Quando Ho Chi Minh difendeva il Titano

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Torna alla luce un capitolo dimenticato della storia del piccolo Stato incastonato tra la Romagna e le Marche: dalla repubblica dei lavoratori socialcomunista del ’47 con tanto di sanità gratuita, riforma agraria e matrimonio civile, al colpo di stato del 1957 orchestrato da Dc e Stati Uniti, fino al paradiso fiscale odierno.

Un’isola rossa in mezzo a un mare democristiano. La San Marino del 1949 era così, saldamente in mano a un’alleanza social-comunista che tentò di farne una repubblica dei lavoratori. Sessantuno chilometri quadrati circondati da territorio ostile. Difficile resistere con Mosca come stella polare e un embargo targato Dc che strangola il commercio e schiaccia la politica. Eppure la sinistra sammarinese capitolerà solo nel 1957, schiacciata da un colpo di mano a base di corruzione e blindati italiani. Inutili gli appelli del leggendario Ho Chi Minh, che dall’altro capo del mondo si preoccupava per la sorte del Titano.

Alla fine il denaro e le minacce ebbero la meglio e l’anomalia San Marino fu “normalizzata”. A raccontarci quegli anni – e non solo – Claudio Visani, classe 1957, giornalista e scrittore. Dalla sua penna e per i tipi di Pendagron è stato da poco pubblicato Gli intrighi di una Repubblica. San Marino e Romagna: ottant’anni di storia raccontata dai protagonisti. Una storia sconosciuta ai più per un libro che parte dalla clamorosa vittoria dei comunisti e dei loro alleati, nel 1949, e arriva al 2011, quando a scrivere di San Marino sono di solito i giornalisti che si occupano di mafia, evasione e riciclaggio di denaro sporco.

Il Fatto quotidiano.it/Emilia-Romagna

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