19° Congresso CSdL, approvata la risoluzione conclusiva

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San Marino – Il 19° Congresso CSdL, conclusosi nella tarda mattinata di oggi, ha approvato a maggioranza, con due astenuti, la risoluzione conclusiva. Nel pomeriggio resta aperto il seggio per la votazione su scheda del nuovo Consiglio Direttivo CSdL, dopo di che si procederà allo spoglio dei voti. 

Risoluzione Conclusiva 

A conclusione del dibattito svoltosi nelle assemblee sui posti di lavoro, nei Congressi di Federazione e durante i lavori di questa assise, in cui numerosi delegati hanno apportato un ulteriore e apprezzato contributo, il 19° Congresso CSdL approva e fa propri il documento di base e la relazione del Segretario Generale.

I temi dominanti sono stati quelli relativi allo stato dei conti pubblici e della prospettiva di un forte e repentino innalzamento del debito pubblico, che potrebbe condizionare il mantenimento e rafforzamento di elevati standard di protezione sociale, oltre al clima di scontro tra le forze politiche, sociali ed economiche, come mai si era verificato negli ultimi decenni, cui il Governo ha contribuito disattendendo le buone pratiche del confronto e della concertazione.

È di tutta evidenza come il bilancio dello Stato sia condizionato in misura preponderante dagli interventi in favore del sistema bancario, in particolare Cassa di Risparmio.

I lavoratori ed i pensionati esigono di essere ascoltati dalle Istituzioni, avendo come obiettivo la promozione dei propri legittimi diritti, nell’ambito dell’interesse generale della collettività, come dimostrato con lo sciopero generale del 30 maggio scorso indetto dalla CSU, che ha visto la partecipazione di migliaia di persone con lo slogan “Uniti per il Paese”.

Il Congresso, in particolare

RIVENDICA il diritto ad avere le informazioni relative alla patrimonializzazione ed ai crediti non performanti (NPL) degli istituti di credito, al fine di contribuire a predisporre provvedimenti atti a salvaguardare i risparmi delle famiglie e le risorse dei Fondi pensione;

CHIEDE che vengano avviate le azioni di responsabilità verso chi, coscientemente o per imperizia, abbia causato il mancato recupero dei crediti concessi e non restituiti, e che vengano adottate le adeguate azioni legali affinché coloro che li hanno ricevuti vengano chiamati a risponderne; ciò, con particolare – ma non esclusivo – riferimento ai titolari o soci di attività economiche non più operative. Lo stesso deve intendersi riferito ai debitori nei confronti dello Stato e dell’ISS per imposte, tasse e contributi. I lavoratori ed i pensionati, essendo i maggiori contribuenti del bilancio dello Stato, hanno diritto altresì a conoscere chi, a fronte della propria insolvenza, farà sì che la collettività se ne debba far carico;

ESIGE la piena applicazione della riforma tributaria affinché tutte le persone fisiche e giuridiche vengano chiamate a fare il proprio dovere nei confronti del fisco. Le dichiarazioni dei redditi della gran parte delle attività economiche sono inverosimili e gli uffici preposti devono essere messi in condizione di avere le risorse professionali e tecnologiche atte, in primo luogo, a verificare l’attendibilità dei bilanci, unitamente alla rispondenza di questi in rapporto ai patrimoni mobiliari ed immobiliari accumulati dai titolari o soci delle imprese e dai loro parenti. Ciò anche attraverso l’accesso ai movimenti bancari e utilizzando al meglio lo scambio d’informazioni con i paesi con i quali sono stati stipulati specifici accordi che consentono la massima collaborazione. Occorre adeguare ed applicare senza sconti le sanzioni previste, intendendo in tal senso anche una sostanziale riduzione della soglia oltre la quale l’evasione ed elusione fiscale costituiscono reato penale;

RITIENE che il Governo debba fornire dati aggregati sul possesso di patrimoni mobiliari ed immobiliari detenuti dai cittadini direttamente e/o attraverso quote in società, al fine di rendere edotti tutti i contribuenti su quanta e come sia distribuita la ricchezza e per far sì che eventuali interventi straordinari che si rendessero necessari per finanziare lo stato sociale vengano adottati in misura equa e proporzionale. Nel caso, andrebbero comunque salvaguardate le fasce deboli della popolazione e incentivate le imprese che destinano gli utili agli investimenti, piuttosto che distribuirli ai soci. Le informazioni sopra indicate sono altresì indispensabili affinché l’eventuale introduzione dell’ICEE per l’accesso a determinati contributi pubblici non agevoli di fatto chi non è a reddito fisso;

