Alla Festa dell’Amicizia si discute di legge elettorale

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San Marino. Tantissima partecipazione anche per la seconda serata della 45a Festa dell’Amicizia del Partito Democratico Cristiano Sammarinese, che, come sempre, ha confermato le aspettative! Piazza Bertoldi si è riempita come di consueto, animata dalla musica dell’Orchestra di David Pacini e dai ballerini di Rimini Dance Company, e anche la Terrazza Ex-Ritrovo, considerando il valore dei relatori, ha fatto il tutto esaurito per la II serata politica. Quasi 4.000 persone che, anche ieri hanno scelto di passare una serata in amicizia, a Serravalle.

Sulla terrazza dell’Ex-Ritrovo, si è tenuta la seconda serata politica, dal titolo QUALE ASSETTO ISTITUZIONALE PUÓ GARANTIRE CHE LA DEMOCRAZIA NON DEGENERI IN UNA DITTATURA DELLA MAGGIORANZA?, che ha visto come relatori Belluzzi Iro, (Capogruppo PSD), Boschi Luca (Coordinatore C10), Cardelli Alessandro (Capogruppo PDCS), Ciavatta Roberto (Consigliere RETE), Lonfernini Lorenzo (Consigliere RF), Mancini Alessandro, (Capogruppo PS), Guidi Eva (Segretario SSD) e Pedini Amati Federico (Consigliere MDSI).

Dopo l’inizio della serata politica con un minuto di silenzio in memoria delle vittime della tragedia del ponte Morandi a Genova, il moderatore Davide Giardi apre il dibattito chiedendo subito ad Alessandro Cardelli quale novità stia preparando la Democrazia Cristiana: «l’iniziativa che stiamo portando avanti come DC, assieme alle altre forze politiche di opposizione, riguarda la legge elettorale. La situazione attuale, infatti, è il risultato di una legge che non funziona. Presenteremo a brevissimo un referendum che modifichi la legge elettorale per una migliore rappresentatività. Il problema oggi è che, con il ballottaggio, c’è un premio di maggioranza che toglie rappresentatività. Interrogato sul titolo della serata, il capogruppo DC risponde: «Abbiamo fatto un titolo non solo provocatorio, ma effettivo. Maggioranza e opposizione dovrebbero dialogare. Da noi non è così. Chi ha fatto scelte diverse da quello che pensava la maggioranza è stato addirittura minacciato di denuncia. Massimo Ugolini, Elena Tonnini, Marco Gatti. Io credo ci sia una dittatura della maggioranza: chi si esprime diversamente dal Governo viene zittito o allontanato. Anche sul sistema bancario. VI sembra normale che 7 persone in commissione finanze abbiano svenduto i crediti delta e per vendere un frustolo servono i 2/3 del consiglio? Il Paese è tornato indietro per le scelte fatte da questo Governo e arriverà ad uno scontro sociale da cui non ne usciremo. Noi, come opposizione, abbiamo fatto un “contro-tavolo” politico, perché le organizzazione sindacali e datoriali ci hanno detto che neanche loro riescono a dialogare con questo Governo… Serve una soluzione condivisa per il Paese». Tornando al referendum Cardelli chiarisce: «La nostra proposta è che, mantenendo questa legge, ci sia la possibilità di evitare il ballottaggio dando la possibilità di formare una coalizione con oltre il 50% dei voti, tra il primo ed il secondo turno, mantenendo la norma antiribaltone per dare stabilità al governo. Cambiare la legge elettorale servirà anche per avere un governo che possa essere utile davvero al Paese».

Il moderatore domanda, allora a Iro Belluzzi se il problema sia davvero la legge elettorale o il clima politico? «La legge – replica Belluzzi – è nata in un contesto particolare in cui i governi cambiavano continuamente. Inoltre, oggi ci troviamo davanti a più poli e coalizioni politiche mentre al tempo della legge elettorale si pensava ad un bipolarismo netto, all’anglosassone. L’altro elemento era quello della semplificazione della politica. Qui al tavolo, al contrario siamo una marea. La soluzione è andare a rivedere le regole del voto, mettendo degli sbarramenti per evitare che ognuno si crei il proprio gruppetto politico. Poi serve creare le condizioni perché che va a governare abbia acquisito il 50%+1 dei voti validi espressi dalla popolazione». Poi prosegue il capogruppo del PSD: «La legge elettorale dovrebbe permettere anche una selezione della classe politica. Mi spiego: I partiti storici si devono rimettere in discussione, per formare una classe politica del futuro perché non ci può essere una buona politica senza buoni partiti e movimenti che crescano generazioni di persone capaci di fare politica. Ma non si può entrare in Consiglio con una manciata di voti, a causa del ballottaggio, senza alcuna rappresentatività e senza alcuna esperienza. Ci sono consiglieri che non hanno preso mai parola. In un anno e mezzo questa maggioranza ha distrutto il futuro della Repubblica». Interpellato sull’unificazione dei socialisti, Belluzzi chiosa: «Il nostro progetto politico con le altre forze socialiste sta andando avanti, proprio perché per governare bene anche i partiti devono ristrutturarsi e semplificare la proposta politica».

