Stabilità finanziaria, sostenibilità del debito e riforme strutturali, i consigli del FMI

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San Marino. Due anni positivi, poi però, nel 2017, la brusca frenata per i noti motivi legati al sistema bancario, le cui ombre si dipanano ancora e pesano sulle prospettive di crescita del Paese. Il Comitato esecutivo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha concluso la consultazione di cui all’articolo IV con la Repubblica di San Marino. L’economia sammarinese, spiega il report, si sta lentamente riprendendo. Dopo una lunga e grave recessione che ha portato a una perdita cumulativa di oltre un terzo del PIL oltre il 2008-2014, la crescita è tornata nel 2015 e si è accelerata nel 2016 di circa l’1% a seguito di una maggiore domanda interna ed esterna. Il FMI prevede, nel breve e medio termine, un PIL che dovrebbe registrare un +1,3%. La ripresa, rimarca l’ente internazionale, sarà trainata dalla continua espansione delle industrie e dei servizi non finanziari. Tuttavia, sulle attuali tendenze, il ritmo di crescita non sarebbe abbastanza forte da portare il Paese a livelli di pre-crisi nei prossimi cinque anni, mentre i rischi resterebbero inclinati verso il basso. “Nonostante importanti iniziative recenti per migliorare il contesto imprenditoriale, rimangono aperte le sfide per diversificare l’economia al di là delle attività bancarie e per sostenere una crescita più forte, sempre a supporto della crescita” avverte il FMI. Il sistema bancario continua a fronteggiare elevati prestiti in sofferenza (NPL), bassi accantonamenti e bassa redditività. Sebbene il debito pubblico e il deficit siano stati relativamente bassi, le finanze pubbliche hanno poco spazio per reagire agli shock futuri e mobilitare risorse per politiche di crescita favorevole, dati limitati ammortizzatori e nessun accesso a finanziamenti esterni.

Le finanze pubbliche sono state gestite per limitare il deficit negli ultimi anni, ma il debito pubblico è destinato ad aumentare ulteriormente a causa dei costi di ricapitalizzazione bancaria. Mentre le modalità specifiche devono ancora essere definito, “l’assunzione dello Stato della quantità attualmente segnalata di perdita di eredità di Cassa di Risparmio implica un aumento sostanziale del debito pubblico, che raggiungerà il 57% di PIL, ponendo nuove sfide nella gestione del debito”. Debito pubblico che potrebbe salire ancora “se dovessero materializzarsi alcune passività nella conversione di crediti d’imposta in titoli di Stato”.

Sebbene il costo fiscale della ricapitalizzazione delle banche sia molto incerto, il FMI ha rilevato la necessità di misure fiscali sostenute, tra cui l’aumento delle entrate fiscali attraverso la riforma delle imposte indirette e il miglioramento della qualità e dell’efficienza della spesa. Le misure fiscali pianificate, compresa la reintroduzione di una tassa sul patrimonio, contribuirà ad aumentare le entrate, ma dovrebbe essere completato con misure permanenti. L’ente internazionale si riferisce alla “riforma della tassazione indiretta”, che dovrebbe “svolgere un ruolo centrale” in termini di aumento dei ricavi a medio termine. In questo senso, il FMI recepisce che il Governo “intende introdurre un’IVA entro 2020”, e ha recentemente nominato un esperto gruppo per preparare una specifica proposta di riforma con un disegno di legge da discutere al Parlamento entro la metà del 2018 e approvato entro la fine dell’anno. Dopo aver raggiunto il 10% in anticipo 2016, il tasso di disoccupazione è sceso all’8% circa alla fine del 2017. Il surplus commerciale rimane elevato (al 32% del PIL).

FMI, LE PRINCIPALI RACCOMANDAZIONI

Il Comitato esecutivo del Fondo Monetario Internazionale, dopo aver analizzato il Sistema San Marino, ha raccolto in quattro punti una serie di raccomandazioni politiche.