NON CONDIVIDE l’impostazione che il Governo ha dato alla legge di bilancio, basata principalmente su prelievi ai redditi da lavoro e pensione, oltre che sul mancato trasferimento al fondo pensione dei lavoratori dipendenti. La CSdL ribadisce che intende svolgere il proprio ruolo contrattuale sui provvedimenti legislativi che abbiano riflessi su lavoratori e pensionati;

CONSIDERA indispensabile acquisire tutte le informazioni necessarie per valutare fino in fondo l’ipotesi, annunciata dal Governo, di richiedere finanziamenti esteri; ipotesi che può essere considerata solo se emergesse che le risorse interne non sono in grado di far fronte alle esigenze del bilancio dello Stato. In ogni caso, essendo una scelta che ricadrebbe sulle future generazioni, l’eventuale debito estero dovrà essere contratto solo dopo un approfondito dibattito con l’intero Paese, il quale dovrà essere chiamato ad esprimere una chiara e vincolante manifestazione di volontà;

SOLLECITA l’Esecutivo ad affrontare il tema della riduzione della spesa pubblica agendo sugli sprechi – come da esso stesso più volte annunciato ma senza mai entrare nello specifico – piuttosto che sui tagli lineari agli stipendi dei lavoratori, violando altresì il principio secondo cui i contratti si possono modificare solo con il consenso di entrambi i contraenti. Principio del resto già sancito con la sentenza n. 178 del 24 giugno 2015 della Corte Costituzionale in Italia, che poggia sulle convenzioni tra l’OIL e gli stati ad essa aderenti (n. 87, 98,151). Riconfermando la centralità dello Stato nell’erogazione dei servizi essenziali, occorre verificare fino in fondo l’approvvigionamento di beni e servizi da soggetti privati, costo che tuttora pesa enormemente sul bilancio dello Stato, e compiere una valutazione approfondita degli eventuali benefici prodotti dalle esternalizzazioni compiute fino ad oggi, sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo.

RESPINGE le affermazioni ed iniziative che considerano la Pubblica Amministrazione un costo, piuttosto che una risorsa a disposizione dei cittadini e delle imprese. Vanno svincolate dal controllo politico la scelta dei dirigenti e la gestione dei servizi, assumendo parametri oggettivi al fine di riconoscere la professionalità dei dipendenti pubblici.

RIAFFERMA l’inviolabilità del diritto costituzionale alla sicurezza sociale durante tutto l’arco della vita, di cui il bilancio dello Stato dovrà assicurare la piena fruibilità, in particolare nei confronti dei soggetti più deboli. L’assistenza socio-sanitaria deve rimanere pubblica e di eccellenza e, ove non lo fosse, ulteriormente migliorata, adottando tutte le misure necessarie a risolvere le problematiche che si sono verificate negli ultimi anni. In particolare, le liste di attesa vanno riportate a livelli fisiologici, mentre i servizi domiciliari devono consentire a coloro che necessitano di assistenza continuativa di rimanere il più possibile all’interno delle mura domestiche, aiutando le famiglie a prendersi cura dei loro cari. A tal proposito, i principi previsti dalla “Carta dei diritti delle persone anziane” devono essere attuati anche consentendo a chi ne ha bisogno di poter “assumere” i loro congiunti, evitando distorsioni ed abusi, affinché l’assistenza ai familiari sia affidata a persone esterne solo per scelta, e non per necessità.

INVOCA una riforma previdenziale che garantisca un tenore di vita dignitoso per le attuali e future generazioni. Per far questo, le riserve finanziarie accumulate negli anni devono essere gestite con oculatezza sotto la responsabilità principale di chi rappresenta i contribuenti e accompagnate da adeguati interventi del bilancio dello Stato, che consentano una progressiva e sostenibile integrazione dei contributi versati nei confronti di chi ne abbia necessità per affrontare decorosamente l’ultima parte della propria vita. Interventi che vadano a pesare sul reddito dei pensionati potranno essere previsti unicamente in un’ottica di equità e sostenibilità dei bilanci familiari, ed a condizione che a trarne beneficio siano i fondi pensione, ovvero le risorse di coloro che in futuro si collocheranno a riposo. Riguardo alle ipotizzate modifiche dell’età pensionabile, queste non dovranno avere effetto sui cosiddetti “lavoratori precoci” e dovranno salvaguardare chi svolge attività usuranti, eventualmente prendendo a riferimento per la loro identificazione modelli esistenti in altri Paesi. Tali eventuali modifiche dovranno altresì tenere conto delle carriere lavorative frammentate involontariamente e/o dovute ad effettive esigenze familiari. FONDISS costituisce un elemento basilare per il raggiungimento degli obiettivi indicati, ma deve necessariamente essere liberato da vincoli per la gestione degli accantonamenti, al fine di assicurare rendimenti vantaggiosi e costi contenuti.