Poi Giardi dà la parola ad Eva Guidi di SSD. «Apprendiamo questa sera che si vuole lanciare un referendum e vedremo se ci sono possibilità per migliorare la legge elettorale. Per favore, però, che non si torni indietro, al periodo della grande instabilità, in cui ci sono stati quasi dieci governi in dieci anni. La legge del 2008 ha dato una grossa risposta al problema della governabilità. Questa legge elettorale ha tolto alle Segreterie dei partiti di fare e disfare i partiti. La nostra legge dà la possibilità di sapere quali sono i partiti, i programmi e le persone della Coalizione. Sono i cittadini che devono decidere chi sono le persone che devono andare a governare. C’è anche lo sbarramento del 3,5%». A proposito della semplificazione del quadro politico, il Segretario SSD continua: «A novembre SSD è diventato un partito a tutti gli effetti, ed è stato un percorso semplice perché tutte le forze politiche venivano da valori e radici comuni. Se si riesce ad aggregare e ad avere forze più numerose trovando una sintesi penso possa essere un cambiamento in meglio. La semplificazione del quadro politico è sempre un elemento positivo. Considero positiva anche la sintesi tra PS e PSD, perché hanno valori simili ai nostri». Sulle prossime riforme, il consigliere di maggioranza precisa: «Le riforme vanno portate avanti. In alcuni casi, come per le pensioni, tutte le forze sono state chiamate al tavolo e mi risulta che si sia rallentato il percorso per fare entrare anche le parti sociali in gioco. Sulla condivisione, io, a volte mi sento però anche di dire che tra maggioranza e minoranza le cose non si fanno sempre insieme per possibilità di diverse vedute».

Anche Alessandro Mancini sostiene che quello che sta succedendo al Paese è figlio di questa legge elettorale. «Molti nostri colleghi sono in consiglio per un pugno di voti, sanno di avere preso un treno che per loro non passerà mai più. Ci troviamo provvedimenti che nascono senza confronto  perché ci si chiude a riccio, come fa questa maggioranza. C’è un sistema di regole che non è compatibile con un dibattito sano per la politica. La proposta della DC sarà sostenuta dal PS e penso da altri partiti. Le regole del gioco devono essere messe in discussione affinché il rapporto tra eletto ed elettore sia più diretto». Giardi domanda se basterà modificare la legge elettorale per cambiare il clima politico. «Servirà anche la riorganizzazione della politica e serve confronto. E’ possibile portare un decreto scuola in ratifica quando inizia l’anno scolastico? O peggio ancora, fare ricorso all’avvocatura di Stato, se fare un’audizione in commissione oppure no? Questo non è confronto, ma è una parte del titolo della serata. Questo accade anche in Consiglio. Quante volte in aula un consigliere di Adesso.sm ha detto che non era d’accordo? Neanche una volta. Col 30% si governa il Paese se si parla anche con l’altro 70%».

Sul confronto tra forze politiche, Lorenzo Lonfernini è netto: «noi siamo sempre pronti, ma per un motivo o un altro il confronto finisce sempre prima di cominciare, per responsabilità di entrambi. Detto questo, se si è arrivati allo scontro, non nascondo che alcune responsabilità ci possano essere anche da parte della maggioranza e del governo». Sulla proposta referendaria il consigliere di Repubblica Futura vuole vederci chiaro: «aspettiamo di vedere la proposta in concreto. Per noi non è un tabù. Siamo disposti a migliorare la legge elettorale, ma dei paletti vorremmo metterli per quanto riguarda le cose che diceva prima Eva Guidi. L’instabilità non può essere più quella di allora. Nella legge elettorale del 2008 si parlava di un progetto di legge sullo statuto delle opposizioni. Questo articolo potrebbe essere ripreso, predisponendo norme che diano all’opposizione la possibilità di portare avanti l’iter legislativo». Sulla titolo della serata sulla possibile dittatura della maggioranza Lonfernini chiarisce: «io credo sia un po’ una provocazione. Per me non è così. Rigetto, poi, il discorso che alcuni di voi hanno fatto dicendo che il Governo e la maggioranza sono “teleguidati” da fuori».

