Come uscire dalla crisi? La ricetta della Tonnini

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San Marino. Il quadro della situazione attuale è davvero sconsolante. Elena Tonnini, alla serata CSU a Domagnano, non ha fatto altro che ripercorrere a grandi linee e in maniera sintetica, quanto è successo in questo anno e mezzo. Ma è bastato a rendere chiara l’idea di un quadro generale difficile, ormai privo di ogni risorsa. Le responsabilità non sono solo quelle di adesso: tante scelte sconsiderate del passato, ancora oggi riverberano i loro effetti. Ma è anche vero che alcune forze politiche sono al governo ininterrottamente da ben 12 anni, e altre c’erano anche nel governo precedente. Il problema è che si alzato il livello di responsabilità perché questo governo non ha ascoltato nessuna delle segnalazioni e delle denunce dell’opposizione; e soprattutto perché rispetto all’ordinanza del tribunale da cui emergono interessi esterni al sistema sammarinese, non c’è stata discontinuità. “Per forza non c’è dialogo – ha detto la Tonnini – se non si parla con tutti quelli che non sono d’accordo col governo; se tutti coloro con vogliono fare quello che dice vengono accusati di disfattismo e di perdere tempo”. Tutte le scelte fin qui portate avanti hanno esasperato le difficoltà del sistema bancario, ha spiegato l’esponente di DIM, hanno dimostrato un disegno esterno per mettere in ginocchio la Cassa e tutte le attività del governo sono state funzionali a quel disegno. “Quante volte abbiamo segnalato i problemi e siamo rimasti inascoltati? Adesso li ha segnalati anche lo sciopero generale. Qualcuno in aula lo ha deriso. Invece è stato un segnale fondamentale di resistenza civile.”

Il debito estero. Se ne parla da un anno e mezzo. La Tonnini ricorda le migliaia di firme raccolte da DIM. Ma ora non se ne può più fare a meno. La crisi è talmente vasta e profonda che ci vogliono dei finanziamenti.

Quali strade percorrere? Non certo quella del Fondo Monetario, che poi impone tutte le sue regole recessive. E neppure quella degli investitori stranieri, che scelgono San Marino per nascondere fondi di provenienza illecita. “San Marino non vuole più soldi sporchi” ha chiosato.

L’unica strada percorribile è quella di una linea di credito istituzionale con l’Italia. “Ma prima bisogna ripulire – ha detto Elena Tonnini – bisogna togliere le figure cerniera con i manovratori esterni: chi era al fianco di Savorelli oggi è presidente di Cassa di Risparmio. Moretti che era in Carisp oggi è direttore di BCSM. Non esiste più l’equilibrio democratico e non abbiamo un interlocutore con l’Italia. Il capo della vigilanza, Mazzeo, è lo stesso che Bankitalia ha sanzionato per mancata vigilanza. I legali di Confuorti hanno detto al Corriere della sera che aveva il mandato per operare quotidianamente nel sistema finanziario sammarinese. A una nostra interpellanza in proposito Celli ci ha appena risposto che non esiste nessun mandato. E allora perché Celli e il governo non denunciano Confuorti?”.

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