DOMANI – Motus Liberi: sulla giustizia e’ ora di partire con le riforme

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Da tempo ribadiamo che, se si parla di giustizia, si parla anche di sviluppo economico e coesione sociale. C’è un collegamento stretto tra buon funzionamento della giustizia e crescita economica: il gruppo consiliare di DOMANI – Motus Liberi, nel dibattito relativo al comma giustizia, ha nuovamente ribadito questo principio che deve rimanere ben chiaro.

La certezza del diritto e il buon funzionamento dell’autorità giudiziaria rappresentano, infatti, veri e propri fattori di competitività per tutti gli operatori economici che possono scegliere di investire nella Repubblica di San Marino: il nostro ordinamento giuridico deve essere snello, comprensibile, efficace ed accessibile, per agevolare la crescita delle aziende già presenti sul territorio e rendere il nostro Paese più interessante per validi investitori dall’estero.

Il nostro contesto economico, invece, da tempo versa in condizioni oltremodo critiche e che necessita di interventi urgenti, a garanzia di stabilità e certezza nelle regole che è chiamato ad applicare. Oggi – è triste dirlo e sembra paradossale – in questo Paese pare più al sicuro chi le regole le infrange, di chi le regole le rispetta. Lo troviamo inaccettabile.

Relativamente ai problemi della giustizia in senso stretto, abbiamo sempre – e sempre continueremo, come su ogni altro tema ed in ogni sede – espresso le nostri opinioni e posizioni in base a quello che abbiamo ritenuto essere l’interesse della Repubblica, della nostra Repubblica, con buonsenso e responsabilità.

Il programma di Governo della XXX legislatura è molto chiaro, in materia di giustizia: autonomia della magistratura (condizione essenziale per garantire il diritto di ogni cittadino a vedere la propria causa esaminata da un giudice non soggetto ad alcun tipo di pressione, né interna allo stesso potere giudiziario, né esterna), separazione e bilanciamento tra i poteri (che devono poter operare nel pieno delle loro prerogative senza ingerenze e senza prevaricazioni), rispetto delle raccomandazioni fornite dagli organismi internazionali, con i quali deve sempre esserci un confronto costante e produttivo.

Un confronto che invece, riteniamo, debba cominciare a cambiare a livello interno: se allo scontro e ai toni accesi si sostituiscono il senso di responsabilità e l’interesse comune, i contenuti della riforma che si andranno ad elaborare saranno certamente validi. Ciò a vantaggio del clima politico, del Tribunale e dell’intero sistema Paese.

È da troppo tempo che i problemi della Giustizia – seppur ben noti a tutti quanti – rimangono irrisolti. Da decenni si parla della necessità di una riforma del codice di procedura penale.

In alcuni uffici – forse a causa dell’aria tesa che si respira in quegli ambienti – non c’è più sufficiente personale, e nonostante gli sforzi e l’impegno di coloro che sono rimasti, i rallentamenti sono importanti. Per quanto tempo ancora tutto questo deve durare?

Dietro all’impressionante numero di procedimenti dichiarati prescritti o da troppo tempo in attesa di sentenza ci sono vite, sofferenze, violenze o ingiustizie subite. A pagarne le conseguenze, purtroppo, è tutta la cittadinanza.

È il momento di procedere con l’elaborazione delle proposte di riforma, che vista la delicatezza dei temi toccati dovranno necessariamente essere ponderate, equilibrate ed il più possibile.

c.s. – San Marino 24 settembre 2020/1720 d.F.R.

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