Il medico risponde – Stress e ansia, alcuni rimedi antichissimi e naturali

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Il medico risponde

Rubrica quindicinale a cura del Dott. Gabriele Saudelli, medico chirurgo.

Medico esperto in Agopuntura, Fitoterapia e Medicina Tradizionale Cinese. Già docente e tutor in Fitoterapia presso il Master di II livello in “Fitoterapia cinese e Fitoterapia occidentale in medicina integrata” del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze Università di Siena

Questo ultimo anno ha certamente richiesto a tutti noi una dose suppletiva di pazienza e di equilibrio, I lunghi lockdown prolungati hanno isolato le persone spesso anche all’interno dei nuclei famigliari stessi creando senso di solitudine ed abbandono soprattutto nei soggetti fragili o più anziani .Purtroppo il risultato è stato un utilizzo sconsiderato di psicofarmaci e tranquillanti che certamente in alcuni casi erano imprescindibili, ma spesso erano soltanto scelte personali ed arbitrarie frutto di memorie indietro nel tempo, se non addirittura di consigli di amici ,non tenendo a volte presente gli effetti collaterali spesso non trascurabili che questi farmaci possono dare, specialmente quando non somministrati dal proprio medico. Per questo desidero prendere in esame alcuni rimedi antichi ma sempre efficacissimi “ non dimentichiamo che quasi tutta la nostra farmacopea deriva da principi vegetali, che solo in un secondo tempo sono stati riprodotti sottoforma di principi attivi chimicamente “ ebbene vediamone insieme alcuni .
Nell’articolo precedentemente ho fatto cenno a Ziziphus jujuba, varietà spinosa: è una varietà di giuggiola di cui si utilizza il seme. Frequente è l’utilizzo in medicina tradizionale cinese, in cui la denominazione botanico-medica è Suan Zao Ren. I principi attivi conosciuti sono flavonoidi, triterpeni, acidi organici, acidi grassi, β-carotene, amp ciclico e gmp ciclico. La sua attività è diretta al cuore, che in Cina è la sede dei sentimenti e delle passioni: l’impiego che se ne fa è come sedativo, tonico nervino (eufemismo per l’apoftegma “Ma perché non sei andato/a da un altro medico” che il terapeuta vorrebbe rivolgere al/alla paziente), ossitocico (per cui è meglio astenersi dal prescriverlo in gravidanza), indicato nelle aritmie cardiache, cardiopalmo, ipersudorazione e, ovviamente, insonnia. Esperimenti farmacologici effettuati su animali trattati con i semi di Zizyphus Jujuba hanno evidenziato effetti miorilassanti ed ipnoinducenti. I flavonoidi e le saponine contenute nei semi di Zizyphus Jujuba sono state ampiamente testate per l’attività ansiolitica ed ipnoinducente, sia da sole che in associazione con ansiolitici classici. Generalmente, agiscono diminuendo i livelli di neurotrasmettitori monoaminici cerebrali e producendo un effetto miorilassante. Se impiegate in associazione, producono un sinergismo d’azione nell’ipnosi indotta da ansiolitici di origine sintetica e assunti abitualmente in terapia, come barbiturici o benzodiazepine. L’effetto è dovuto ad un potenziamento dell’interazione farmaco-recettore a livello cerebrale. In medicina cinese è il rimedio principe nelle insonnie. Vanta, inoltre, un interessante effetto ipotermizzante, estremamente utile nel trattamento dei sintomi relati alla sindrome menopausale. La dose in decotto è di grammi 10-15;  reperibile anche in estratto secco 5:1 (quindi capsulabile), se ne possono somministrare –in questa forma farmaceutica- grammi due o tre al dì, anche in dosi refratte nell’arco della giornata, in modo da preparare il paziente all’orario notturno. In associazione ad altre droghe come Anemarrhena asphodeloides, Ligusticum chuanxiong, Poria cocos e Glycyrrhiza uralensis costituisce il principale ingrediente della formulazione Suan Zao Ren Tang, ove Tang significa semplicemente decotto, quindi decotto di seme di giuggiola spinosa. Come tale (in commercio in compresse di estratto secco) si utilizza nelle sindromi ansiose, con insonnia, palpitazioni, tachicardia. Molto maneggevole e sicura (la paziente più giovane cui ho somministrato la ricetta, ovviamente tenendo ben presente il peso corporeo ed il dosaggio conseguente, aveva appena due mesi di vita: non aveva mai dormito dopo il parto; sono state sufficienti tre dosi serali per ripristinare o, meglio, indurre un decente ritmo sonno/veglia). Ovviamente le interazioni sono di potenziamento dei rimedi di sintesi, ipnotici o sedativi che siano.
