Come riformare il mercato del lavoro

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La situazione del sistema finanziario, peggiorata dalla lotta senza quartiere che si sta giocando su di Banca Centrale, sta concentrando l’attenzione di tutto il Paese solo su quel settore, scordandosi che esistono altre priorità da affrontare, prima su tutte il lavoro.

Emergenza dopo emergenza, l’impressione è che diverse criticità del mondo del lavoro siano arrivate ad un punto di non ritorno, se la politica non interviene in maniera efficace. Nella scorsa legislatura non è stato messo in campo nessun provvedimento incisivo su questa materia, nonostante le mille promesse, e quel poco che è stato portato a compimento è semplicemente servito a deteriorare progressivamente le condizioni economiche dei lavoratori.

Gli ultimi dati disponibili con un certo grado di attendibilità, basati cioè su medie annuali, mostrano una disoccupazione ancora in crescita, specie per le fasce più giovani della popolazione.

Si tratta di dati che devono far riflettere e che vanno aggrediti con interventi coraggiosi che mirano ad una vera riforma del mercato del lavoro.

In questo senso Civico10, con la coalizione Adesso.sm, propone regole dinamiche per consentire assunzioni più semplici e con meno burocrazia, anche attraverso un contratto a tutele crescenti che consenta di armonizzare la forza lavoro alle contingenze di mercato; dare a inoccupati e disoccupati la certezza di un reddito minimo a fronte dell’impegno a formarsi e cercare un lavoro; rivedere il meccanismo di ri-collocamento e formazione dei disoccupati, creando un Ente misto pubblico-privato che coinvolga le imprese nel processo; riformare gli incentivi alle assunzioni per premiare le aziende che investono nel tempo sul lavoratore.

Vogliamo superare quelle norme inefficaci che hanno creato di fatto due versanti: quello delle persone che godono di ammortizzatori sociali – quindi “portano in dote” incentivi per le aziende che li assumono – e quelli che non ne godono e sono esclusi da tutto, destinati alla disoccupazione di lungo periodo. Ogni disoccupato deve avere le medesime opportunità di ricollocamento.

Inoltre, attraverso il dialogo con le parti sociali, pensiamo sia ormai diventata inderogabile la definizione di un contratto che garantisca parità di trattamento normativo ed economico fra settore pubblico e settore privato.

Le imprese da tempo lamentano poca corrispondenza professionale fra domanda e offerta di lavoro e per coprire questo gap si rivolgono al lavoro frontaliero: per affrontare anche questo problema, vorremmo dare alle imprese la possibilità di assumere la risorsa umana preferita, con velocità e senza burocrazia, ma con meccanismi di incentivi e disincentivi che consentano di dare prevalenza alle forze lavoro sammarinesi e residenti, soddisfarne le esigenze occupazionali e formarle. Contrastando così anche la grave onta del lavoro nero, troppo spesso visto come rimedio alle mancanze del collocamento.

Sono queste le proposte concrete su cui si farà la differenza nella prossima legislatura, e su cui occorrerebbe confrontarsi adesso. Questo lo diciamo sia a chi inneggia ad una ripresa sfavillante attaccandosi a piccoli numeri contrastanti, sia a chi si autoproclama libero da legami con un passato da superare.

In campagna elettorale si dovrebbe di come risolvere i problemi. Noi crediamo di avere le idee giuste per farlo, e saremmo curiosi di leggere anche quelle degli altri.

Civico10

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