Il Segretario Ciavatta, facendo riferimento alla decisione presa dall’Italia di chiudere ogni attività produttiva non “essenziale” ricorda che intorno a tutto quello che è il settore alimentare, farmaceutico e di ogni altro bene di prima necessità ruota un settore produttivo indispensabile. Pertanto non si potrà mai parlare di chiusura totale: il Segretario ricorda anche che la Repubblica di San Marino ha da sempre, ma in particolar modo nell’ultima settimana, vigenti norme molto più restrittive rispetto a quelle italiane, ricorda gli uffici della PA chiusi come le attività al dettaglio, le officine, i meccanici e questo anche per il settore produttivo.
La CSU ha fatto già pervenire una richiesta al Congresso di Stato, chiedendo di uniformare le restrizioni dell’attività produttiva sammarinese a quella italiana: il Segretario Ciavatta ritiene comprensibile la richiesta del sindacato, ma ci tiene a precisare anche che, qualora ciò avvenisse, non si potrà più parlare di una Cassa Integrazione al 30% ma di zero: la poca disponibilità dello Stato è rivolta principalmente nei confronti del sistema sanitario, dunque si tratterebbe di un nuovo provvedimento con restrizioni non agevoli per il lavoratore.
Per quello che riguarda il farmaco proveniente dal Giappone, il Favipiravir, del quale sia stampa che media online scrivono molto ultimamente, poichè pare infatti che abbia avuto buoni risultati sugli ammalati coronavirus (pur non essendo farmaco specifico) il Segretario afferma che sono già stati presi contatti con il Giappone.
L’azienda che lo commercializza, la Fujifilm Holdongs mantiene al momento la disponibilità del prodotto per le esigenze interne del Paese, ma la Segreteria agli Esteri si è già attivata per conoscere se esista una possibilità di reperire per altra via tale farmaco – ovviamente sempre in modo regolare – in quanto la Repubblica di San Marino potrebbe importarlo senza restrizioni, contrariamente alle altri nazioni.
