Il “caso-targhe”, una svista piuttosto pericolosa

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San Marino. Il Decreto Sicurezza è, insieme al reddito di cittadinanza e al superamento della Fornero, uno dei provvedimenti più pubblicizzati dall’esecutivo italiano a guida “giallo-verde”. E’ impossibile che il Governo della Repubblica di San Marino e la sua rete diplomatica non abbiano mai avuto modo di conoscerne i contenuti, anticipati praticamente da quando c’è il Premier Giuseppe Conte a fare da garante al contratto siglato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Sapevano tutti che c’era questo Decreto, come tutti sanno che la Juventus ha comprato Cristiano Ronaldo. Che poi tutti l’avessero anche letto o avessero cercato di comprenderne davvero le potenziali conseguenze, è un altro discorso. Del resto, perché interessarsi alle leggi di un altro Paese? Solo perché l’Italia è il primo e principale partner commerciale, ci sono solo 6.000 frontalieri italiani che salgono sul Monte Titano ogni giorno e migliaia di italiani risiedono in Repubblica e altrettanti sammarinesi risiedono in Italia? Ma lo stesso vale per la privacy, legiferata a fine anno, quando in Europa il GDPR è entrato in vigore a fine maggio. Accorgersi sempre in ritardo di queste cose è un merito che non vanta solo a questo Governo, il quale però ora è chiamato a risolvere la questione delle targhe sammarinesi velocemente. Non sembrano purtroppo esistere scorciatoie ma si deve rimettere mano al testo italiano: non sarà una cosa facile e la soluzione va trovata prima possibile.

Daniele Bartolucci – San Marino Fixing

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