Coronavirus: in Cina 60 milioni di persone ‘ai domiciliari’

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Il presidente Xi Jinping era a conoscenza dal 7 gennaio dell’emergenza del coronavirus, a dispetto di un primo intervento ufficiale di 13 giorni dopo, del 20 gennai. Intanto la Cina inasprisce le restrizioni per combattere l’epidemia nell’Hubei, provincia focolaio. A sessanta milioni di persone è stato chiesto di non uscire da casa (salvo emergenze) e l’uso di auto private è stato vietato a tempo indeterminato. Solo una persona per ogni famiglia potrà uscire, ogni tre giorni, per fare la spesa mentre negli edifici sarà aperto un ingresso, sorvegliato per garantire che solo i residenti entrino o escano. Tutti gli esercizi commerciali restano chiusi, ad eccezione di farmacie, hotel, alimentari e servizi medici.

 Sale a 1.670 morti in Cina il bilancio delle vittime. Taiwan ha annunciato oggi la prima vittima provocata dal nuovo coronavirus: si tratta, riporta il Global Times, di un uomo di 61 anni che soffriva anche di diabete ed epatiti B. Le persone decedute fuori dalla Cina sono finora cinque: oltre a Taiwan, in Francia, Hong Kong, Filippine e Giappone. I casi di contagio confermati sono 69.266.  Altri 70 casi di positività sulla nave da crociera Diamond Princess ferma in quarantena in Giappone, mentre si avvicina la fine dell’incubo per i 35 italiani a bordo. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha annunciato che è stato predisposto per loro un aereo. Mentre è iniziata l’evacuazione dei passeggeri statunitensi. 

Fonte ANSA

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