodulato in base al reddito. E’ poi importante riuscire a incrociare le dichiarazioni dei redditti anche poi con indicatori di consumo che diano indicazioni del tenore di vita. Sono elementi centrali quindi: l’aumento della progressività, anche in questa riforma, andando a limitare gli abbattimenti in modo progressivo, in funzione del reddito, e dall’altro inserire u ‘alert’ nel sistema tributario dove si registrino parametri da far ipotizzare ‘stranezze’ nelle dichiarazioni dei redditi. I lavoratori non possono essere chiamati a fare sforzi, se non si mettono in campo strumenti atti ad accertare gli effettivi redditi di chi non sia lavoratore dipendente o pensionato. Questo govenro e questa maggioranza hanno il diritto e dovere di fare scelte anche impopolari, ma necessarie a garatire la tenuta dei conti pubblici, garantendo equità e giustizia sociale, secondo il principio che chi più ha, più paghi.

Replica del Segretario di Stato Marco Gatti

Non sono state fatte previsioni di entrata perché il documento indica linee di intervento, poi a seconda di come si interverrà, sposterà poi l’ipotesi di entrata, volendo partire dal confronto preliminare, cercando di capire le posizioni -che saranno anche distanti tra operatori economici rispetto quelle del mondo sindacale- ritengo prima di tutto sia importante approcciarsi su una linea di intervento, dopo di chè prima di portare a compimento una riforma vanno fatte le previsioni di attesa e di entrata. Noi pensiamo una riforma debba puntare a 20-25 milioni di entrate, se no, non sarebbe una riforma.

Sulla Smac: è un elemento di deducibilità della base imponibile, anche rilevante, abbatte la base imponibile in modo significativo. Il principio di Zafferani sarebbe il top: si deduce percentualmente, ma è completamente inapplicabile. Il discorso dei controlli: ho messo nella relazione che vanno potenziati, vanno creati programmi più sosfisticai in ambito per rilevare anomalie, ma dobbiamo dire che se abbimao 1600 contribuenti in perdita, che uffici dobbiamo avere per verificarli? Servirebbe una struttura così importante che quello che riusciamo a recuperare è meno dei costi… Dal mio punto di vista dobbiamo trovare un meccanismo che possa garantire allo Stato di avere comunque una entrata e poi vanno fatti i controli, ma se poi i soggetti si mantengono a quei livelli, vanno controllati, anche se si introduce una imposta minima. Sulle passività deducibili: non abbiamo indicato come intervenire, ogni passività è a sé. Dobbiamo togliere quello che possono essere dei vantaggi fiscali che non sono propri. Vorrei capire anche da parte delle associazioni di categoria, rispetto alle ipotesi prese in considerazione, quale sia il loro punto di vista.