Il trenino della discordia divide gli operatori

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San Marino. C’è chi il trenino lo vorrebbe abolire, c’è invece chi lo vuole. C’è chi ha un grande risentimento nei confronti del Segretario di Stato, che non avrebbe rispettato gli impegni presi con i rappresentanti delle categorie, e c’è invece chi approva il suo operato. La questione è piuttosto complessa, perché il trenino – che già negli anni passati aveva diviso gli animi – in qualche caso facilita i turisti, e di conseguenza gli operatori che si trovano sul suo tragitto; negli altri casi li penalizza. E con la crisi che stringe da anni, che fa chiudere i negozi, che azzera gli incassi, è facile prendere fuoco. Per questo sono state promosse due raccolte firme: una per abolire il trenino, una invece per confermarne l’operatività. Ci vorrebbe la saggezza del re Salomone per dirimere la questione. La stagione estiva sta cominciando adesso e sarebbe opportuno cominciarla serenamente. Non con frasi pungenti che fanno male da una parte e dall’altra. OSLA ha a cuore gli interessi di tutti gli operatori e comprende le ragioni che hanno mosso l’USC. L’economia sammarinese ha bisogno dell’accordo e della condivisione, non di battaglie, che spesso non fanno il bene di nessuno. Tra le altre cose è stata avanzata la proposta di consentire al trenino di fare un’unica sosta, alla Porta del Paese, senza fermarsi a raccogliere gente un po’ ovunque. Se questa posizione potesse essere oggetto di una nuova trattativa – lo diciamo anche al Segretario di Stato – probabilmente potrebbe essere la mediazione che accontenta le diverse parti. In ogni caso, le istituzioni dovrebbero ascoltare un po’ tutte le esigenze e sostenere tutti i cittadini. Quindi, il consiglio che si sente di esprimere OSLA e di sedersi di nuovo intorno ad un tavolo e fare pace.

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