Decreto “Salva Banche”, la CSU chiede la sospensione della ratifica consiliare

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San Marino – Sul Decreto Salva Banche, la CSU oggi ha inviato una lettera al Congresso di Stato e tutti i Consiglieri con cui chiede la sospensione dello stesso Decreto e l’apertura di un confronto sullo stato del sistema bancario.

“Dopo le note vicende che hanno interessato Banca CIS – ha scritto la CSU – con l’amministrazione straordinaria ed il successivo blocco dei pagamenti, il Governo ha provveduto in gran fretta ad emanare un Decreto Legge – il n. 16 del 25/01/2019 – che introduce “misure urgenti a sostegno di operazioni a tutela del sistema finanziario”. In realtà per ogni crisi bancaria cui abbiamo assistito, il Governo protempore in carica ha provveduto ad emanare Decreti Legge, sempre più generosi nei confronti delle banche sopravvissute ma che – stranamente – non prevedevano vincoli stringenti di ricapitalizzazione nei confronti dei soci degli istituti di credito né tantomeno decise e vincolanti azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori e dei collegi sindacali delle banche in dissesto, ivi compreso l’annullamento della prescrizione per gli eventuali reati commessi.

Il Decreto Legge 16/2019 – emanato il 25 gennaio scorso e la cui ratifica è stata inserita, con gran sollecitudine, all’ordine del giorno del corrente Consiglio Grande e Generale – prevede un ulteriore ampliamento dell’intervento e delle garanzie dello Stato a carico della collettività, senza introdurre alcun obbligo di ricapitalizzazione correlata all’intervento pubblico, senza sfiorare il tema delle azioni di responsabilità per amministratori e sindaci e senza disporre che le quote di controllo della proprietà delle Banche sammarinesi possano unicamente essere detenute tramite persone fisiche o giuridiche sammarinesi e non tramite fiduciarie estere.

Dobbiamo prendere atto, purtroppo, dello strano ed imbarazzante silenzio della politica tutta rispetto ai contenuti di questo Decreto Legge: e pensare che sono molti e rilevanti gli elementi degni di attenzione e di informazione alla cittadinanza. Non è ammissibile che il disco verde all’indebitamento dello Stato avvenga tramite Decreto Legge, senza una ampia e preventiva condivisione con tutte le forze sociali e politiche sammarinesi.

Per la Centrale Sindacale Unitaria va stigmatizzato l’ambito di applicazione delle norme previste dal Decreto, retroattive fino a 10 anni, che ricomprende quindi tutte le operazioni di salvataggio dal 2009 ad oggi, estendendo i benefici in maniera insostenibile. Discutibile poi quanto previsto riguardo all’acquisizione di attività, passività o pacchetto azionario di controllo di banche anche in stato di liquidazione coatta amministrativa: se può avere un senso l’intervento pubblico in caso di amministrazione straordinaria per consentire il rilancio dell’azienda, francamente non si comprende a cosa serva quando la banca è già in liquidazione.

Per la CSU un altro elemento critico del Decreto, degno della massima attenzione, è la possibilità per lo Stato di costituire depositi pubblici presso la banca acquirente in deroga alla Legge 25/1993 ed all’Art. 40 comma “c” della Legge 96/2005 che identifica nella Banca Centrale il ruolo di soggetto depositario delle disponibilità dello Stato e qualsiasi altro ente pubblico o Azienda autonoma.

Va sottolineato inoltre che da una attenta lettura del Decreto 16/2019 emergono ulteriori criticità riguardo alla delega “in bianco” di fatto concessa a Banca Centrale per attivare forme di finanziamento – con la garanzia fidejussoria dello Stato – in favore di soggetti vigilati anche in regime di amministrazione straordinaria o – incredibilmente – in liquidazione: tutto ciò per reperire sul mercato internazionale dei capitali, finanziamenti da reimpiegare per finanziare le banche in difficoltà o addirittura “decotte”.

A conclusione dell’analisi del Decreto va sottolineata la ormai “scontata” – quanto potenzialmente inefficace – garanzia dello Stato sui fondi previdenziali del primo e secondo pilastro, con il vincolo però che tutte le altre forme di garanzia già presenti sui fondi previdenziali non possono essere smobilizzate a fronte della garanzia concessa dallo Stato.

Per la CSU è inaccettabile bypassare, grazie a quanto previsto dal Decreto, il necessario confronto con le forze sociali e, ancor più, con il Consiglio Grande e Generale rispetto ad un indebitamento di fatto del Paese con non meglio identificati soggetti appartenenti al “mercato internazionale dei capitali”. Non è ammissibile che si indebiti il Paese senza aver fatto la massima chiarezza sullo stato del sistema bancario e senza che siano formalizzati piani di rilancio e di sviluppo del sistema economico sammarinese.

Pertanto la CSU chiede che venga immediatamente sospesa la ratifica del Decreto Legge n. 16 del 25/01/2019, prevista all’ordine del giorno della sessione in corso del Consiglio Grande e Generale, e che si attivi immediatamente un tavolo di confronto sullo stato del sistema bancario, con la disponibilità ad intervenire sul testo del Decreto in maniera costruttiva e condivisa, a tutela del Paese e della sostenibilità degli interventi rispetto agli equilibri di bilancio e per preservare lo stato sociale.”

CSU

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