Un altro rimedio della farmacopea cinese, ben presente anche in quella dell’Europa orientale, sempre più studiato ed utilizzato, è Scutellaria baicalensis, radice, in cinese Huang Qin. Chi legge ne condividerà il mio entusiasmo: è droga decisamente polivalente, dato che si passa dalla azione antibiotica: streptococchi, stafilococchi, diplococco pneumoniae, pseudomonas, b. Koch, leptospire, a quella antistaminica, all’azione antipiretica, a quella ipotensiva e diuretica, per passare all’azione azione coleretica e ipocolesterolemizzante, ovviamente non trascurando l’azione sedativa sul SNC. Aggiungo la sua azione significativamente inibente la riduzione della sintesi di PGE2 su due linee cellulari di ca prostatico una androgeno-dipendente, l’altra non androgeno-dipendente; uno studio su cavie animali dimostrò riduzione del 50% della massa tumorale dopo un trattamento di appena 7 settimane. Sembra pertanto che si stia profilando un chemioterapico molto promettente per il futuro. Non solo per noi maschietti: sono da poco comparsi promettenti studi su ca. mammella, fegato e colon. Ma sto uscendo dall’argomento: la baicaleina, uno dei suoi principi attivi, agisce sul neurone GABAergico, come le benzodiazepine, promuovendo un aumento dell’ingresso di ioni Cl, rendendo più difficile la depolarizzazione e quindi riducendo l’eccitabilità neuronale, comportandosi, di conseguenza, come un classico ansiolitico. Un altro principio attivo reperito nel 1997 è la melatonina: attualmente è la pianta a più alto tasso di melatonina conosciuta. Il che aiuta a comprendere ancor meglio il suo ruolo nel trattamento dell’insonnia. La dose per decotto è di 3-12 grammi/die; esiste in estratto secco 5:1, per cui verranno prescritti, secondo caso, peso ed età mg. 600, fino al massimo di g. 2,4 al dì, diluito in acqua o capsulato. Gravidanza: si usa nella minaccia d’aborto, specie se accompagnato da Atractylodes macrocephala, anche come prevenzione, nelle pazienti predisposte. Classicamente è controindicato nelle diarree dovute al freddo (così come nella minaccia d’aborto, se provocata da esposizione al freddo: ha infatti azione antipiretica, nel pieno senso letterale che il termine comporta). In questo esempio di droga vegetale, si può evincere l’importanza della ricerca in fitoterapia. Interagisce, potenziando, con warfarin e in genere con anticoagulanti (eparinoidi, dabigatran).
Concluderei con una droga molto comune: Melissa officinalis, folia. Un classico ipnotico/sedativo, ma è anche gentile spasmolitico del tratto digerente e carminativo. (I principi attivi sono numerosi: Olio essenziale: Citrale (miscela delle due aldeidi diasteroisomere Geraniale e Nerale), Citronellale, Geraniolo, Eugenilacetato, Cis e Trans beta ocimene, Linalolo, Citronellolo, beta cariofillene, Alfa cubebene, Copaene, Beta bourbonene, Germacrene D. Il citronellale e altre molecole contenute nell’olio essenziale intervengono sui recettori per il TSH. Flavonoidi: Letueolin 7 glucoside, Ramnazina, Cosmosiina, Ramnocitrina, Isoquercitrina. Acidi polifenolici legati con legame glicosidico: Acido rosmarinico, Acido caffeico, Acido clorogenico, Acido ferulico, Acido protocatechico. Triterpeni: Acido ursolico, Acido oleanolico, Acido pomolico. Mucillagini costituite da Glucosio, Xilosio, Ramnosio, Acido galatturonico. Zuccheri: Planteosio, Saccarosio. Polisaccaridi. Tannino. Canfora. Acido Succinico.)
Utilizzata in infusione alla dose per tazza di 1,5 – 4,5 grammi, anche più volte al giorno. E’ questa forse la forma di assunzione più idonea in corso di problemi digerenti con spasmi. Si può reperire la tintura alcoolica di pianta e, in tale caso, da trenta a quaranta gocce tre volte al dì o, come estratto fluido 1:1: 15 gocce TID, in poca acqua tiepida. L’azione emmenagoga ne sconsiglia l’impiego in gravidanza. Inoltre, con meccanismo ancora non chiaro, interferisce sui siti ricettoriali di TSH della tiroide, determinando, nella lunga somministrazione, ipotiroidismo. Non nota, invece, è la eventuale interferenza con trattamento mediante tiamazolo/metimazolo.
Più tranquilli?