Volano all’estero oltre 60 milioni dei fondi pensione

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I soldi ci sono, o non ci sono? Forse sì, se possiamo permetterci di portare Lussemburgo e in chissà quali altri paradisi oltre 60 milioni dei Fondi pensione. Se possiamo regalare alle banche quasi 30 milioni di credito di imposta e altri 132,3 da scontare nei prossimi anni. Senza contare tutti quelli che sono stati dati a Carisp.

“Le scelte del passato hanno prodotto danni importanti” ha detto Alessandro Rossi di Democrazia in Movimento nella serata pubblica dedicata appunto al sistema bancario sammarinese e ai conti pubblici, dal titolo “Beneficiari pochi, NPL per tutti”.

“Non possiamo rischiare di diventare un offshore 2.0” ha chiosato. Cosa c’è dietro questo rischio? Il fatto che dietro i beneficiari effettivi di alcune banche ci siano delle società anonime con sede in Lussemburgo, il fatto che lo stesso presidente di Banca Centrale sia stato amministratore di una società lussemburghese con sede allo stesso indirizzo di due di queste società anonime, il fatto che dal 2016 oltre 60 milioni dei Fondi Pensione siano stati investiti all’estero, per altro senza che nessuno ne sapesse niente.  Dieci sono sicuramente in Lussemburgo, gli altri non si sa. L’ultima tranche da oltre 20 milioni sembra sia partita appena pochi giorni fa.

E allora, si chiedono gli esponenti di Democrazia in Movimento: perché i beneficiari delle banche sammarinesi hanno bisogno di schermarsi dietro società anonime estere? Perché Grais è diventato presidente di Banca centrale, pur non avendo i requisiti minimi richiesti dal bando? Perché è stata liquidata la vigilanza di Banca Centrale e ne è stata nominata una nuova, tutta composta di non sammarinesi? Perché non è stata rispettata la LISF (legge sulle imprese e sui servizi bancari n.165/05 e aggiornamenti vari) che impone la scelta tramite bando tra professionisti sammarinesi? Chi cura la selezione dei candidati in BCSM? E perché non si rispetta la legge sul tetto degli stipendi?

Quindi, la domanda che sovrasta tutte: perché il governo non chiede tutte queste cose a Banca Centrale?

“Noi non facciamo terrorismo – spiega Roberto Ciavatta, capogruppo di Rete – piuttosto lo fa il governo quando annuncia uno shock di liquidità fra tre mesi! Noi ci facciamo delle domande: è un dovere della politica. Anche i cittadini devono farsi delle domande e pretendere delle risposte, perché i progetti vanno spiegati in tutte le loro parti!”

Quindi passa ad analizzare il bilancio. “Stando alle dichiarazioni del Segretario di Stato, nel 2019 avremo risolto in maniera strutturale il deficit di 25 milioni annui. Vuol dire che, attualmente ci mancano 50 milioni. Perché non è possibile reperirli tramite risorse interne, che abbiamo?” Democrazia in Movimento pensa al fatto che le banche hanno circa 700 milioni di liquidità, all’AASS che ne ha oltre 50, alla Carisp, che è praticamente di proprietà dello Stato.

E ancora: “Mi fa paura il Segretario di Stato quando dice che in due mesi avremo messo in sicurezza il sistema bancario sammarinese: forse perché ci sarà l’apertura ad un finanziatore estero? Dov’è l’interesse di questo finanziatore? Forse negli NPL?”

Già, i famosi crediti non esigibili, gli NPL, che possono essere una risorsa, se ben gestita.  Per questo fanno gola. Tra l’altro, anche il mistero sui grandi debitori, probabilmente mistero non è. Le banche sanno perfettamente a chi hanno dato i soldi e con quali garanzie. Tutto questo lo sa anche Banca Centrale, che ormai da tempo ha messo in piedi l’AQR – peraltro affidata a una società milanese – con la puntuale trasmissione dei dati da parte delle banche. Le quali però non ricevono informazioni da Banca Centrale. Perché?

E perché non è ancora attiva la Centrale Rischi, che dà sicurezza alle banche in materia di erogazione del credito e che in Italia è funzionante da oltre 50 anni?

“L’autonomia di Banca Centrale è un mantra che sentiamo recitare ogni giorno – dice ancora Roberto Ciavatta – ma è il governo che deve decidere la linea della politica finanziaria. Che poi BCSM deve attuare tecnicamente in autonomia. Quindi, governo e CCR (Comitato per il Credito e Risparmio) facciano il loro dovere!”

Tirando le somme, i rischi sono più di uno: che San Marino diventi una piazza finanziaria con sede in Lussemburgo, che arrivi un finanziatore estero e comandi lui sulle politiche interne, che gli NPL diventino ricchezza per qualcun altro (non si sa chi), che l’intero sistema bancario – sul quale si stanno consumando tensioni enormi – subisca una riorganizzazione che andrà a danno di tutti.

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