American Exspress torna valida fino al 31 dicembre 2018

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New York, 19 gen. (askanews) - Anche American Express ha dovuto fare i conti con oneri una tantum dovuti alla riforma fiscale approvata in Usa prima di Natale. Come aveva anticipato a inizio mese, il gruppo delle carte di credito ha annunciato ieri di avere archiviato l'ultimo trimestre del 2017 in perdita, colpa di oneri pari a 2,6 miliardi di dollari legati alla legislazione. AmEx ha inoltre detto di volere sospendere il suo programma di buyback. I dividendi trimestrali invece sono salvi. L'ultima trimestrale firmata dal Ceo uscente Kenneth Chenault, che a fine mese passerà il testimone all'attuale vicepresidente del gruppo Steve Squeri, è stata chiusa con una perdita di 1,12 miliardi di dollari; per l'azienda è stato il primo periodo in rosso da un quarto di secolo. Escluso l'effetto negativo dovuto alla riforma fiscale, gli utili per azione sono stati di 1,58 dollari, 4 centesimi di più rispetto alle stime degli analisti. Nei tre mesi chiusi il 31 dicembre scorso, AmEx ha registrato vendite per 8,84 miliardi di dollari, in aumento del 10% sul periodo ottobre-dicembre del 2016 e oltre le attese del mercato per 8,71 miliardi. Nell'esercizio 2017, AmEx ha messo a segno profitti per 2,7 miliardi di dollari, in ribasso dai 5,4 miliardi del 2016; gli utili per azione sono calati a 2,97 dollari da 5,65 dollari. Al netto della riforma fiscale, i profitti per azione del 2017 sono stati di 5,87 dollari per titolo, in linea alle guidance fornite dall'azienda ad ottobre. I ricavi sono aumentati del 4% a 33,5 miliardi. Chenault ha spiegato che, pur avendo ridotto i coefficienti patrimoniali del gruppo, "la riforma fiscale sarà positiva sia per l'economia Usa sia per American Express. Dato lo slancio delle aziende e i benefici stimati dall'abbassamento dell'aliquota aziendale (al 21% dal 35%) ci aspettiamo di investire fino a 200 milioni di dollari in più nel 2018 rispetto a quanto pianificato per iniziative centrate sulla clientela". Per il 2018, AmEx prevede utili per azione tra i 6,9 e i 7,3 dollari contro le previsioni degli analisti per 7,04 dollari; ipotizzando un risultato a metà di quell'intervallo, l'incremento sui profitti per azione del 2017 sarebbe del 20%. La seduta di ieri al Nyse è finita per il titolo AmEx in calo dello 0,89% a 99,86 dollari. Nel dopo-mercato ha ceduto il 2,56%.

San Marino. Un problema finalmente si risolve. Lo ha annunciato Banca Centrale sul suo sito web: la direzione di American Express ha revocato la decisione di recesso delle carte di credito e di prorogare la convenzione fino a fine anno. Questa la comunicazione ufficiale:

ACCORDO DI ACCETTAZIONE DELLE CARTE DI CREDITO AMERICAN EXPRESS – REVOCA DELLA COMUNICAZIONE UNILATERALE DI RECESSO
A seguito della recente iniziativa di American Express di recedere dagli accordi di accettazione delle carte di credito con gli esercenti sammarinesi convenzionati, la Banca Centrale è intervenuta con l’Istituto di pagamento per comprendere le motivazioni sottostanti a tale decisione.

Effettuati gli ulteriori approfondimenti congiunti, la Direzione-Italia di American Express ha comunicato in data odierna di aver deciso di prorogare gli accordi di accettazione delle carte di credito presso gli esercenti sammarinesi convenzionati sino al 31 dicembre 2018.

Gli stessi esercenti saranno informati a breve attraverso una dedicata lettera di American Express.

Dai microfoni della tivù di Stato, il Segretario Celli plaude al risultato ma parla anche di una soluzione “parziale” da risolvere, trattandosi di una proroga. E annuncia interventi di “carattere strutturale in merito alla gestione dei pagamenti”. Per questo, Governo e Bcsm si metteranno subito al lavoro perché “simili situazioni non avvengano più in futuro”. Sembra che il problema sia nato il 9 febbraio scorso quando la società T-Pay confermò l’operatività dei circuiti Visa e Mastercard. Fonti istituzionali spiegano che American Express (che ha collegamenti con Visa) non sarebbe stata al corrente di una nuova disponibilità di quest’ultima a operare a San Marino.

 

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