Segreteria Industria: i dati del bollettino Statistica del mese di giugno

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I dati del Bollettino di Statistica relativamente al mese di giugno 2019 fotografano una realtà economica in fase dinamica.

Alcuni dei dati più rilevanti provenienti dal Bollettino stesso mostrano infatti tendenze positive.

In particolare due, l’andamento dell’occupazione e quello della disoccupazione. Se infatti l’occupazione nel settore privato è salita in un anno del 4% (642 dipendenti in più rispetto al corrispondente mese del 2018), il tasso di disoccupazione (in senso stretto, l’unico calcolato in linea coi metodi internazionalmente diffusi) è sceso dal 5,95% al 5,56%, un livello decisamente importante se paragonato a quelli che si registrano in realtà a noi limitrofe.

Se allarghiamo lo sguardo alla situazione da giugno 2016 ad oggi, possiamo notare che siamo passati da 15.035 dipendenti privati a 16.541

(+1.506 dipendenti, pari ad una crescita del 10% in 3 anni) e la disoccupazione è passata dal 6,69% al 5,56% (un calo dell’1,13%, pari a circa il 17% di riduzione).

Sono dati importanti, significativi di una realtà imprenditoriale che sta cercando di uscire con energia dalla crisi.

Certamente è aumentato in maniera importante il numero dei lavoratori frontalieri, ma l’aumento delle forze lavoro esterne in un quadro di significativa riduzione della disoccupazione significa che c’è più lavoro per tutti, che più lavoratori vengono assunti in maniera regolare (grazie alle nuove opportunità che si sono date alle imprese per acquisire i lavoratori che ritengono più adatti alla loro attività) e che entrano più tasse e più contributi alle casse dello Stato.

Un quadro quindi positivo. Riteniamo infatti che non si possa ragionare come se ci fosse un numero sempre uguale di posti di lavoro da doversi dividere fra residenti e non residenti (questo tipo di pensiero sarebbe la ricetta per il fallimento) ma che invece la strada sia quella di aumentare i posti di lavoro complessivi consentendo alle imprese di lavorare al meglio, di crescere, di competere: per farlo è certamente essenziale che siano libere di stare sul mercato al meglio, senza che la burocrazia o le rigidità le blocchino portandole poi semplicemente ad investire fuori San Marino (con effetti negativi sull’occupazione di tutti, sammarinesi e non).

Non sarà, tra l’altro, un caso se il sistema sammarinese è passato dal creare circa 200-230 posti di lavoro all’anno (dati del 2016 e del 2017) al crearne più di 600: significa che c’è un sistema più competitivo, più efficiente, dove le imprese lavorano e crescono meglio e possono assumere regolarmente le risorse di cui necessitano.

Anche il dato sulle imprese, apparentemente negativo, va letto in linea con questa tendenza: è vero che calano le imprese totali, ma sono tutte attività senza dipendenti, la cui incidenza continua a diminuire (50,9% oggi contro il 52,3% di un anno fa) mentre naturalmente, di contro, cresce il numero di imprese con dipendenti. Dati certamente molto chiari e significativi, probabilmente dovuti anche ai provvedimenti che hanno semplificato la messa in regola degli amministratori non residenti nelle attività economiche generando, anche qua, una emersione di un fenomeno che altrimenti restava sommerso.

Questo il quadro, che fa ben sperare per il futuro anche alla luce della quantità di imprese che hanno investito in ampliamenti, acquisto di nuovi macchinari e avanzamenti tecnologici nel 2018 utilizzando l’incentivo della detassazione degli utili reinvestiti (numeri estremamente elevati rispetto ai 3 anni precedenti e che mostrano quindi ampie possibilità di ulteriore crescita nei prossimi anni). Su questi dati ci ritorneremo.

Come diciamo sempre, questi dati non sono certamente un punto di arrivo ma di partenza per ulteriori interventi, che seguano le azioni fatte in questi anni su liberalizzazioni, sburocratizzazioni, credito agevolato ed incentivi agli investimenti.

Oggi è essenziale una concezione liberale dell’economia, dove i sistemi normativi consentano alle imprese di lavorare, stare sul mercato, innovare e crescere riducendo vincoli e costrizioni sempre meno tollerabili in un mondo con una prorompente evoluzione tecnologica come quella che stiamo vivendo. Solo così riusciremo a diventare un sistema più competitivo e dare, a tutti, più lavoro.

Segreteria di Stato Industria e Lavoro

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