La mia verità su Gatti, Stolfi & Co.

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San Marino. In pieno processo Mazzini, il professor Giuseppe Roberti affida ai suoi avvocati una memoria tramite cui riscrive i fatti dei quali è stato accusato. La memoria è stata letta ufficialmente in Tribunale il giorno 4 aprile 2017. Ne pubblichiamo la prima parte, domani la seconda.

Io sottoscritto Prof. Giuseppe Roberti, visto che malgrado abbia richiesto (invano) di essere sentito per rogatoria non ho potuto rappresentare le mie ragioni alla luce dell’intero materiale istruttorio,

ESPONGO

In riferimento alle dichiarazioni di Fiorenzo Stolfi in data 30 e 31 ottobre 2014:

Non ho mai ricevuto da Fiorenzo Stolfi i 400.000 euro che lo stesso dichiara di avermi dato in gestione; non sono a conoscenza dei rapporti che legano Fiorenzo Stolfi a Bruscoli ma posso sicuramente affermare che avevano rapporti tra di loro di cui io nella stragrande maggioranza dei casi ne ignoravo i contenuti. Neppure sapevo nulla dell’operazione immobiliare a Miramare, pertanto non corrisponde al vero che lo stesso Stolfi si era rivolto a me per la restituzione di denaro che come ho già suddetto mai mi aveva consegnato.

In verità più volte, nel tempo Stolfi mi disse che Bruscoli non gli restituiva circa 1.300.000 euro che erano parte di soldi da lui spostati da BCS in FIN PROJET, quando la legge non consentiva più libretti al portatore di importo superiore ai 15.000 euro; mi chiese se potevo fare pressioni su Bruscoli, gli risposi che non ero in grado e che lo stesso Bruscoli non mi dava quanto concordato con un regolare contratto fatto a me e a Germano De Biagi (transazione di un 10% BCS). Penso che a seguito della liquidazione di FIN PROJET qui soldi Solfi li abbia persi.

In merito alle dichiarazioni di Stolfi su come si svolgessero le compravendite delle società rilasciate con nulla osta del Congresso di Stato posso serenamente affermare, senza paure di essere smentito quanto segue: io venivo contattato e sono stato contattato solo allorché si trattava di reperire imprenditori che erano interessati ad acquistare licenze già concesse e pertanto disponibili sul mercato. Ciò mi veniva richiesto in ragione dei miei contatti e delle mie conoscenze. Tengo a precisare che non ero certamente l’unico ad avere tali mandati a vendere; anche altri professionisti od imprenditori, potevano fare le stesse cose e chi trovava la soluzione migliore veniva poi remunerato con una somma percentuale sulla compravendita. Da tali operazioni ho tratto dei guadagni che ho utilizzato per il mio sostentamento quotidiano, fermo che tutto il mio patrimonio immobiliare risale a tempo precedente al mio ingresso lavorativo a San Marino per come si può facilmente ed incontrovertibilmente evincere da una semplice analisi delle visure catastali (già agli atti ed allegate a rivendicazioni difensive). Eppure tutto mi è stato sequestrato a differenza di tanti altri imputati aventi le mie stesse imputazioni che io qui contesto recisamente!

