La CSU al fianco delle lavoratrici One Gallery

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È emblematico l’8 marzo delle lavoratrici dell’One Gallery da sei giorni in sciopero per un diritto fondamentale: essere pagate a fine mese. La CSU ha così deciso di consegnare alle dipendenti dell’outlet di Dogana un mazzo di mimose: “Un piccolo gesto di solidarietà e di sostegno nei confronti di chi sta lottando per difendere un grande valore: la certezza del  futuro”.

Su 67 dipendenti dell’One Gallery, le donne sono 58. “Numeri che simbolicamente ricalcano le difficoltà occupazionali di San Marino – spiega la Centrale Sindacale Unitaria –  dove la maggioranza delle persone iscritte alle liste di collocamento al lavoro sono ancora donne. Per la precisione, su un totale di 1.399 disoccupati i maschi sono 421 e le femmine 978, con un tasso di disoccupazione del 12% per le donne e del 5% per gli uomini. Un’evidente, quanto inaccettabile, disparità di genere”.

E l’otto marzo è anche la vigilia della scadenza di pagamento della seconda mensilità non pagata, quella di febbraio. “Da parte dell’azienda, a partire dal primo azionista Jarno Trulli, il silenzio è totale”, fanno sapere i segretari della Federazione Servizi, che sono a stretto contatto con i dipendenti dell’outlet. “Dopo la proclamazione dello sciopero ad oltranza e  due sit-in davanti a Palazzo Pubblico nessun amministratore si è fatto vivo. Nessun segnale sulla disponibilità a saldare i salari arretrati e nessun piano sul futuro del centro commerciale”.

Qualcosa invece si muove sul fronte politico, con la prossima uscita di un decreto da parte del Segretario di Stato al Lavoro. “Decreto –  sottolinea la FULCAS-CSU – che dovrà in tempi rapidi accelerare la possibilità dei dipendenti dell’One Gallery di accedere agli ammortizzatori sociali attraverso le dimissioni per giusta causa”.

 

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