Dalla crisi dell’economia finanziaria allo sviluppo dell’economia reale

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C’è un modello finanziario che è stato drogato per troppo tempo a San Marino, quando si pensava di essere tutti banchieri anziché imprenditori, avvocati, commercialisti, quando a coloro ai quali andava tutto troppo bene sembrava naturale comprarsi una banca o una finanziaria.

Come tutti i sistemi drogati però prima o poi finiscono in overdose e se poi si costringe il malato a cambiare stile di vita repentinamente, abbandonando l’anonimato societario e il segreto bancario, bisogna fare i conti col delirium tremens. Il fatto è che in questa metafora gli effetti collaterali reali li subiscono i cittadini sulla loro pelle.

Sapete poi come sono i tossicodipendenti che non accettano di avere un problema: mentono a sè stessi e agli altri, così nel nostro caso i bancari, ops scusate, i banchieri, non si sono messi a competere col sistema, creando prodotti e servizi appetibili, ma è parso loro più semplice provare ad entrare nel caveau, nella stanza dei bottoni.

Prima di tutto sappiate che il tentativo è ben chiaro e tenuto sotto controllo da chi è “esterno ma non estraneo al sistema”. 

Esistono per fortuna una moltitudine di Sammarinesi operosi e lavoratori che da sempre combattono per l’onorabilità della più antica Repubblica del mondo e che hanno vissuto la nostra piccola “tangentopoli” – che si consuma dal 2012 ad oggi con grande lavoro della magistratura – come un giusto tributo all’onestà di chi non ha nulla da temere. Fatto sta che oltre allo zoccolo duro di un comparto manifatturiero d’eccellenza è nata con tempismo perfetto la cultura della ricerca e dello sviluppo di tecnologie innovative di prodotto e di processo, sfociata nel TechnoSciencePark che in poco più di due anni ha incubato 42 start up che impiegano oltre 80 dipendenti di alto profilo. Se a questo aggiungiamo l’ingrediente “digitale” la cui era sta investendo con tutto il suo potenziale San Marino, che entro la metà del 2018 avrà la fibra in ogni casa, secondo i dettami dell’agenda digitale sammarinese, otteniamo l’alchimia in grado di attrarre capitali e investimenti reali, che nulla lasciano all’immaginazione e che sono gli unici veri depositari dello sviluppo economico del nostro paese, permettendo così di ritrovare quella frase di Abraham Lincoln scritta nel 1862 nella lettera con la quale accettava la cittadinanza onorifica sammarinese: “Benché il vostro territorio sia piccolo, nondimeno il vostro Stato è uno dei più onorati di tutta la storia”. 

Certamente egli non poteva immaginare l’era digitale ma aveva già compreso, da genio politico quale era, che i concetti di “piccolo” e “virtuoso” rappresentavano un asset di sviluppo molto potente; asset che nel caso di San Marino va letto in maniera naturale insieme al turismo. Creando infatti “il prodotto San Marino” che riporti il turismo stanziale sul Titano, candidando il nostro sito Unesco a capitale del turismo del distretto culturale di Valmarecchia e Montefeltro, semineremo definitivamente quel cane che morde il freno al nostro sviluppo.

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