“Bancarotta Centrale San Marino” e la povertà morale in cui siamo caduti

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San Marino. “Bancarotta Centrale San Marino” è forse una delle frasi più ironiche che girano sul web, giocata sull’acronimo BCSM. Ma non tutti i commenti sono intelligenti: le banalità e i luoghi comuni si mescolano equamente con le cattiverie, le ripicche, le ottusità di parte. Come in guerra, emerge in questi giorni il vero carattere delle persone: gli ignavi, i vigliacchi, gli eroi.

Del resto, questa è ormai una guerra. E non c’entrano le fake. Certe informazioni si avevano ormai da tempo e ora, che sono usciti i documenti, la verità è ancora peggiore di quanto non la si fosse immaginata. Non importa “chi” abbia tirato fuori i documenti. Qualcuno glieli ha messi disposizione. Documenti cartacei, probabilmente, che sono stati ribattuti pagina per pagina. Infatti i testi sono pieni di refusi. Ma non importa, il contenuto è comunque chiaro. Anzi, chiarissimo: il cavaliere nero, c’è, c’era, e ha uno stuolo di draghi, di orsi, di lupi e di iene al suo comando. Anche un nutrito esercito di vermi. Del cavaliere bianco, invece, quello senza macchia e senza paura, non si vede traccia.

Ma non siamo nelle favole, purtroppo, quindi stiamo ai fatti.

I fatti dicono che le istituzioni bancarie erano in mano a uno stuolo di faccendieri senza scrupoli che hanno piegato le scelte politiche e le norme conseguenti, ai loro privatissimi interessi. La classe politica dirigente non ci fa una bella figura quando emerge che tutti i provvedimenti adottati lo scorso anno (e forse anche quest’anno) ubbidiscono ad una regia esterna. E fa quasi sorridere che in una riga si dica che il governo non era sempre d’accordo con le decisioni brussellesi. Tutto il resto è vetriolo allo stato puro.

Adesso si comincia a capire cosa significhi il pomposo obiettivo della “riorganizzazione bancaria”, della messa in sicurezza del bilancio dello Stato e di quella “presunta trasparenza” che ha portato all’emersione di un debito pubblico talmente grande da giustificare il debito estero, del quale si parla da gennaio 2016. Nonostante tutto ciò, il debito pubblico non era abbastanza grande, dal momento che si è fatto di tutto per gravarlo con i debiti delle banche. In una situazione così caotica, è chiaro che i finanziatori seri scappano a gambe levate, e allora si bussa cassa al Fondo Monetario. Il quale non si tira indietro, ma per qualche briciola, che non servirà quasi a niente, chiede a San Marino gli stessi sacrifici chiesti alla Grecia. Questa la ragione della patrimoniale, della minimum tax, del taglio agli stipendi, della sanatoria edilizia, della riforma delle pensioni e di tutti quei provvedimenti che vanno toccare le tasche di cittadini. Ma sarà come svuotare il mare con un secchiello, se non si interviene sul sistema con soluzioni di sistema; finché si raccoglie col cucchiaino e si butta con il badile perché ci sono persone, alle leve di comando, a cui non interessa niente del Paese ma solo di loro stesse.

In questa condizione si va a fare un altro debito, tra l’altro sembra molto oneroso, che non serve a pagare un passivo che supera il miliardo (ovvero il 50 per cento del PIL) e che va ad accumularsi ad altri debiti che non si sa come pagare. Senza parlare né degli NPL, né della questione titoli.

Stupisce davvero che, in tale situazione, nessuno della maggioranza si sia dimesso; né che abbia messo una pallina nera nelle urne del Consiglio; né che abbia mai avuto il minimo dubbio su vicende che stanno impoverendo il Paese molto di più di quanto non abbia fatto la Seconda Guerra Mondiale. Povertà economica, che comunque non è niente in confronto di quella morale e civica, che farà impallidire anche il famoso conto Mazzini.

T. De Ruggiero

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