Fondi pensione: proposta di Bcsm di trasformarli in obbligazioni

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San Marino. In attesa della nomina nel Consiglio di luglio del nuovo comitato amministratore di Fondiss, tornano sotto i riflettori i fondi pensione del primo pilastro.
La scorsa settimana il Consiglio di Previdenza ha incontrato direttore e responsabile della vigilanza di Banca Centrale che hanno proposto verbalmente l’ipotesi di trasformare i fondi pensione del primo pilastro, compresi i Pronti Contro Termine, in obbligazioni delle banche stesse con garanzia dello stato. Dopo le preoccupazioni manifestate da Dim in una nota, ieri sera Iro Belluzzi ha posto la domanda al Segretario Santi durante la puntata di Palazzo Pubblico. “Banca Centrale – dice – ha chiesto al Consiglio di Previdenza di bloccare gli oltre 400 milioni di euro per tre/cinque anni in cambio di cedole per un certa percentuale. “Con quale serenità affronta la riforma delle pensioni – chiede – quando sappiamo che c’è chi ha già messo gli occhi sull’ultimo salvadanaio della Repubblica?”. Per il Segretario è una scelta di investimento ipotizzare di impegnare risorse a lungo termine a fronte di una remunerazione di un certo tipo. E gira il concetto, facendo notare che il Consiglio di previdenza potrebbe aver commesso un errore strategico da un punto di vista della logica di rendimento nell’aver scelto investimenti di tre/ sei mesi”.
Guarda poi ad un sistema bancario “che necessita di un’attenzione molto puntuale rispetto alla gestione di queste risorse. “In questa fase – spiega – c’è bisogno di una politica di investimenti che tenga conto anche di questa situazione di difficoltà. Dobbiamo essere responsabili e seri nel prendere questo tipo di decisioni e non vederle sempre dal punto di vista speculativo o di opportunità”. Per Giuliano Tamagnini, rappresentante della Csu nel Consiglio di Previdenza, la proposta “non è assolutamente accettabile”. Spiega che il maggior elemento di salvaguardia è la diversificazione e che investimenti a breve termine sono garanzia in un sistema cagionevole.
“La metà dei fondi – ricorda – sono investiti in liquidità. Più aiuto di questo alle banche non possiamo darlo”. Mette poi in guardia dai rischi dell’obbligazione, in cui l’unica garanzia è della banca che la emette. “Gli istituti sammarinesi – afferma – non godono di ottima salute”.
La proposta, come dicevamo, al momento è solo verbale. “Se verrà formalizzata – continua Tamagnini – ne prenderemo atto e il consiglio di previdenza deciderà. Anche se un tema come questo non può essere discusso solo in un organismo tecnico. Occorrerà che la decisione di utilizzare in maniera diversa questi milioni avvenga attraverso un accordo politico fra le parti”.  (Fonte: San Marino RTV)

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