Infermieri di San Marino “confinati”

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Infermieri. Si cambia. Competenze, responsabilità e professionalità sono requisiti fondamentali di chi svolge una qualsiasi professione. Ancor di più, riteniamo, in chi opera in campo sanitario perché ogni cittadino, in ogni momento, deve poter ricevere l’assistenza sanitaria migliore possibile e che sia ovviamente qualificata, sicura e professionale.

Per poter parlare di “salute prima di tutto” ci vogliono persone, professionisti sanitari, specificamente formati, aggiornati continuamente e anche riconosciuti giuridicamente come tali.
Vogliamo allora puntare l’attenzione sulla figura dell’infermiere che rappresenta una fetta numericamente molto importante nel sistema della sanità di ogni Stato. La situazione all’interno di San Marino ha visto crescere la specializzazione di tale figura come nel resto del mondo occidentale, con sempre più riconoscimenti e assegnazione di responsabilità, soprattutto negli ultimi anni.
Va tuttavia evidenziato, come l’apertura all’esterno del territorio, non sia affatto favorita o facilitata e anzi trova forti ostacoli.
L’IPASVI (il Collegio degli infermieri) delle province italiane consentiva agli infermieri sammarinesi l’iscrizione all’Albo professionale (che non è altro che un elenco pubblico, anagrafico e con annotazioni relative a eventuali provvedimenti disciplinari). L’iscrizione all’Albo, in Italia, è resa obbligatoria da una legge del 1994 e tale iscrizione è requisito indispensabile per svolgere sia nel pubblico, sia nel privato, su tutto il territorio italiano, la professione di infermiere, pena il reato di “esercizio abusivo della professione”.

E l’attestato di iscrizione al Collegio competente è richiesto da ogni ente pubblico o privato al momento dell’assunzione, ma anche per partecipare a concorsi pubblici, per accedere a Master di specializzazione e addirittura per l’adesione come operatori umanitari sanitari a progetti e programmi internazionali come quelli di “medici senza frontiere”.
Dal 2014, purtroppo, i collegi IPAVSI italiani, in base a una direttiva del Ministero della Salute, non possono più accettare e quindi iscrivere all’Albo professionale gli infermieri che non hanno un domicilio/residenza nel territorio di competenza. Di fatto non è più possibile accettare infermieri residenti nella Repubblica di San Marino, unica eccezione il rinnovo dell’iscrizione a chi era stato iscritto prima della circolare del 2014.
Allo stato attuale, quindi, i laureati sammarinesi in sciente infermieristiche non possono iscriversi ad alcun collegio italiano, non essendoci in Repubblica un organismo equivalente all’IPASVI, ma solo una associazione infermieristica che purtroppo non ha la valenza richiesta dalla norma italiana.
«Come Associazione Infermieristica di San Marino – spiegano i componenti dell’associazione – da tempo stiamo collaborando con la segreteria di Stato alla Sanità per l’istituzione dell’Ordine professionale degli infermieri. Si tratta di un progetto ambizioso che risolverebbe la totalità di queste anomalie che, per esempio, non riguardano i medici sammarinesi che rientrano e beneficiano invece dell’Accordo di buon vicinato tra Italia e San Marino del 1939.
L’impossibilità di iscriversi all’Albo italiano preclude agli infermieri sammarinesi la possibilità di ulteriore specializzazione, perché impedisce appunto l’iscrizione ai Master universitari e sono di fatto numerosi i sammarinesi rimasti esclusi. Come di recente si registra anche l’esclusione di un infermiere sammarinese dal partecipare a un progetto umanitario internazionale di Medici senza frontiere».
Attualmente, per gli infermieri sammarinesi laureati dopo il 2014, l’unica possibilità di lavoro è interna alla Repubblica altrimenti si è costretti a emigrare, prendere residenza fuori confine, con aumento di spese, lontananza dalle famiglie; questo è necessario anche per proseguire nella specializzazione della professione e solo per la mancanza di un foglio che attesti l’iscrizione a un elenco.

«Siamo grati per l’interessamento della Segreteria di Stato alla Sanità presso il Ministero della Salute – concludono i componenti dell’associazione – per superare questo ostacolo, ma riteniamo che sia ormai doveroso far conoscere anche alla cittadinanza questa problematica. Siamo  convinti che grazie all’aiuto e al sostegno di tutti, si potrà riuscire a trovare un’adeguata soluzione che possa consentirci di crescere, specializzarci, accrescere la nostra professionalità e poter partecipare a progetti umanitari, mentre dei “cavilli” burocratico-legislativi, seppur legittimi, di fatto ci “confinano” all’interno del nostro confine».
Il Direttivo dell’Associazione Infermieristica

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