La bipolarità della Democrazia Cristiana

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San Marino. Evidentemente la sconfitta elettorale inaspettata deve avere scosso profondamente il Partito Democratico Cristiano, tanto da determinare veri e propri fenomeni di dissociazione dalla realtà. La narrativa delle elezioni perse che in verità sono state vinte è un indice di questo disagio.

Prima delle elezioni la Democrazia Cristiana non ha eccepito alcunché sulla legge elettorale. Dopo le elezioni la stessa Democrazia Cristiana ha detto che la legge elettorale non va bene. Non sembra proprio coerente, anzi la giravolta è evidentemente interessata.

Anche la recente interpellanza della Democrazia Cristiana su presunte incompatibilità di Stefano Palmieri nel suo incarico di Sindaco di Governo è incoerente ed interessata. Intanto, la DC chiede al Governo di pronunciarsi su questione che non è di sua competenza, in virtù della separazione dei poteri.

E’ infatti il Consiglio Grande e Generale che ha proposto e nominato i Sindaci di Governo. Perché i democristiani non hanno sollevato i loro dubbi nel momento e nelle sedi appropriate? Ad esempio all’atto della proposta e nomina oppure nell’Ufficio di Presidenza successivo, se prima non ci avevano pensato!

Ma certamente non è questione da interpellanza al Congresso di Stato. E lo sanno bene. Nel metodo, oltre che nei contenuti, è evidente lo scopo dell’iniziativa: sollevare un polverone e delegittimare un consigliere di maggioranza in una funzione al servizio dello Stato.

L’atto, firmato dal segretario DC Marco Gatti e dal Capogruppo Cardelli, ipotizza che Palmieri sia incompatibile con l’incarico in quanto dipendente di una banca diversa da Cassa di Risparmio e perché da anni ha in corso un contenzioso con Cassa, insieme a molti dipendenti ed ex dipendenti per questioni previdenziali.

Il mandato di Sindaco di Governo, affidato a Palmieri insieme al collega consigliere Michele Muratori, consiste nel rappresentare l’Eccellentissima Camera. L’incarico non è negli organismi dirigenti di Cassa di Risparmio, ma nella rappresentanza e tutela degli interessi patrimoniali dello Stato, presso chiunque e ovunque siano da rappresentare e tutelare. In tale veste, i Sindaci di Governo partecipano anche, ma certo non solo, all’assemblea dei soci di Cassa di Risparmio e agiscono non in autonomia ma su indicazione ed in esecuzione di decisioni del Congresso di Stato, o addirittura del Consiglio Grande e Generale che, appunto, li ha nominati per questo.

È del tutto evidente che non sussiste alcuna incompatibilità di quelle paventate, per chi è chiamato a rappresentare gli interessi pubblici sotto il profilo patrimoniale.

Paradossalmente la stessa Democrazia Cristiana in precedente legislatura in cui era forza di maggioranza, ha nominato con i propri voti come Sindaco di Governo Stefano Palmieri, che, peraltro, si è fatto molto onore. In quel momento, erano presenti le stesse condizioni che oggi la Democrazia Cristiana postula come incompatibilità. Era dipendente di Cassa di Risparmio con cui era nel contenzioso previdenziale tuttora in corso.

O siamo di fronte ad una Democrazia Cristiana bipolare, che si comporta oggi all’opposto di ieri nel medesimo caso, oppure ad una Democrazia Cristiana che teme il venir meno di privilegi e commistioni non più sostenibili né accettabili?

Piuttosto che ipotizzare incompatibilità inverosimili sarebbe più utile per il Paese contribuire a superare la difficile situazione del sistema bancario. Guardando avanti e senza perseguire tutele non più proponibili o improbabili ritorni al passato.

(Fonte: Adesso.sm)

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