  • Per quanto riguarda la licenza della Nuova Banca (Credito Sammarinese), devo precisare che fui coinvolto per la sua collocazione sul mercato da Mularoni Pier Marino, Lonfernini e dallo stesso Stolfi.
  • Questi membri di governo si rivolsero a me quando per la licenza della Nuova Banca, che in seguito divenne Credito Sammarinese, sopraggiunse il ritiro del gruppo interessato di cui non ho mai saputo il nome. Mi incaricarono quindi di reperire un nuovo gruppo interessato disposto ad acquistare l’istituto e a versare immediatamente (mi pare entro 30 o 60 giorni) un terzo del capitale sociale come da nuove disposizioni dell’Ispettorato per il Credito e le Valute. Tengo a precisare che laddove entro la scadenza prevista non fosse stato versato detto capitale, la delibera diventava nulla. Ciò a riprova del mio intervento solo successivo al rilascio delle licenze come ho già suddetto, altrimenti è di tutta evidenza che avrei avuto già la disponibilità di soggetti interessati.
  • Formai un gruppo con Luigi Moretti, Roberto Ragini, Angelo Lanci e un tale Granchi di cui non ricordo il nome. Anche io feci parte del gruppo interessato.
  • Venne da me il dott. Renato Cornacchia per farmi presente che anche il dott. Lucio Amati era interessato a partecipare all’iniziativa e che Amati aveva il pieno gradimento del governo.
  • Lucio Amati entrò con il 60% che poco dopo a causa di contrasti con gli altri soci, diventò il 100% con la liquidazione dei soci medesimi.
  • Da questa iniziativa ci fu un ritorno economico che servì a finanziare la DC attraverso Mularoni, Lonfernini ed altri che non ricordo ed anche il PSS tramite Stolfi. Ho qualche difficoltà nel ricordare i particolari anche perché molte decisioni venivano suggerite o gestite su indicazione del dott. Renato Cornacchia. Non ricordo quanto fu speso per retribuire i professionisti che avevano lavorato al progetto.
  • In questa operazione ebbi un ritorno economico quale compenso per l’attività professionale svolta ed anche la mia parte di utile derivante dalla vendita delle azioni in mio possesso.
  • In ordine alla BCS posso riferire quanto segue:
  • La BCS per quanto ho saputo successivamente, in seguito ad accordi fra i partiti, era in quota al PSS e non alla DC.
  • Fu Stolfi, diversamente da come da lui sostenuto nelle sue dichiarazioni agli atti, a chiedermi se avevo un gruppo interessato, gli suggerii di parlare con Gianluca Bruscoli che lui già conosceva; fu Stolfi a suggerire il nome di Bollini come presidente di FIN PROJET e quindi non corrisponde al vero, come sostenuto da Stolfi – pag. 5428 proc. 306/2010- che fui io a segnalare allo stesso la necessità di cercare il Presidente di FIN PROJECT; di certo visti i loro rapporti, tale circostanza fu concordata da Stolfi e Bruscoli;

Bruscoli individuò la BCL di Lugano che ottenne il parere favorevole dell’Ispettorato credito e valute, però con una nota aggiuntiva il dott. Lo Perfido fece notare al governo il rischio di una ricaduta negativa sul Paese, perché la BCL era di proprietà degli eredi Rovelli (IMI-SIR) in causa con lo Stato Italiano. Sono certo che Gatti e Galassi non ebbero alcun rapporto con me per la costituzione di BCS.

A questo punto fui coinvolto nuovamente per trovare una soluzione alternativa. Proposi la finanziaria del gruppo Merloni che era anche proprietaria di Sedici Banca (poi venduta a Cassa di Risparmio di San Marino).

Accompagnai l’amministrazione della finanziaria Gian Oddone Merli dal segretario alle finanze Clelio Galassi che espresse un parere favorevole e la Banca iniziò l’attività.

Bruscoli (FIN PROJET) fece consegnare 500 milioni di lire alla DC e 500 milioni di lire nella sede del PSS da Giovanni Sozzo.

Una somma di circa 3 miliardi di lire fu versata, come riferitomi da Bruscoli, a Stolfi con libretti al portatore. Probabilmente il libretto Giulio, che so per certo essere nella disponibilità di Stolfi. Molto probabilmente fu riservato a Stolfi un 3% della BCS, che deteneva attraverso una fiduciaria o un prestanome, quota che lo stesso Stolfi vendette a Bruscoli quando il capitale sociale della banca fu portato da 15 a 25 miliardi di lire.

Per il mio lavoro ebbi da Bruscoli il 3% di BCS.

Voglio precisare per correttezza che Gabriele Gatti non mi chiese mai soldi e io no diedi mai soldi a lui. I nostri rapporti nel bene o nel male furono di natura esclusivamente politica.

Questo anche per smentire il Dott. Buriani quando dice che avrei imparato a fare il collettore di tangenti da Gabriele Gatti.

Il libretto “Marlena”, citato da Stolfi alla pag. 5430 del proc. Pen. 306/2010, nulla ricordo, non so che percorso abbia avuto, ma di certo io non l’ho dato a Stolfi e lui non mi ha riconsegnato un bel niente, sarà quindi frutto di sue azioni personali con il quale probabilmente ha finanziato sé stesso od il suo partito.

 

 

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