Caso Siri: indagine a Milano nei confronti del sottosegretario per la palazzina acquistata a Bresso

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Non accenna placarsi lo scontro sul sottosegretario ai trasporti Armando Siri. Il M5s continua a chiederne le dimissioni mentre il leader del Carroccio Matteo Salvini, anche alla luce del muovo caso che riguarda l’acquisto di una palazzina a Bresso dice: “Possono aprire tutte le inchieste che vogliono, io sono assolutamente tranquillo. Se a Siri viene contestato di avere un mutuo, è un reato che stanno compiendo alcuni milioni di italiani che pagano la rata del mutuo”. Il caso Siri per il vicepremier Luigi Di Maio “si poteva risolvere molto prima con le dimissioni invece di portare il governo in questa baraonda. Se non si dimette prima andremo in Cdm, probabilmente si voterà, il M5S ha la maggioranza, e voteremo per la decadenza. Poi dal giorno dopo non saremo noi a chiedere una crisi di governo”. E rincalza: “Io non riesco a comprendere come il leader di una forza politica al governo stia difendendo da tre settimane una persona che ha avuto un comportamento indecente. Io queste cose non le capirò mai” precisa Di Maio.

Mentre emerge un nuovo caso che lambisce il sottosegretario leghista Armando Siri a due giorni dal Consiglio dei ministri nel quale si dovrebbe discutere delle sue dimissioni è scontro aperto tra Movimento Cinque stelle e Lega sulla vicenda.

L’indagine sulla palazzina – La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sul caso dell’acquisto da parte del sottosegretario Armando Siri di una palazzina a Bresso, nel Milanese, attraverso un mutuo di 585mila euro acceso con una banca di San Marino.

In particolare, sull’inchiesta relativa all”acquisto di una palazzina da parte di Siri, Salvini si dice “assolutamente tranquillo”.  “Possono aprire tutte le inchieste che vogliono – afferma -. Se a Siri viene contestato di avere un mutuo, è un reato che stanno compiendo alcuni milioni di italiani che pagano la rata del mutuo”.

Fonte ANSA

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