Decreto sul lavoro occasionale: no all’aumento della flessibilità e della precarietà

0
43

È una bozza di decreto con forti criticità quello sul lavoro occasionale, inviato nei giorni scorsi dal Segretario di Stato Lonfernini, e oggetto dell’incontro di domani alle 11.00 a Palazzo Mercury.

L’argomento è stato affrontato nella puntata di ieri di “CSdL Informa”, a cui hanno partecipato William Santi, Segretario Confederale, Simona Zonzini, funzionaria FULI, Antonio Bacciocchi, Segretario FUPI, Diego Moretti, funzionario FUCS, Patrizia Stefanelli, Vice-Segretario FUPS.

“Il lavoro occasionale – ha sottolineato William Santi – dovrebbe rimanere tale, e quindi uno strumento a cui si può ricorrere per sopperire a esigenze temporanee nei settori del turismo, della ristorazione, degli eventi, della fieristica. Avevamo dato la disponibilità che entrasse nelle unità produttive nel caso specifico della sostituzione di lavoratori per malattie brevi, visto che le risposte dell’Ufficio del lavoro per tali sostituzioni spesso non sono tempestive. Invece ci viene proposto un Decreto che allarga di molto la possibilità di utilizzare il lavoro occasionale, estendendolo a tutti i settori e quindi anche alle aziende produttive, senza alcuna causale, e quindi ben oltre le sostituzioni per malattie brevi.

Si prevede per le aziende che occupano da 0 a 49 dipendenti la possibilità di assumere fino a 5 lavoratori occasionali durante l’anno, e ognuno potrà fare fino a 450 o 500 ore annuali a seconda del tipo di contratto che verrà applicato. Pertanto, una azienda con un solo dipendente potrebbe usufruire di 2500 ore all’anno di lavoro temporaneo, che equivalgono ad un lavoratore e mezzo a tempo pieno. Se il tempo di impiego è così lungo, di saltuario cosa c’è? Questa possibilità così spinta va assolutamente diminuita e riparametrata. Non possiamo accettare che aziende con uno o due dipendenti possano raddoppiare il personale con il lavoro occasionale!

Altro aspetto importante che sosteniamo, è che  lavoratori occasionali devono percepire la stesa retribuzione dei lavoratori a tempo pieno che svolgono la medesima mansione; questo tipo di precarietà e flessibilità non deve essere incentivata a dismisura diventando un vantaggio e un incentivo anche economico per le imprese. Nel decreto si prevede invece che i lavoratori occasionali non hanno diritto alle differite (TFR e tredicesima), quindi anche a parità di livello percepiscono un 16/17% in meno rispetto agli altri lavoratori assunti regolarmente. Anche questa disparità va corretta ripristinando lo stesso livello di retribuzione. Al contempo, non è previsto nessun aumento dei controlli da parte degli organi ispettivi preposti, e anche questo rappresenta una lacuna molto grave che va colmata.”

Ha quindi puntualizzato Simona Zonzini: “Ritengo molto difficile applicare il lavoro occasionale in aziende specializzate, con impiantische complesse e con un alto livello tecnologico, che richiedono personale con competenze molto avanzate. Voler estendere questa tipologia di contratto a tutti i settori, significa non tenere conto delle specificità delle aziende e del grado di rischio e pericolosità del lavoro. Affermare che il lavoro occasionale è vietato nella attività pericolose, è una definizione molto generica. Chi stabilisce la pericolosità di un processo lavorativo? Sappiamo bene che i controlli e l’attività di vigilanza anche della sicurezza sui luoghi di lavoro sono molto carenti.”

La CSdL porterà queste posizioni nell’incontro di domani con la Segreteria di Stato per il Lavoro, con l’obiettivo di non trasformare il lavoro occasionale da prestazione temporanea a strumento per aumentare in maniera indiscriminata la precarietà e la flessibilità; una deriva di cui il nostro paese non ha assolutamente bisogno.