San Marino. “Il Governo cambia le carte in tavola. Ora è chiaro perché non si è trovata la necessaria condivisione in Consiglio”. Così la Dc all’indomani della notizia che ad elaborare il Piano di Stabilità che verrà presentato entro marzo sarà una società di consulenza esterna, affiancata da un pool di esperti sammarinesi. Gian Carlo Venturini va per tappe e ricorda prima l’approvazione a dicembre dell’articolo 65 della Legge di Bilancio, scaturito da un emendamento democristiano accolto, e mirato alla presentazione di un piano nazionale pluriennale di interventi tecnici, per poi passare all’ordine del giorno concordato con le opposizioni per avviare entro febbraio una conferenza permanente con tutte le forze politiche, le parti economiche e sociali, per definire le linee di indirizzo del progetto nazionale. Ordine del giorno respinto dalla maggioranza per aprire la strada ad un altro odg che va “in tutt’altra direzione – sostiene il segretario – indicando l’avvio del confronto allargato a tutti i soggetti coinvolti solo in una fase successiva, e per di più senza fare riferimento alla consulenza”. Di qui l’intenzione di aprire un ragionamento, già dalla prossima settimana, con i partiti di minoranza per impostare insieme a sindacati e associazioni di categoria una discussione parallela a quella indicata da Governo e Adesso.sm. Grave per Pasquale Valentini chiedere solo ex post la conferma o meno ad un progetto costruito prima a tavolino. “Un piano – osserva – va fatto con il Paese, non contro o sopra il Paese”.
Ne fa nuovamente un problema di metodo Stefano Canti: “Da questo Governo e da questa maggioranza – dice – nessuna disponibilità alla condivisione”. “Il 2017 sarà ricordato per la grande crisi finanziaria e per il trend di decrescita – spiega Marco Gatti – mentre fuori di qui si assiste ad una inversione di tendenza. L’Fmi ha bocciato le politiche dello scorso anno, rilanciando l’invito a mettersi attorno a un tavolo come strategia nazionale. Eppure si affida il Piano di Stabilità a società di consulenza già da un anno nel Paese. Serve al contrario raccogliere le idee di tutti e formulare una proposta che tenga conto di ciò che è emerso”. La porta per la maggioranza resta aperta. La sensazione di Gatti, in riferimento alla bocciatura dell’ordine del giorno in Consiglio, è stata infatti quella che la principale resistenza verso la conferenza permanente proposta dalle opposizioni sia derivata dal Governo.