Stangata per le aziende sammarinesi: aumentano le tariffe del gas

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San Marino. Aumentano le tariffe del gas per le aziende sammarinesi, che a partire dal 1 febbraio dovranno tenere conto della nuova struttura deliberata dall’Autorità di regolazione per i Servizi Pubblici e l’Energia. A fronte dell’aumento dei costi di approvvigionamento e distribuzione del gas sostenuti dall’Azienda Autonoma dei Servizi, che passa da 0,2479 €/m3 a 0,28001€/m3, sono state definite le nuove tariffe valide dal 1 febbraio 2019 al 31 dicembre 2019. Gli scaglioni dei consumi mensili sono rimasti gli stessi dell’anno precedente, mentre l’importo delle tariffe è aumentato, nonostante sia stato ridotto il fattore di ricarico percentuale, che nel 2018 -relativamente ai diversi scaglioni- erano pari a 20%, 15% e 10% mentre per il 2019 sono stati dimezzati.

LE RICHIESTE DELL’AASS ERANO ANCORA PIÙ ALTE

Come noto, l’Autorità istituita con Legge n. 120 del 20 novembre 2001, ha il compito di stabilire “le variazioni annue delle tariffe dei singoli servizi” sulla base di una “proposta documentata di aggiornamento che il soggetto esercente il servizio ha l’obbligo di trasmettere”. In questo caso è l’AASS, che ha fatto richiesta con lettera prot. n. 00233/82 del 17 gennaio 2019, per una variazione della struttura tariffaria Gas tecnologico primario, che si riassumono in una modifica strutturale della tariffa del servizio gas. Aumentare il P0, ovvero il costo del gas naturale determinato sulla base di proiezioni di mercato da AASS, che per l’anno 2019 viene fissato a 0,28001 €/m³, mentre prima era di 0,2479 €/m³. E mantenere invece invariati il R0, il fattore di ricarico percentuale decrescente al crescere delle quantità di materia prima consumata, che per i tre scaglioni previsti, rimarrà rispettivamente pari al 20%, 15% e 10%; e la S0, la quota di contribuzione espressa in €/m³ destinata alla copertura dei costi gestionali del servizio, che rimarrà fissata a 0,08.

L’AUTORITÀ DIMEZZA IL FATTORE DI RICARICO

“Dall’esame della documentazione proposta dalla A.A.S.S. all’Autorità”, si legge nella delibera, “i evince che la richiesta di variazione della struttura tariffaria è giustificata dalla necessità dell’A.A.S.S. di far fronte ai recenti aumenti dei costi legati ai propri processi di approvvigionamento e distribuzione del gas; tale necessità trova corretto riscontro nella proposta di variazione del costo unitario di base (P0)”.

L’Autorità ritiene “però che, contestualmente, l’esigenza di un progressivo miglioramento della struttura dei costi di produzione delle imprese sammarinesi che si approvvigionano dall’A.A.S.S. per competere sul mercato globale giustifichi anche una peraltro già prevista diminuzione del fattore di ricarico percentuale (R0) finora applicato”. Per questo ha ritenuto “corretto accogliere parzialmente la proposta di variazione della tariffa gas tecnologico primario avanzata dalla A.A.S.S.”: via libera alla richiesta di variazione del costo unitario P0 proposta dalla A.A.S.S., ma non alle altre. L’Autorità ha infatti ritenuto “altrettanto opportuno applicare dal 1° febbraio 2019 la già prevista variazione del fattore R0 = fattore di ricarico percentuale, decrescente al crescere delle quantità di materia prima consumata, come riportato nella delibera n. 4 del 4 dicembre 2017. Di fatto ha dimezzato la percentuale, che sarà per i tre scaglioni, rispettivamente 10%, 7,5% e 5%.

NESSUN PASSO AVANTI VERSO LA LIBERALIZZAZIONE

L’aumento del gas riapre un tema molto caro alle aziende manifatturiere e non solo, ben rappresentate dalle istanze di ANIS che da anni cerca di superare il regime di monopolio di AASS sugli energetici, come invece è accaduto ormai in tutta Europa. Ma non a San Marino, dove lo Stato impone ancora oggi l’obbligo alle aziende di rifornirsi unicamente e direttamente al solo soggetto AASS, con la conseguenza di pagare di più per un bene fondamentale come il gas: costi maggiori che dovranno poi essere ripianati sul ciclo produttivo, togliendo punti alla competitività. A maggior ragione se si pensa che nel contesto europeo il mercato è stato completamente liberalizzato.

Nella Repubblica di San Marino, invece, la possibilità di rifornirsi esternamente è data solo alle imprese più energivore, che consumano oltre 2 milioni di m³ di gas, una soglia dieci volte più alta (200mila) di quella fissata oltre dieci anni fa in Italia. Il gap che le imprese sammarinesi devono subire, inizia a diventare pesante e il tema è fermo da anni sui tavoli dei vari Governi che si sono susseguiti.

Daniele Bartolucci – San Marino Fixing

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