OSLA e USOT: “Per l’economia del Paese è il colpo di grazia”

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato congiunto di OSLA e USOT

Il nuovo decreto che pone forti limitazioni agli spostamenti e alle attività del settore turistico, della ristorazione e del commercio non può che trovare USOT e OSLA fortemente contrarie e deluse.
Per le aziende del comparto, che rappresentiamo in larghissima parte, si tratta di un durissimo colpo. L’ennesimo in questi mesi terribili in cui gli imprenditori hanno fatto grandissimi sacrifici per restare aperti e produrre lavoro e ricchezza.
Ora invece scatta la chiusura totale fino al 7 gennaio, e non basteranno di certo l’asporto o le consegne a domicilio per reggere l’urto.
Non parliamo solo di mancati incassi bensì di perdite generate dal fatto che ristoranti, bar e strutture ricettive han preso ordinazioni e comprato materie prime per prepararsi alle feste. Aspettare il 23 dicembre per emettere il decreto che chiude tutto fino al 6 gennaio aggiunge la beffa al danno.
Non lo neghiamo: la rabbia negli operatori è tanta. D’altronde siamo passati in 24 ore dalla possibilità di accogliere ospiti per il capodanno – nel rispetto di tutte le regole anti contagio – ad un Decreto che inibisce qualsiasi attività; ciò ha inevitabilmente comportato gravi danni, anche e soprattutto economici, a tutte quelle attività che si erano organizzate per accogliere i clienti nel rispetto della normativa allora in vigore, provvedendo all’ordine delle materie prime e predisponendo l’organizzazione dei turni di lavoro, e che ora si vedono costrette a chiudere senza aver alcun risarcimento e non potendo contare sul fatturato previsto in un momento che poteva essere di buoni incassi per coprire le spese affrontate e le prossime scadenze fiscali.
A quanto pare è un gesto di distensione verso l’Italia ma quasi certamente non ha nulla a che vedere con l’aggravarsi della situazione sanitaria in territorio.
Il Governo si è assunto una grave responsabilità, cioè quella di mettere ancora una volta in difficoltà il settore che forse più di tutti ha sofferto le misure per contrastare la diffusione del virus non avendo contestualmente previsto alcun tipo di ristoro.
Piuttosto che un nuovo duro colpo alle aziende, ci saremmo infatti aspettati l’arrivo di interventi a sostegno di aziende e lavoratori autonomi del territorio, visto che ancora dall’inizio della pandemia si è visto ben poco per aiutare gli imprenditori a compensare in minima parte il crollo verticale degli incassi; sono quantomai urgenti interventi di sostegno alle attività sotto forma ad esempio di ristori, anche se con effetto retroattivo, dato che non è stata colta l’occasione di dare un segnale in tal senso nemmeno all’interno della Legge di Bilancio appena approvata.
Qui stiamo parlando di settori vitali dell’economia del nostro Paese, con centinaia di aziende che occupano migliaia di addetti e che sono sempre più vicini al punto di non ritorno; la scelta sarà inevitabilmente quella di chiudere definitivamente la propria attività. E per chi non lo ricordasse i lavoratori autonomi e titolari di imprese individuali non hanno alcun ammortizzatore sociale. Se chiudono la propria azienda si ritrovano subito senza reddito.
Alla luce di tutto ciò USOT e OSLA chiedono al Governo innanzitutto di assumersi le proprie responsabilità di fronte alle aziende e ai lavoratori del settore, e di reperire il prima possibile le risorse da destinare al settore anche a fondo perduto per evitare il collasso del comparto e di non pensare semplicemente a reclami sui social, che in certe circostanze producono anche effetti contrari a quelli desiderati.
Anche perché abbiamo visto che quando si vuole, vedi il prestito dei giorni scorsi per pagare stipendi pubblici e tredicesime, i soldi si trovano in fretta e senza alcun tipo di sforzo con spending review.