Banca Centrale, tutti col pollice verso

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San Marino. Banca Centrale, Cassa di Risparmio, Asset. Ma anche debito estero, fondi pensione, rilancio dell’economia e del sistema bancario. Sono tutti i temi che continuano ad agitare il agitare il dibattito politico, ma anche i pensieri della gente comune. Nel fine settimana si è aggiunta anche ABS, il cui presidente Biagio Bossone ha incontrato i sindacati e le associazioni di categoria. Al termine del confronto è stato concordato un comunicato congiunto, che si risolve in una critica totale a Banca Centrale. Si parte con la constatazione che, a tutt’oggi, “ormai giunti all’esito del processo di revisione della qualità degli attivi, vale a dire dell’AQR, non sono state adottate da Banca Centrale le più volte richieste regole di ingaggio, per assicurare parità di trattamento tra gli operatori. Non è stato neppure dato avvio alla Centrale Rischi, per chiarire, senza tentennamenti, la mappatura dei grandi debitori e dei loro conflitti di interesse e, nondimeno la distinzione tra chi il credito lo merita e chi no. Nessuna misura, infine, è stata proposta per l’avvio di stringenti ed efficaci azioni di recupero crediti, con la conseguenza di avere ulteriormente indebolito il sistema”. Queste azioni, ed altre necessarie per la riqualificazione del sistema, si sottolinea nella nota, diventano ogni giorno più urgenti, così come si sollecitano anche interventi per il sostegno e la crescita della forza lavoro. È forte la convinzione che il Progetto presentato da Abs due mesi fa, individui soluzioni in grado di tutelare il nostro sistema Paese sulla base di una strategia complessiva di gestione degli attuali NPL e di mitigazione del rischio del formarsi di nuovi crediti deteriorati, sostanzialmente in linea con quanto auspicato dalle Autorità e dagli Organismi internazionali, come lo stesso Governatore della Banca d’Italia ha di recente ribadito ad ABS in una lettera al past president Matteo Mularoni.

A questa posizione fa da contro altare la fiducia monolitica della maggioranza e del governo, convinta del suo agire, dell’attività e del sostegno sempre assicurato a Banca Centrale. E soprattutto ben ferma a rilanciare gli obiettivi di trasparenza e a negare la possibilità di debito estero. Anche se, leggendo le note ufficiali, la possibilità che questo arrivi è molto concreta. Poi, le disquisizioni accademiche su debito pubblico e debito estero, lasciano un po’ il tempo che trovano perché la gente è convinta che si prendono i soldi in prestito per darli alle banche e la banche vengono statalizzate, il debito diventa pubblico per forza.

Non solo, maggioranza e governo continuano a sostenere il presidente di Cassa di Risparmio Romito, contro gli strali delle opposizioni. Intanto, la Fondazione spariglia le carte proponendo l’avvocato Gian Nicola Berti alla presidenza, che è sammarinese e che ha sempre curato gli affari legali della banca. Però la candidatura non piace a tutti, per via del recente passato politico di Berti.

Infine Asset, che continua ad essere commissariata e con i conti della clientela bloccati. Governo e maggioranza annunciano che entro la metà di giugno verrà formalmente assorbita da Carisp per poter tornare così alla sua operatività. Questo, nonostante la protesta degli ex membri del CdA, dei finanziatori e degli imprenditori che avevano portato le proprie risorse in Asset. Hanno tutti annunciato di lasciare San Marino e di avviare azioni di rivalsa contro Banca Centrale. La quale continua a tacere.

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