San Marino. C’era già stata nella storia recente, un’altra liquidazione coatta un po’ rocambolesca: quella di Banca Commerciale, poi assorbita da Asset. Quando la stessa storia è toccata ad Asset, sarebbe stato troppo semplice e troppo facile appellarsi alla legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente.

Ma in quest’ultimo caso, anche i non addetti al mestiere avevano visto che le procedure adottate erano simili a quelle dell’elefante che entra nel negozio di cristalli. Ci sarebbe voluti altri modi e altri tempi. Invece tutto è stato fatto troppo in fretta e a, pagarne lo scotto, sin da subito sono stati in parecchi.
I danni di questa scelta sbagliata (dalla messa in liquidazione coatta amministrativa alla fusione di Asset Banca in Cassa di Risparmio) hanno colpito i soci, i clienti, i dipendenti, i fornitori di Asset Banca, ma anche Cassa di Risparmio che ha visto incrementare i propri costi di funzionamento per una raccolta diretta che ha pesatosul proprio bilancio, i costi per nuovi stipendi per i dipendenti assunti, per le consulenza pagate a professionisti che hanno assistito Cassa nell’operazione di fusione, gli ammortamenti per cespiti che non sono utilizzati (uno per tutti l’immobile ex Asset di Gualdicciolo); tutto ciò in uno scenario di contrazione dell’economia che avrebbe suggerito ben altri comportamenti.
Adesso, davvero, si naviga in acque inesplorate. Le ripercussioni sull’intero sistema Paese, di quanto avvenuto, potrebbero essere notevoli, vista la portata della vicenda, toccata anche dall’inchiesta del Giudice Morsiani. Ad un mese dalle udienze di trattazione, il Commissario della Legge Isabella Pasini ha depositato le sentenze riguardanti i due procedimenti amministrativi sull’amministrazione straordinaria e la l.c.a. Entrambi i ricorsi, a quanto pare, sono stati accolti, e Banca Centrale – guidata all’epoca dei fatti da Savorelli e Grais – sarebbe stata condannata a rifondere le spese legali.
Se fossero solo le spese legali, per quanto onerose, la cifra potrebbe non essere impossibile. Ma se è vero che, almeno in teoria, Banca Asset potrebbe riaprire domattina, allora la questione è molto più complessa e delicata. Vanno messe in conto la fuoriuscita di liquidità nelle settimane del commissariamento, la successiva interruzione della parabola di Asset, il trasferimento degli attivi e passivi in Carisp, la perdita di immagine. Oltre all’aspetto economico, con tutti i danni creati da questa operazione, c’è anche la questione della manleva concessa dal governo al cosiddetto cda montepaschiano di Carisp. La qual cosa, va precisato, riguardava solo la fusione e non la liquidazione coatta. In ogni caso è un aspetto da tenere in considerazione. Come sono da tenere sotto attenzione le ricostruzioni della vicenda Asset fatte dal giudice Morsiani nelle sue tre ordinanze.
Nella cronologia del procedimento contro l’amministrazione straordinaria, va inoltre ricordato che lo scorso anno, lo stesso Magistrato Pasini emise ordinanza cautelare di sospensione, negli effetti superata dalla quasi contestuale liquidazione coatta. I fatti avvennero nella stessa giornata, come si ricorderà. La successiva istanza di ricusazione avanzata da BCSM nei confronti della Pasini venne respinta, e il procedimento restò nelle mani del giudice naturale. Sarà molto interessante leggere entrambe le sentenze del giudice Pasini, che dovrebbero essere recapitate entro la giornata di domani, presso gli studi dei rispettivi team di legali. Al momento, da governo e maggioranza, che hanno sostenuto a gran voce tutti i procedimenti di chiusura di Asset, non è arrivato alcun commento.