Settore finanziario: sviluppare e attuare al comparto una strategia coerente. Deve essere completato l’aggiornamento dell’AQR, fondamentale per chiarire il costo della riparazione del settore bancario. Va inoltre ristrutturata la banca più grande per renderla praticabile: banca che deve “cambiare il proprio modello di business e ridurre i costi operativi”, ritenuti piuttosto “elevati”. Il FMI ha poi raccomandato un’accelerazione sulle risoluzioni legate ai Non Performing Loans (NPL). Va infine migliorata la responsabilità e la governance nel settore finanziario, e va rafforzare la struttura e le operazioni della banca centrale, anche per il controllo bancario.

Politica fiscale: sviluppare una strategia fiscale volta a garantire la sostenibilità del debito e sostenere una crescita duratura. Deve essere poi creato uno spazio fiscale attraverso la riforma della tassazione indiretta e una riforma pensionistica mirata. Last but not least, il contenimento della spesa e un miglioramento della sua qualità. Per il FMI poi San Marino deve “sviluppare una capacità di gestione del debito e diversificare le opzioni di finanziamento”.

Politica strutturale: va migliorato ulteriormente l’ambiente aziendale, con un occhio alla riduzione burocrazia: in questo modo, afferma il FMI, si può “aiutare il sistema a diversificare l’economia”. Tra le altre raccomandazioni, l’esortazione a continuare gli sforzi per migliorare la cooperazione internazionale e la trasparenza. Infine, la fornitura dei dati sul Sistema Paese, che deve essere rafforzata.

Consiglio sulla trazione del fondo: l’Asset Quality Review (AQR) lanciato a fine 2016 è diventato obsoleto, ma la banca centrale ha recentemente avviato un aggiornamento per completare la diagnostica. In linea con le raccomandazioni passate, è partito un registro del credito domestico.

La disamina del FMI poi si sofferma sulle liberalizzazioni: “Una parziale liberalizzazione dei mercati del lavoro e degli immobili è stata legiferata, ma la riforma della imposizione indiretta non ha registrato progressi sufficienti.

Il quadro normativo sull’antiriciclaggio (AML) e il combattimento al finanziamento del terrorismo (CFT) ha stato recentemente aggiornato con l’obiettivo di soddisfare gli standard internazionali. Il lavoro ha iniziato a compilare statistiche sulla bilancia dei pagamenti (BOP).

IL PIANO DI STABILITÀ NAZIONALE

Le autorità sammarinesi, prende nota il Comitato esecutivo del Fondo Monetario Internazionale, “stanno mettendo a punto un Piano Nazionale di Stabilità” (NSP) non solo per affrontare in a modo tempestivo, completo e coerente le sfide immediate per il paese ma anche per definire una visione a lungo termine per San Marino. I componenti centrali del Piano Nazionale di Stabilità sono una strategia del settore finanziario per garantire un modello di business sostenibile per il settore finanziario e la sua redditività e sviluppo a lungo termine, nonché un piano di stabilità finanziaria a favore di stabilizzare il sistema bancario e chiudere il previsto deficit di capitale. Inoltre, l’NSP include diverse riforme strutturali per rendere San Marino un luogo dove la facilità di fare business, innovazione e qualità dei servizi sono di livello mondiale.Ovviamente per quel che riguarda le grandi riforme, il Fondo Monetario Internazionale ha una certa esperienza su come poterne attuare.

Sarebbe quindi opportuno valorizzare e fare tesoro dei suggerimenti e dell’aiuto, in particolare sotto il profilo tecnico e professionale – servono interventi calibrati sulle caratteristiche specifiche di San Marino – che il Fondo Monetario Internazionale ci può dare, per uscire il più in fretta possibile da questa situazione di straordinaria difficoltà che il Paese sta attraversando. Sullo sfondo, lo ricordiamo, il prossimo report del “Doing Business” di Banca Mondiale. La raccolta dati terminerà a fine aprile, quindi in anticipo rispetto al passato. Dal documento – che dovrebbe essere presentato in autunno – sapremo se gli accorgimenti messi in campo dal Governo si sono rivelati davvero efficaci per scalare la classifica.

Alessandro Carli – San Marino Fixing

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