Rinascita dell’ISS come premessa alla rinascita del Paese

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L’Istituto per la Sicurezza Sociale è un bene del Paese ed ha contribuito nel corso di oltre mezzo secolo allo sviluppo della Repubblica con un sistema universalistico completamente gratuito che è stato in grado di adeguarsi ai cambiamenti tecnologici e scientifici, garantendo prestazioni di alto livello e strutture consone per poterle effettuare almeno fino ad oggi.

L’ISS   non è semplicemente un  sistema sanitario ma un sistema articolato di sicurezza sociale che va preservato anche se da rivisitare alla luce  dei cambiamenti intervenuti specie nella composizione della popolazione,  nelle politiche ambientali e del lavoro,  nella solidarietà fra generazioni .

L’Istituto per la Sicurezza Sociale con circa i suoi mille dipendenti è la più grossa azienda del Paese che impiega in prevalenza cittadini sanmarinesi o residenti ed ha il più importante background   tecnico scientifico che consentiva, almeno fino ad oggi, un confronto dignitoso con le realtà limitrofe.

Per quanto concerne specificamente il settore sanitario, va rilevato che l’avvento della nuova politica sanitaria e dei tecnici da lei identificati, ha determinato l’acuirsi di vecchie problematiche che il precedente Governo stava affrontando e il determinarsi di drammatici tracolli provocati da insensate decisioni di ridimensionamenti di alcuni servizi strategici senza una visione globale di sistema.

Interi settori quali la cardiologia, l’ortopedia, la fisiatria,  la pediatria,  l’ostetricia –ginecologia, gli ambulatori specialistici attraversano una grave  crisi con forti ripercussione negative sull’utenza che sta perdendo fiducia nel sistema  e con crescenti difficoltà per il personale sanitario sempre più demotivato e caricato di disagi e difficoltà  che la Direzione e la politica,  senza alcun progetto,  almeno dichiarato,  non sono  in grado di risolvere con il rischio, sempre più prossimo,  di un collasso dell’intero sistema .

Questo ha determinato non i presunti risparmi ma un esodo con aumento dei costi dell’export, e l’acquisizione di professionisti,  di solito par time e di solito pensionati,  ingaggiati a cachet esagerati e fuori mercato solo al fine di tamponare le emorragie .

Altri settori ospedalieri quali il Pronto Soccorso (lo stesso Direttore Morri ha affermato pubblicamente che buona parte degli accessi sono impropri), la Medicina Interna e la Geriatria sono sovraccariche di ricoveri anch’essi in gran parte impropri per le carenze del territorio che avrebbe  una dotazione di personale soddisfacente.

L’obiettivo del precedente Governo era di mantenere un ospedale con funzioni specialistiche di secondo livello riducendo l’export (obiettivo centrato) e proseguire nella riorganizzazione della assistenza territoriale nelle sue varie declinazioni sanitarie, sociali, assistenziali.

La Democrazia Cristiana ribadisce la sua ferma determinazione nel difendere e potenziare l’ISS. Ribadisce la volontà di creare un polo specialistico pubblico – privato concorrenziale e che possa garantire prestazioni di alto livello per i cittadini residenti ed al contempo sia attrattivo per pazienti esterni paganti.

In questo senso gli accordi, pur utili, con le ASL vicine dovranno essere ridiscussi in un’ottica di scambio di prestazione e non solo di acquisto di prestazioni e dovranno essere affiancate con accordi con realtà qualificate pubbliche o private, italiane o estere che consentano la nascita ed il potenziamento di un polo sanitario sanmarinese all’avanguardia.

Secondo i dati forniti dalla nostra Scuola Secondaria Superiore, emerge che almeno dieci studenti sammarinesi, ogni anno, tentano l’accesso alla facoltà di Medicina e chirurgia, senza riuscire. Nella precedente legislatura, erano stati siglati accordi specifici per avere posti riservati nella facoltà di Medicina (Università Cattolica di Roma), e posti riservati nelle specializzazioni mediche (univ. di Modena, Ferrara e Roma).

Dovranno essere ripresi e potenziati tali accordi con le Università Italiane poiché ci risulta che non siano stati utilizzati quelli per avere i posti riservati a Medicina, ma solo quelli per le specializzazioni. Visti i pochi studenti sammarinesi in Medicina, è inutile avere solo posti in specializzazione, se mancano i neomedici (quest’anno c’è stato solo un laureato in medicina). In questo modo investiremmo sul futuro dei NOSTRI giovani, senza reclutare medici stranieri con bandi internazionali.

L’Università di Ferrara voleva dare a San Marino posti riservati anche in scienze infermieristiche (anche questa facoltà è a “numero chiuso”).

Si dovrà elevare, attraverso la formazione continua, la qualità delle prestazioni medico-infermieristiche. Il Sistema dovrà nel tempo divenire in grado di fare formazione di alto livello e coprire anche nicchie formative specifiche in grado anch’esse di attrarre interessati in territorio per l’alto valore intrinseco e per dare un impulso al turismo congressuale sanitario.  Nel contempo all’interno si dovranno il più possibile evitare i compartimenti stagni con scambi fra i vari professionisti sanitari attuando circuiti lavorativi che consentano la presenza di specialisti sul territorio e al domicilio, e dei sanitari del territorio nella struttura ospedaliera.