REPUTA la scuola un servizio essenziale, affinché le nuove generazioni crescano non solo acquisendo le competenze necessarie alla migliore affermazione nell’ambito professionale, ma anche avendo come riferimento l’impegno civile e sociale, il senso del dovere e la consapevolezza dei propri diritti. La lotta al rifiuto del “diverso”, agli egoismi ed alla violenza fisica e verbale, e la cognizione che le Istituzioni democratiche sono un bene collettivo, costituiscono valori irrinunciabili di cui i giovani devono avere coscienza, fin dai primi anni di vita. Le medesime Istituzioni devono altresì mettere in atto azioni e comportamenti coerenti con i principi anzidetti.

RIVENDICA dal Governo l’adozione di un concreto progetto di sviluppo, di cui il Paese ha estremo bisogno, che favorisca le imprese dell’economia reale, basato sulla produzione di beni e servizi ad alto valore aggiunto, in primo luogo per ridurre la disoccupazione, in particolare quella femminile, in un’ottica di pari opportunità. Tale ultimo principio è stato violato dalla cosiddetta “legge sviluppo”, consentendo alle attività economiche di assumere liberamente persone a livelli bassissimi, spesso inferiori alle competenze realmente richieste, e traendo così da esse le risorse destinate alla formazione degli iscritti alle liste di avviamento al lavoro. Ciò costituisce un’inaccettabile forma di sfruttamento legalizzato, addirittura incentivato dallo Stato, la cui conseguenza è che, coloro i quali trovassero lavoro in futuro, dovrebbero teoricamente “ringraziare” altri lavoratori che non avranno beneficiato per intero dei trattamenti previsti dalle leggi e dai contratti di lavoro. Occorre che tale normativa venga modificata, ripristinando il diritto di precedenza per gli iscritti alle liste di avviamento al lavoro, almeno per i livelli medio-bassi, e tolta l’aliquota che le imprese pagano per la libera assunzione di lavoratori non residenti. Se necessario, i nuovi Organismi Dirigenti potranno valutare iniziative di carattere istituzionale, quali il referendum popolare.

ESPRIME invece soddisfazione per l’eliminazione del perenne stato di precarietà in cui versavano i lavoratori frontalieri. Tale risultato premia finalmente anni di lotte di tutto il movimento, svolte in particolare in occasione del rinnovo dei contratti del settore industriale, e rende giustizia a chi, lavorando a San Marino, contribuisce al consolidamento del sistema economico.

RIBADISCE l’esigenza di adottare normative, anche attraverso incentivi alle imprese, che consentano di armonizzare gli orari di lavoro con gli impegni familiari e le attività di carattere sociale e civico, quali il volontariato. Parallelamente, occorre che i servizi pubblici siano organizzati il più possibile in modo tale da consentire di far fronte a tali impegni, permettendo la reale fruizione del diritto al lavoro.

CONDANNA ogni forma di lavoro irregolare; non solo il lavoro nero, ma anche i falsi part-time e gli straordinari non dichiarati, oltre al mancato rispetto dei contratti di lavoro, come la mancata corresponsione delle maggiorazioni previste per il lavoro festivo, domenicale o notturno. Oltre ad una violazione dei diritti dei lavoratori, ciò costituisce anche un considerevole mancato introito fiscale e contributivo. Gli organi ispettivi devono quindi essere dotati di nuovi strumenti, normativi e tecnologici, che consentano di contrastare e ridurre drasticamente questo fenomeno.

PREME affinché la vigilanza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro sia considerata fattivamente dalle Istituzioni come diritto alla prevenzione, mettendo in atto le conseguenti politiche organizzative. La presenza degli RLS nel maggior numero di imprese possibile e l’informazione e formazione dei lavoratori, oltre che di queste figure, deve essere costantemente adeguata al mutare dei processi produttivi;

SOLLECITA l’avvio di una stagione di rinnovi contrattuali, auspicando che ciò consenta un avvicinamento delle condizioni economiche e normative presenti nei settori costituiti prevalentemente da piccole e medie imprese rispetto a quelli storici. La CSdL riconferma la propria vocazione solidaristica verso i lavoratori più svantaggiati e si impegna a favorire le azioni di coinvolgimento di tutto il mondo del lavoro atte al raggiungimento di questo obiettivo.

