Venezia, la Biennale presenta i suoi 79 artisti

Per San Marino parteciperanno Martina Conti, Gisella Battistini, Gabriele Gambuti e Thea Tini

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79 gli artisti invitati, tra i quali due italiani (Ludovica Carlotta, che vive a Barcellona, e Lara Favaretto), alla 58ª Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia, dal titolo “May you live in interesting time”, a cura di Ralph Rugoff.

Per San Marino parteciperanno Martina Conti, Gisella Battistini, Gabriele Gambuti e Thea Tini.

La manifestazione sarà aperta al pubblico dall’11 maggio al 24 novembre, tra i Giardini della Biennale e l’Arsenale, con tre giorni di pre-apertura dall’8 al 10 maggio. Sono 90 le partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia, con quattro paesi presenti per la prima volta: Algeria, Ghana, Madagascar e Pakistan. Mentre la Repubblica Dominicana e la Repubblica del Kazakistan partecipano per la prima volta alla Biennale Arte con un proprio padiglione.

Il padiglione Italia. All’Arsenale, promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e curato da Milovan Farronato, presterà tre artisti: Enrico David, Liliana Moro e Chiara Fumai. Numerose le manifestazioni collaterali e gli eventi previsti durante i mesi dell’esposizione.

I padiglioni nazionali. Rappresenterà la Francia l’artista multimediale Laure Prouvost, mentre la Germania espone Natascha Süder Happelmann, il Regno Unito Cathy Wilkes, l’Olanda Iris Kensmil e Remy Jungerman, la Spagna Itziar Okariz e Sergio Prego, gli Stati Uniti Martin Puryear, la Svizzera Pauline Boudry e Renate Lorenz e il Portogallo Leonor Antunes, Israele Aya Ben Ron, gli Emirati Arabi Uniti all’Arsenale Nujoom Alghanem, la Cina tre artisti: Chen Qi, Feijun, He Xiangyu e Geng Xue. Solo per citarne alcuni.

Il presidente. “Il titolo di questa mostra – ha detto Paolo Baratta – può essere letto come una sorta di maledizione nella quale l’espressione ‘interesting times’ evoca l’idea di tempi sfidanti e persino minacciosi. Ma può essere anche un invito a vedere e considerare sempre il corso degli eventi umani nella loro complessità, un invito che ci appare particolarmente importante in tempi nei quali troppo spesso prevale un eccesso di semplificazione, generato da conformismo o da paura”.

Il curatore. “La differenza tra “arte e propaganda? La prima pone domande, l’altra impone un’idea”. Ralph Rugoff prende spunto e titolo da un falso anatema cinese sui “temi interessanti” diventato “vero” nelle citazioni di illustri politici, da Chamberlain a Kennedy, sgombera il campo sulle possibile letture di una mostra che ha ridotto gli artisti invitati, 79, e parla, forse per la prima volta almeno nei numeri, al femminile, con 43 donne, di cui due italiane, e 38 uomini (compresi i due eventi collaterali). Per Rugoff, “l’arte non esercita le sue forze nell’ambito della politica. Per esempio, l’arte non può fermare l’avanzata dei movimenti nazionalisti e dei governi autoritari, né può alleviare il destino dei profughi in tutto il pianeta” (circa l’1% – dice – della popolazione mondiale), ma in modo indiretto “forse l’arte può offrire una guida che ci aiuti a vivere e pensare in questi ‘tempi interessanti’”. “May you live in interesting times” è la “provocazione”, come l’ha definita il presidente della Biennale Paolo Baratta, attorno a cui si svilupperà il percorso espositivo della mostra, dove gli stessi artisti, a creare di fatto due sezioni, presenteranno opere, tra loro anche contraddittorie o difficili da ricondurre allo stesso artista, tra il Padiglione Centrale ai Giardini e gli ampi spazi dell’Arsenale, in una visione che richiama la composizione musicale. È della musica unire motivi e strumenti diversi e così – nell’immagine offerta da Baratta – Il primo spazio diviene un “pianoforte”, il secondo carico di storia e di tensioni ideali un “violoncello”. Una Biennale senza un tema centrale, ma dove le opere e gli artisti, nel quadro di una ricerca di dialogo e confronto con il visitatore caro a tutte le ultime edizioni a “regia” Baratta, parleranno anche di migranti, di squilibri economici tra chi ha
tanto e chi ha niente, di responsabilità individuali e collettive, di sessualità, di ricerca di nuovi spazi nel cosmo per il futuro dell’uomo, di realtà subatomiche e tanto altro. A fare sintesi, una mostra che offre spunti attorno alla funzione
sociale dell’arte che include “sia il piacere che il pensiero critico. La mostra si concentrerà sul lavoro di artisti che mettono in discussione le categorie di pensiero esistenti e ci aprono a una nuova lettura di oggetti e immagini, gesti e
situazioni”.
Baratta, richiamando il filo rosso che unisce le Biennali sotto la sua presidenza, la prima 20 anni fa, ha parlato di “critiche di breve respiro” in risposta a chi guarda solo al pubblico in dei giorni del vernissage o pensa al mercato, ha ricordato l’aumento dei visitatori – “il nostro principale partner” – con oltre il 50% sotto i 26 anni. “La nostra missione – ha spiegato – è semplice anche se non facile: offrire agli artisti un luogo di dialogo il più libero possibile e ai visitatori un intenso incontro con l’arte”. Una “palestra aperta” all’insegna del “dialogo” – parola che ricorre spesso negli interventi del presidente e del curatore – dove “si possono sentire ingaggiati in incontri con le opere e gli artisti, nello scoprire direttamente ‘l’altro da sé’ che l’opera d’arte offre”. E l’offerta è quanto mai ampia, sommando i 90 padiglioni nazionali agli eventi speciali e a quelli
collaterali.

Gli eventi collaterali. Sono 21 gli Eventi Collaterali ammessi dal Curatore e promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali senza fini di lucro. Organizzati in numerose sedi della città di Venezia, propongono un’ampia offerta di contributi e partecipazioni che arricchiscono il pluralismo di voci che caratterizza la Mostra. Invece per i progetti speciali realizzati dalla Biennale di Venezia vi sono il Progetto Speciale Forte Marghera, Mestre, nel quale è stata invitata Ludovica Carbotta da Ralph Rugoff per un intervento specifico all’interno dell’edificio chiamato Polveriera austriaca. Per il Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate è l’artista chiamata a esporre all’Arsenale nelle Sale d’Armi Marysia Lewandowska. Il progetto si rinnova per il quarto anno consecutivo, è frutto della collaborazione tra La Biennale e il Victoria and Albert Museumdi Londra.

Gli sponsor. La Biennale d’Arte è realizzata anche con il sostegno di Swatch, Partner della manifestazione, Main Sponsor è illycaffè. Sono sponsor anche JTI (Japan Tobacco International), Artemide,Vela-Venezia Unica e Seguso Vetri d’Arte.

Fonte Il Sole 24ORE

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