Commissione giustizia: dimissioni e denuncia in Gendarmeria

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San Marino. Come avevano annunciato in apertura del Consiglio, i tre membri di opposizione della Commissione Affari di Giustizia, stamane hanno ufficializzato la loro posizione presentando la lettera di dimissioni presso la Segreteria Istituzionale. Si tratta del Presidente Massimo Andrea Ugolini del Pdcs, Denise Brozetti del Partito Socialista e Roberto Ciavatta di Rete.

Averne parlato prima in Aula, non è irrituale, tutt’altro, perché comunque il Consiglio è la sede istituzionale per il riferimento. Di seguito, la parte formale. Nulla si sa nulla sul casus belli, ovvero sulle cause scatenanti una reazione così forte da parte di ben tre membri. I lavori della commissione sono coperti da segreto, ma di certo si è verificato un punto di rottura insanabile, che è divenuto subito oggetto di un dibattito acceso in Aula, proprio all’apertura della seduta consiliare.
Sono rimbalzate le accuse tra i banchi, con i tre commissari che hanno denunciato ingerenze tra poteri dello stato, in particolare della politica sulla Magistratura. Per contro, i rappresentanti della maggioranza nella stessa commissione hanno accusato di strumentalizzazione e ribadito l’esigenza di fare piena chiarezza, proprio in virtù del pieno rispetto dell’autonomia e dell’agire del Tribunale.
Una posizione particolarmente forte quella assunta dal commissario di Rete, Roberto Ciavatta che, come aveva anticipato, si è presentato questa mattina in Gendarmeria per denunciare, da cittadino e da ex membro della commissione, fatti che a suo avviso “hanno rilevanza penale”, chiamando in causa a vario titolo la stessa commissione nonché parte dell’esecutivo.

Gli elementi di riflessione, per chi ascolta i lavori del Consiglio e non ha ulteriori dati, sono comunque molti: l’indagine del tribunale sui titoli spazzatura acquistati da Banca Centrale, la perquisizione della cassaforte che era stata dell’ex dg Savorelli, le stesse dimissioni di Raffaele Capuano, l’esposto presentato dal governo contro l’atto della Magistratura. O forse c’è anche dell’altro, perché le questioni aperte sono tante. Gli equilibri sono cambiati e molte cose successe negli ultimi due mesi. Tra l’altro, anche l’atteggiamento nei confronti di Banca Centrale è profondamente cambiato: dalla difesa strenua della sua autonomia, all’esautorazione delle funzioni di vigilanza da parte del CCR; alla recentissima indicazione della necessità di una profonda riforma.

C’è ancora tanta storia da scrivere.

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