SOSTIENE con forza lo sciopero generale e quello di categoria dichiarati dall’Attivo dei Quadri sindacali della CSU, in quanto gli elementi di rivendicazione e contenzioso con il Governo devono essere sostenuti da una grande mobilitazione da parte di tutti i lavoratori ed i pensionati.

RIBADISCE compiacimento per l’approvazione della legge n. 59/2016, che conferma la validità erga omnes di un unico contratto di lavoro per ogni settore, attraverso l’accertamento della reale rappresentatività dei sindacati e delle associazioni di categoria, e previo parere favorevole dei lavoratori, da esprimersi attraverso il referendum. Tale modello contrattuale consente una riduzione dei conflitti e costituisce elemento di competitività del sistema Paese;

APPROVA la scelta di avviare i negoziati per la stipula di un accordo di associazione della Repubblica di San Marino all’Unione Europea, ma contesta al Governo il fatto di non avere condiviso con il sindacato e con l’intero Paese le informazioni sullo stato del negoziato. Ciò è particolarmente grave, vista l’importanza della materia e stante l’impegno a sottoporre i risultati al giudizio dei cittadini. Inoltre, il contributo ed il sostegno dei soggetti rappresentativi, peraltro attivi in vari consessi internazionali (CES, CSI e ILO per quanto riguarda la CSdL), può essere di estremo aiuto ai negoziatori.

VALUTA determinante un elevato livello di relazioni con la Repubblica Italiana, che consenta la migliore collaborazione in ambito sanitario,favorisca investimenti di qualità, e permetta di adeguare ed implementare i diversi accordi in essere. Tra questi quello del 1974, relativo alla reciprocità ai fini previdenziali ed assicurativi a fronte di periodi lavorati in entrambi gli Stati, che dovrà consentire a tutti l’utilizzo degli strumenti a sostegno dei disabili presenti nel nucleo familiare.

APPOGGIA pienamente l’azione della Magistratura nel perseguire ogni tipo di reato, con particolare riferimento alle infiltrazioni malavitose, al riciclaggio ed alla corruzione, di cui si è avuta evidenza negli ultimi anni. Il fatto che le forze politiche abbiano preso parte ad una disputa interna al Tribunale, rischia di gettare discredito sull’operato dei Giudici che invece devono lavorare, nell’interesse pubblico, con la massima serenità e con l’appoggio della popolazione, che si aspetta condanne severe nei confronti di chi si fosse macchiato di questi reati.

PLAUDE all’approvazione della legge che regolamenta le unioni civili, con la quale la Repubblica di San Marino si è sostanzialmente allineata a livello internazionale alle più avanzate normative esistenti in materia.

APPREZZA il buon livello di collaborazione in essere con la CDLS, con la quale si continuerà a ricercare la massima unità d’azione. L’approccio unitario ai gravi problemi che il Paese sta affrontando avrà tanta più efficacia quanto più sarà costante il rapporto con i delegati e rappresentanti sindacali e l’intero movimento dei lavoratori e dei pensionati. Gli Organismi Dirigenti che verranno eletti dovranno adoperarsi fattivamente per mantenere e, se possibile, migliorare i rapporti unitari e con i propri iscritti, il cui numero è cresciuto del 5 % negli ultimi quattro anni.

AUSPICA che le Rappresentanze Sindacali siano presenti nel maggior numero possibile di posti di lavoro. Oltre ad adoperarsi fattivamente per cogliere questo obiettivo, la CSdL dovrà altresì fornire loro il massimo supporto, anche con adeguati interventi di carattere formativo, affinché siano in grado di svolgere al meglio il proprio ruolo.

RINNOVA l’invito agli organismi internazionali a farsi promotori di ogni iniziativa utile alla cessazione dei conflitti ed a favorire la cooperazione tra gli Stati. L’obiettivo minimo deve essere quello di abbattere la povertà e consentire l’accesso all’assistenza sanitaria per le popolazioni che tuttora ne sono sprovviste, oltre ad assumere atteggiamenti positivi verso le politiche rivolte ai migranti. Sono encomiabili le organizzazioni umanitarie che quotidianamente si adoperano a questi fini, spesso sostituendosi a ciò che dovrebbe fare la comunità internazionale.

Approvata a maggioranza con due astenuti

 

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