Passa la legge sullo sviluppo, ma l’Aula è spaccata in due

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San Marino. È stata una sorta di via Crucis, la legge sullo sviluppo, che ha impegnato il Consiglio per ben quattro giorni in scontri anche molto forti da una parte e dall’altra dell’Aula. In esame i 36 articoli del progetto di legge in seconda lettura “Modifiche e integrazioni alle norme in materia di sostegno allo sviluppo economico”, presentato dal segretario di Stato Andrea Zafferani. Ma le critiche, le obiezioni, le riserve espresse dai sindacati, dall’Anis e da tutte le associazioni datoriali, hanno avuto un’eco molto forte fin dentro al palazzo.

Questa la cronaca di ieri pomeriggio, dal resoconto di SMNA.

All’Articolo 23 “Investimenti incentivati”, viene approvato un emendamento di Rete al comma 1 c) che  esclude dal beneficio fiscale- destinato ad aziende che hanno acquisito impianti e tecnologie volti a consentire risparmi energetici, idrici e anti-inquinamento- chi “ha ricevuto sanzioni e segnalazioni da uffici competenti in merito al non rispetto di normative in merito ai benefici richiesti”. Per i consiglieri di Rete, la loro proposta fa in modo che “gli incentivi a favore di imprese che vogliano investire con lo scopo di ridurre i consumi idrici ed energetici ricadano davvero su imprese virtuose attente al rispetto delle leggi, piuttosto che su quelle che negli anni si sono dimostrate inadempienti delle norme, inquinanti, irrispettose dell’ambiente e dell’impatto sul territorio”. Inoltre “si indirizzano al meglio gli incentivi”.

La parentesi distensiva dell’articolo 23 si interrompe negli articoli successivi, relativi all’apprendistato. Sull’Articolo 26 che interviene sulla legge n.71 del 2014, in particolare modifica l’articolo 3 “riforma dell’apprendistato”, Alessandro Cardelli, Pdcs, stigmatizza i cambiamenti rispetto la versione originari e si dice contrario alla riduzione della soglia di età da 35 a 30 anni, così come all’allungamento del periodo di prova e lamenta che non sia stata accolta la proposta del Pdcs per l’aumento del 10% in busta paga. Matteo Ciacci, C10 spiega che l’età è stata abbassata a seguito di un confronto con e forze sindacali: “Si spera che chi ha già più di 30 anni abbia già avuto una prima occupazione e, se non rientra nell’apprendistato, lo andiamo inserire alla lettera c) e in successivo articolo 27, dove troviamo ulteriori incentivi”. Denise Bronzetti, Ps e Pasquale Valentini, Pdcs sottolineano la confusione alimentata dall’articolo che accorpa tre tipologie di apprendistato della legge del 2014. Davide Forcellini, Rete, si interroga sulla necessità del parere “non vincolante” richiesto al Cfp per la proroga dell’apprendistato. “Mi aspettavo maggior coraggio – manda a dire Gian Matteo Zeppa, Rete- per andare ad abrogare la legge 71 del 2014 che ha discrimnato ancora di più i lavoratori”.  Il segretario di Stato Zafferani infine replica agli interventi di minoranza: “Il primo obiettivo è la semplificazione che si ha riconducendo tre forme di apprendistato in un articolo, poi l’assunzione per l’apprendista è sempre a tempo indeterminato, mentre la legge del precedente governo prevede che anche quei lavoratori, in genere categorie deboli, con un apprendistato speciale sia possibile assumerli senza tempo indeterminato. Quindi introduciamo abbattimenti retributivi più ragionevoli, tempi certi e nessuna discrezionalità nella concessione dell’apprendistato – prosegue il segretario di Stato – si dà poi all’impresa la possibilità di valutare il lavoratore con più tempo, ma se alla fine non mantiene il lavoratore, si prende l’impegno di restituire tutte le agevolazioni ricevute”. E ancora, sul termine dell’apprendistato a 30 anni: “Se sono giovani in cerca di prima occupazione- chiarisce- possono essere assunti in apprendistato ad ogni età, se non lo sono, è giusto che prendano uno stipendio ragionevole e non che restino apprendisti per lungo tempo.

L’Aula passa ad esaminare l’Articolo 27. “Modifica all’articolo 6 della Legge 19 aprile 2014 n.71”, così sostituito “Art. 6 ‘Norme generali sull’apprendistato’”. Alessandro Cardelli, Pdcs, chiede quale sia la ragione per cui l’aumento del 10% in busta paga sia concesso solo agli apprendisti con più di 30 anni.  “I più colpiti dalla disoccupazione sono i giovani sotto i 30 anni- osserva- questo articolo è discriminatorio, prendiamo atto che avete scelto di disincentivare i giovani, ne risponderete alla cittadinanza”.