In questa cornice generale, la Democrazia Cristiana, individua alcune priorità:

1)   L’Istituto Sicurezza Sociale dovrà operare  con la filosofia che il cittadino è il centro del sistema. Dovrà essere superata l’attuale visione burocratica riallacciando e valorizzando il rapporto di fiducia fra medico e cittadino. In particolare il medico curante dovrà tornare ad essere protagonista dell’assistenza ai suoi pazienti determinando le tempistiche per accertamenti o consulenze specialistiche.

2)   semplificazione e razionalizzazione della governance dell’Istituto. Semplificazione e modernizzazione delle procedure amministrative, con risposte certe nell’espletamento delle pratiche amministrative e/o sanitarie.

3)   Vista la realtà demografica ed il prevalere nella popolazione della cronicità e della fragilità, va incentivata la medicina d’iniziativa e l’ospedalizzazione domiciliare superando quella d’attesa. Pertanto sarà necessario realizzare una sinergia tra sociale e sanitario attraverso un’assistenza domiciliare integrata al fine di mantenere la persona malata o anziani al proprio domicilio.

Indispensabile la creazione di uno sportello unico per l’anziano e di un osservatorio permanente per monitorare i bisogni e modificare, se necessario, l’organizzazione. Tale sportello deve essere in grado di fornire un servizio di segretariato sociale volto a snellire le procedure burocratiche per mettere in regola le assistenti private o per fare qualcuno richiesta di assistenza compresi gli accessi ai servizi (casa di riposo, servizio domiciliare, centri diurni) e il reperimento di assistenti private badanti, supportare e snellire le procedure amministrative per le assunzioni (in collaborazione con eventuali agenzie private).

Per le stesse motivazioni, particolare attenzione meritano altresì la lungodegenza, le cure intermedie e l’Hospice per rispondere a bisogni e richieste crescenti da parte della popolazione.

Per la loro realizzazione si dovrà superare l’attuale modello organizzativo a compartimenti stagni addivenendo a modelli organizzativi più elastici basati sull’intensità di cure.

Vanno incentivate le iniziative private che, nelle varie forme (gruppi appartamenti, casa albergo e simili), si propongono di offrire servizi agli anziani autosufficienti o alle persone che richiedono prestazioni assistenziali educative e socializzanti.

4) altrettanto importante è riportare attenzione e servizi sulle problematiche giovanili, sulle dipendenze vecchie e nuove anche con una forte sensibilizzazione sociale e con il coinvolgimento di tutte le agenzie del territorio.

5) Data la nostra natura di microstato con la utilità di far nascere i futuri cittadini in loco e dato l’ottimo lavoro dell’Ostetricia- ginecologia del nostro ospedale,  acconto alle politiche della famiglia che inducano ad aumentare l’attuale tasso di natalità, è urgente stringere accordi con enti pubblici o privati per portare il numero dei parti ad un livello compatibile con il mantenimento in loco di un punto nascita .

6)  È fondamentale che il servizio pediatrico riacquisisca una mission più globale per la difesa e la promozione dei bambini,  quindi  più indirizzata all’educazione ed alla prevenzione e meno ospedalocentrica. Questa politica più preventiva deve essere riscoperta e potenziata con un nuovo assetto organizzativo del Dipartimento di Sanità Pubblica che deve ricentralizzare le funzioni proprie del vecchio Ufficio d’Igiene ed in particolare: prevenzione, vaccinazioni,  screening, tutela degli alimenti,  dell’aria, dell’acqua e del territorio. Solo in questo modo infatti la salute di tutti può essere adeguatamente promessa e difesa.

Il servizio pediatrico deve altresì essere in grado di gestire le patologie rare e collaborare e coordinare gli interventi sui minori con i servizi sociali al fine di erogare prestazioni sanitarie nel contesto scolastico.
Capitolo previdenza

L’ I.S.S. è un sistema articolato di sicurezza sociale in cui la previdenza occupa un ruolo fondamentale.

La situazione attuale, che vede da un lato meno lavoratori versare nel fondo pensioni a causa della disoccupazione e dall’altra l’allungamento della vita media, impone intervenire con una riforma pensionistica la più equilibrata e condivisa possibile.

Riforma che dovrà assicurare ai giovani che entrano nel mondo del lavoro un reddito da pensione adeguata, rafforzando il secondo pilastro e favorendo la solidarietà tra le generazioni.

La riforma non può inoltre prescindere da due direttive chiavi:

– il ruolo determinante nella gestione dei fondi delle organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro;

– la progressiva segregazione di parte importante dei fondi per impedire un uso improprio dei fondi per esigenze di “cassa” da parte del Governo e degli Istituti di Credito.

 

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