Adesso.sm: opposizioni da bocciare

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San Marino. Due note per bocciare il comportamento dell’opposizione. Adesso.sm prende posizione per criticare il comportamento di Pedini Amati, che avrebbe incontrato Rosy Bindi senza avvertire i colleghi della commissione antimafia. La seconda nota riguarda invece il ricorso che le opposizioni avevano presentato al Collegio Garante per la cessione degli attivi di Asset a Cassa di Risparmio. Ricorso che è stato bocciato

1)  Con riferimento all’incontro avvenuto a Roma in data 16/01/18 tra Federico Pedini Amati, Presidente della Commissione Antimafia della Repubblica di San Marino e l’omologo italiano On. Rosy Bindi, i Commissari di maggioranza e l’intera coalizione Adesso.sm apprendono dagli organi di informazione dell’avvenuto confronto, portato a termine senza aver preventivamente informato la Commissione stessa, senza alcuna comunicazione e violando – quindi –  i doveri che vincolano un presidente.

Si ritiene altresì inammissibile che questo incarico diventi una platea personale, senza collegamento alcuno con gli interessi generali del Paese, come fortemente espresso dalla Commissione presieduta. Riteniamo che occasioni di tale portata debbano essere organizzate allineando le più alte vie istituzionali e diplomatiche. Nutriamo, infine, speranza che tale spiacevole episodio non alteri i rapporti proficui già instaurati con la Commissione Italiana, con cui peraltro stiamo stringendo rapporti di collaborazione reciproca.

2)  Nella giornata di ieri è stata pubblicata la sentenza del Collegio Garante sull’ultimo di diversi ricorsi presentati dell’opposizione. Quest’ultimo riguardava un decreto che contiene alcune scelte effettuate per mettere in sicurezza il sistema bancario e per la tutela dei risparmiatori, in particolare il trasferimento degli attivi da ASSET BANCA a CASSA DI RISPARMIO. Contro questa serie di decreti – è bene ricordarlo – l’opposizione aveva duramente protestato, addirittura non partecipando al Consiglio Grande e Generale dell’agosto scorso, adducendo violazioni gravissime di diversi diritti e prefigurando abusi di potere da parte del Governo, del Consiglio Grande e Generale e della Maggioranza che lo sostiene. Ma anche questo ricorso è stato bocciato come tutti gli altri. Non solo nel merito ma anche per la riconosciuta necessità di urgenza alla base del decreto, che invece era contestata.

Le opinioni politiche, per carità, possono essere le più variegate e improvvisate, ma il Collegio Garante, supremo organo giudiziario del nostro Paese, si è pronunciato in maniera chiara su una serie di affermazioni risultate senza fondamento. Per dirla chiara, l’opposizione non ne ha azzeccata una. Tutta la sceneggiata di agosto scorso si è basata quindi su nulla d’illegittimo, un po’ come quella sull’inesistente colpo di Stato, sfociata poi nel grottesco.

Si tratta, quindi, dell’ennesima riconferma del perseguimento da parte di molti esponenti d’opposizione della strumentalizzazione politica di problemi importanti al solo fine di mettere in difficoltà il Governo, senza preoccuparsi delle conseguenze per il Paese e della credibilità di certe affermazioni. Un atteggiamento che denota ben poca considerazione per i risparmiatori e per la tenuta del sistema economico nel suo insieme. Lo stesso approccio, peraltro, da qualche tempo lo si sta mettendo in scena su altri temi, come le questioni giudiziarie, fra colpi di stato farlocchi, dimissioni che non sono dimissioni, tentativi di impedire il funzionamento di certe istituzioni, finte denunce e tentativi di delegittimare una parte del tribunale.

La sentenza del Collegio Garante conferma la perfetta legittimità del percorso di risanamento del sistema bancario intrapreso dal Governo. Percorso a cui non sono mai state avanzate proposte alternative, salvo quella di continuare a nascondere le difficoltà delle banche e rimandare al futuro la soluzione dei problemi. La verità è che nel corso del 2017 si è riusciti, in mezzo a tante difficoltà e pericoli mortali per il nostro sistema bancario-finanziario, a superare uno dei momenti più delicati e pericolosi della nostra storia recente, identificando un percorso di uscita dai guai, con prospettive di sviluppo per il futuro.

È chiaro che ancora molto rimane da fare, e che alcuni aggiustamenti di rotta potranno essere apportati anche sulla base delle recenti sollecitazioni del FMI ma, messi da parte gli interessi particolari, occorre fare tutte le scelte necessarie per consolidare un percorso di rilancio. La politica responsabile si dovrebbe misurare su questo tema, non continuare a perseguire battaglie dannose per il Paese con il solo intento di destabilizzare il governo attuale con la concreta prospettiva, un domani, di ritrovarsi per le mani solo macerie.

Adesso.sm 

 

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