“Commercio e turismo, le riaperture potrebbero non essere sufficienti”

0
51

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di USC:

Nel rispetto delle opinioni di tutti Unione Sammarinese Commercio e Turismo intende esprimere alcune considerazioni in merito all’attuale situazione. Siamo sicuri che sarà sufficiente concedere un’apertura, pressoché normale, per scongiurare le difficoltà delle attività commerciali?
La mancanza di mobilità, che sta perdurando da troppo tempo, è devastante per tutto il settore commerciale ma ancora di più lo è per il commercio turistico.
Nell’anno 2020 appena trascorso i commercianti del centro storico hanno potuto “godere “, si fa per dire, di due mesi di luce per poi ripiombare nel buio e in un silenzio assordante soprattutto da parte delle Istituzioni.
Le immagini apparse sui social e sulla Tv di Stato delle contrade della nostra capitale, soprattutto nel periodo Pasquale 2021, desolatamente vuote, ha tolto anche le ultime speranze per una ripartenza anche minima o imminente.
Le perdite di incasso che queste attività hanno accumulato e stanno tutt’ora accumulando stanno producendo danni incalcolabili a tutto il settore turistico commerciale e non basteranno i cosiddetti ristori a far sopravvivere un settore in forte contrazione da anni.
USC fin dall’inizio di questa pandemia aveva esternato la grande preoccupazione per l’evolversi della situazione in merito al commercio turistico, alle attività legate al turismo e alla mobilità, alle agenzie di viaggio, alle attività stagionali che “vivono” di eventi e cerimonie e che sono tutt’ora in stand by e senza prospettive.
Se prima c’era rabbia, ora, per molti, questo sentimento si impasta con la rassegnazione verso un futuro alquanto incerto.
In questo scenario la necessità espressa dall’esecutivo era “mettere in sicurezza il Paese” per non mandarlo in default, peccato che nel frattempo si sono continuati a sperperare danari pubblici in iniziative, come ad esempio Expo, che non hanno e non produrranno quasi nulla in termini di benefici al comparto o al Paese.
Nonostante la nostra contrarietà espressa si è continuato a perseguire la volontà di “apparire” perché questa è ed è sempre stata la cosa più importante. Al contrario, dal nostro punto di vista, la cosa più importante era mettere in sicurezza, insieme al Paese, tutte le aziende esistenti, magari destinando loro i capitoli di spesa già previsti in bilancio per altre iniziative che forse potevano attendere.
Da anni si parla di riqualificazione di alcune strutture nell’ambito dell’accoglienza come per esempio il progetto del “vero treno” che da borgo arriva all’Ex stazione che potrebbe riqualificare una delle zone lasciata a morire nel degrado e nell’indifferenza.
Ma le scelte sono state ben diverse. Siamo andati avanti a suon di sgravi per attrarre nuovi imprenditori, si sono spesi fiumi di parole sul turismo e spesi denari pubblici per progetti che di nuovo avevano poco o nulla, siamo andati avanti con i “faremo” e “metteremo in campo” e questo è il risultato: l’incertezza nel futuro per le attività esistenti e più di 100 aziende chiuse ed altre centinaia di dipendenti privati a casa.
Lo slogan nel 2020 “dell’andrà tutto bene” non è stato del tutto applicato, infatti, i primi spiccioli di aiuto o sostegno arriveranno a maggio/giugno ma in questi 14 mesi come sono sopravvissute o come sopravviveranno le attività ancora esistenti e le loro famiglie?
Per chi ha avuto la sfortuna di investire o aprire attività turistiche o nei settori sopra elencati e non avranno neanche la possibilità di usufruire degli “spiccioli”, quale sarà il destino a loro riservato?!
Ci chiediamo perché si debba essere orgogliosi per le nuove aziende e continuare ad elargire contributi e sgravi a queste ultime, mentre nessuno fa niente o si sente in colpa per le attività esistenti in territorio che stanno chiudendo o chiuderanno nella più completa indifferenza istituzionale!