Denise Bronzetti, Ps, accusa il Segretario di fare dei “favori” al Cfp, visto che, secondo quanto previsto, solo i corsi del Centro di formazione consentono al datore di lavoro di avere uno sgravio contributivo pari al 100% al momento dell’assunzione in apprendistato. “Se ha bisogno di incentivare il Cfp, Segretario – manda a dire – parli con il suo collega all’Istruzione, gli dia una spinta diversa perché così fa male anche ai ragazzi”.  Si collega al discorso, Roberto Ciavatta, Rete, rilevando come “contradditorio che, in una parte della legge si preveda di accreditare enti per fare corsi di formazioni poi, in un articolo successivo, si dice che solo chi fa corsi del Cfp può godere di sgravi”. Nessun “favore” al Cfp, replica il segretario di Stato Zafferani: “Mi auguro saremo in grado di fornire una formazione sempre più diffusa – chiarisce – in questa fase però, siccome ci sono benefici pubblici, preferiamo un controllo diretto di un istituto pubblico”. Infine invita i consiglieri a tenere fuori dall’Aula “problemi personali con i dirigenti degli uffici”.

All’Art. 33 “Immobili ad uso produttivo”, Teodoro Lonfernini, Pdcs, mette in guardia dal rischio di creare un competitor con le agenzie immobiliari, visto che si prevede l’istituzione di un “Registro degli immobili a uso economico”, tenuto dalla Camera di Commercio e contenente un elenco degli edifici a destinazione produttiva, commerciale e servizi disponibili per l’affitto o la vendita. Non solo: il democristiano punta il dito contro l’obbligo, previsto per i proprietari di immobili sfitti, di iscrivere la propria proprietà anche senza che ci sia volontà di cederlo. Margherita Amici, Rf, rassicura, specificando che le agenzie immobiliari offrono un altro tipo di servizi, mentre quello proposto è solo un elenco messo a disposizione dei potenziali investitori.  Federico Pedini Amati, Mdsi, suggerisce piuttosto di creare un software e metterlo a disposizione delle agenzie. Per Alessandro Mancini, Ps, è un articolo da riscrivere oppure “mettiamolo da parte e collochiamolo nell’Agenzia per lo sviluppo”. Anche Dalibor Riccardi, Psd, ritiene che l’articolo sia scritto male anche se ha un buono scopo: “Sarebbe da bocciare e riproporlo nel contesto dello Sportello unico delle imprese”. Anche Marina Lazzarini, Ssd, smentisce la volontà di voler mettere in competizione la Camera di commercio con le agenzie immobiliari, anzi, riconosce questo elenco come uno strumento in più a loro disposizione.  Per Marianna Bucci, Rete, “l’idea è corretta, il problema che è stata ingessata in un meccanismo controproducente” e invita a cerca una “strada mediana”.  Elena Tonnini, Rete, ribadisce la disponibilità del movimento al confronto per modificare l’articolo ed “evitare di far chiudere le agenzie immobiliari, già in crisi”. Mattia Guidi, C10, riferendosi agli interventi della minoranza: “E’ sorprendente come si dicano cose che nell’articolo non ci sono. Al contrario, questa norma può avere effetti positivi- conclude- per l’apertura di nuove attività per facilitare l’arrivo di nuovi imprenditori San Marino”. Replica il Segretario di Stato Andrea Zafferani: “Come è giusto mettere a disposizione degli imprenditori, le normative, gli incentivi, questo vale anche per far conoscere gli immobili disponibili. Far sapere dove poter insediare la propria attività è infatti fondamentale”. E ancora: “E’ un registro messo a disposizione di un investitore, non è un’agenzia immobiliare- ribadisce- né lo sarà mai, non fa mediazione”. I proprietari degli immobili o le agenzie stesse- se hanno avuto la commissione dai proprietari- precisa poi Zafferani, metteranno a disposizione i propri contatti e saranno contattati in caso di interesse. “E’ quindi- conclude- una opportunità sia per proprietari degli immobili, sia per le agenzie.”

Terminato l’esame dell’articolato, si procede alle dichiarazioni di voto al Pdl per lo Sviluppo in cui tutti i gruppi di minoranza anticipano il voto contrario, mentre i capigruppo di maggioranza esprimono la soddisfazione per essere giunti al termine dell’iter normativo. Il voto finale vede quindi l’approvazione del provvedimento con 29 voti favorevoli e 12 contrari. Prima di terminare la sessione consiliare, viene messo ai voti l’Odg che istituisce la Giornata dei Castelli: l’Aula l’approva all’unanimità.

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