Corsera: Affari privati in Banca Centrale

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San Marino. Mario Gerevini del Corriere della Sera torna stamane, nell’inserto Finanza, sulle faccende sammarinesi. In particolare sulla questione titoli, che scuote la politica e l’opinione pubblica, riproponendo dati, numeri e vicende che, al di là delle diverse interpretazioni, ormai è davvero difficile negare.

“Centinaia di mail e WhatsApp – scrive Gerevini – stanno scuotendi la pace artificiale di San Marino. Si era appena spenta l’eco delle condanne sul conto Mazzini, la tangentopoli del Titano, che adesso ci si accapiglia sul caso Titoli, ovvero l’inchiesta della magistratura sull’uso spregiudicato dei fondi della Banca Centrale di San Marino (la nostra Banca d’Italia) per acquistare titoli (oltre 40 milioni di euro) che alcuni privati, in particolare un finanziere privato, avevano dato in garanzia a una banca.

I messaggi sembrano dare sostanza ai sospetti e alle ricostruzioni degli inquirenti già trapelati nei mesi scorsi: dentro Banca Centrale (Bcsm) si era insediata una sorta di task force guidata dal direttore generale Lorenzo Savorelli che rispondeva a una regia esterna. Chi? Il finanziere Francesco Confuorti titolare della lussemburghese Advantage Financial, assai vicino a Comunione e Liberazione con cui edita il quotidiano online “Il Sussidiario.net”.

Il quadro investigativo delinea un’istituzione, autonoma e vitale per l’economia sammarinese, etorodiretta e piegata agli interessi di un ristretto gruppo di persona. Tra l’altro è da un anno che l’attuale opposizione denuncia i conflitti di interesse in Banca Centrale accusando il governo di implicita complicità. Il governo, però, si chiama fuori affermando, da una parte, di aver sempre rispettato l’autonomia di Bcsm e, dalla’ltra, ributtando la palla agli avversari: siete stati voi a nominare all’inizio del 2016 il presidente Wafik Grais e Savorelli (entrambi nel frattempo sostituiti e la presidenza affidata venti giorni fa a Catia Tomasetti, avvocato dello studio Bonelli-Erede).

Come sempre succede a San Marino, le cose non sono mai ben definite. Bianco e nero non esistono, ma esistono diverse tonalità di grigio. L’attuale governo “dei ragazzi2, con uno zoccolo duro di giovanissimi segretari (ministri) nelle poltrone chiave, è in carica da un anno e mezzo ed è sostenuto da una maggioranza che in parte era maggioranza anche nel precedente governo. Tangentopoli ha spazzato un bel po’ della vecchia guardia e il giovane governo ha un’agenda fatta di trasparenza e ripartenza ma il ricambio non può essere immediato in un Paese di soli 33mila abitanti che porta orgogliosamente il titolo di Stato. E che sta sempre faticosamente dirigendo il tracollo delle banche un tempo paradiso del “nero” italiano.

Due cifre per dare l’idea: nel 2007 la raccolta bancaria era di 14,1 miliardi e il rapporto sofferenze-impieghi all’1,9%: oggi la raccolta è a 5,8 miliardi e il rapporto al 20,5%. In “pancia” il sistema ha circa 2 miliardi di Npl da smaltire, un business che fa gola.

Ma andiamo al sodo, l’ex direttore generale Savorelli, il membro della vigilanza Siotti (ad oggi gli unici noti tra gli indagati), con la collaborazione di Mirella Sommella (vigilanza) avrebbero riferito delle loro attività riservate a un soggetto che nelle mail o nei messaggi veniva indicato come “A” o “F” o “Fc” o altre sigle che il magistrato individua in Francesco Confuorti, “destinatario di informazioni relative a vicende rilevanti nell’ambito dell’operatività di Banca Centrale”. A dimostrazione “dell’influenza determinante di A.” l’ordinanza riporta una comunicazione in cui l’ex direttore Savorelli che “senza avvallo di A. io non autorizzo.”

Un indirizzo di posta elettronica della Adavantage di Confuorti è stato mittente o destinatario di 146 comunicazioni nel periodo da 11 aprile 2106 – 3 settembre 2017 “intercorse – scrive il magistrato – con gli esponenti di vertice di Banca centrale (Grais, Savorelli, Siotto, Sommella), riguardo invece a vicende a vario titolo riferite al sistema bancario sammarinese ed alle funzioni istituzionali di Banca Centrale.”

È questo il quadro generale in cui si è inserita la cosiddetta “operazione titoli”. Cioè BCSM nell’estate 2017 ha investito oltre 43 milioni per rilevare titoli che la Banca Cis aveva in garanzia a fronte di finanziamenti accordati ad alcuni clienti. I titoli erano obbligazioni senza rating e ad alto rendimento emesse da una finanziaria olandese, Demeter, che secondo –  fonti consultate – è tecnicamente una “repackaging entity”, cioè riconfeziona altri titoli. Nello specifico dovrebbero essere titoli derivati e collegati ai gruppi brasiliani Petroleo Brasilero (Petrobras). Gignate petrolifero, e l’investment bank Btg Pactual, che fece un bagno di sangue in Mps.

E i clienti che avevano dato in garanzia i titoli?

Membri della famiglia Confuorti; una dipendente dello stesso Confuorti, Chio Okaue, nonché moglie del membro della Vigilanza Siotto; per lo stock più consistente, la Advantage dello stesso Confuorti che, però, a giudicare del bilancio, deteneva quei titoli per conto terzi (oltre avere direttamente obbligazioni Petrobras). Sulla natura di quei derivati è stata comunque già avviata una perizia. Savorelli per ora non parla: il suo avvocato attende di avere in mano, formalmente, gli atti.

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