Giardi, chiede allora a Roberto Ciavatta se si potrebbe potenziare il ruolo delle opposizioni. «In questa legislatura – ribatte il consigliere di RETE – non c’è dialogo per cui noi non presentiamo mai progetti di legge. I membri di maggioranza che oggi sono qui, non erano neanche stati eletti, ma sono entrati per il ballottaggio». «Io – riprende Ciavatta – considero questo governo un male per il Paese. La politica nel passato ha fatto male al Paese, ma credo che questo governo sta facendo peggio del passato. Sono 3 membri di governo e qualcuno da fuori. Molti di loro si sono trovati catapultati a gestire il Paese e non è una cosa semplice. Potentati ci sono anche all’interno del Paese e queste persone, dal mio punto di vista, hanno rapporti con questo governo. Mancano gli anticorpi istituzionali e oggi noi sappiamo che se un gruppo finanziario che vuole gestire le cose del Paese si impossessa del Governo, può farlo o e non c’è nessuna forma di anticorpo per fermarli. Adesso non sono più le segreterie di partito a decidere i governi. Adesso vengono decisi tutti in un palazzo lungo la superstrada!». Sulla legge elettorale Ciavatta è netto: «va cambiata perché non funziona. A livello nazionale il mio voto deve valere come il suo. Serve garantire la rappresentatività, come è successo in Italia, dove i due gruppi al Governo rappresentano più del 50% dei votanti. Sul contenuto della proposta referendaria della DC ci ragioneremo, ma crediamo sia un momento fondamentale. Però, mi vorrei impegnare anche per presentare un progetto di legge di modifica della legge elettorale». Chiude poi con una battuta: «pochi anni fa – parlando di RETE – eravamo inesperti, abbiamo fatto la gavetta, abbiamo studiato, combattuto… alle ultime elezioni il nostro peso politico è aumentato e non nascondo che speriamo di diventare il primo partito!».

Luca Boschi, esordisce gentilmente ringraziando la Democrazia Cristiana per l’invito: «Grazie alla DC anche per questa festa così partecipata, che un po’ invidio. Io ero qui anche ieri sera con i miei figli». Venendo al tema della serata il consigliere di C10 chiarisce: «sono state dette tante cose. Noi abbiamo saputo questa sera dell’iniziativa sul referendum per cambiare la legge elettorale. Tutto è migliorabile, ma alcuni punti devono essere chiari. Se non c’è la volontà personale di confrontarsi non si va da nessuna parte. Questa legge elettorale non è perfetta. Era stata studiata su un sistema politico diverso. Oggi i cittadini sanno chi sarà a governare ed il governo dura fino alla fine della legislatura, senza possibilità di ribaltone e il premio di maggioranza garantisce la possibilità di governare». Boschi, poi, si esprime sulla preferenza unica: «è stato uno degli elementi che ha portato in consiglio tanti nuovi volti che hanno preso poche preferenze. Io non la amo, perché rende molto più personalista la campagna elettorale, ma i cittadini hanno voluto così». Poi, sulla proposta della DC esprime alcune perplessità: «Da quello che ha detto Cardelli, tra I e II turno ci saranno apparentamenti. Noi preferiamo che le alleanze si facciano prima del I primo turno per dare una unicità basata sul programma comune. A me la situazione italiana non piace. Non è lì che dobbiamo andare. In Italia il voto è molto rappresentativo, ma ci sono elettori che oggi si trovano in coalizione con altri che non volevano». Poi chiude sulla situazione politica attuale: «Questo governo ha avviato la sua azione in una situazione difficile, a prescindere da chi l’abbia creata. Nel 2016 il sistema paese era in enorme difficoltà. 20 mesi sono serviti a prendersi in carico le responsabilità, un periodo di rodaggio e di emergenze. Vedremo al termine del percorso dove ci porterà. Noi pensiamo che un percorso di uscita dalla crisi era già stato avviato ma il sistema bancario era estremamente opaco e credo ci fosse bisogno di una operazione di emersione dell’opacità e mi riferisco alla Cassa di Risparmio. Adesso serve un cambio di passo. Penso che il sistema San Marino non sia più sostenibile e serva farlo ripartire».

Federico Pedini Amati esordisce dicendo: «Questa legge elettorale ha funzionato quando il premio di maggioranza era di 4-5 consiglieri. Questa maggioranza, al contrario è stata eletta dalla minoranza. Da 20 sono diventati 35. In Italia Governa il 70% dei partiti facente parte dell’arco elettorale, a San Marino il 30%. Non è vergogna dire che la legge elettorale ha un problema se, ad esempio, Luca Beccari con 170 voti è rimasto fuori e persone con 20 voti sono entrate in Consiglio. Va rivista». Poi, passa all’attacco del Governo: «Penso sia sotto gli occhi di tutto il Paese che questo governo, in tutte le sue Segreterie, ha fatto danni clamorosi: Celli ha chiuso una banca, ha comunicato con Confuorti per scrivere i decreti. Con Cassa di Risparmio ha fatto danni enormi. Ha cambiato i vertici più volte. Uno, da solo, dei danni così è quasi impossibile che riesca a farli. Poi abbiamo Franco Santi, una brava persona, ma molto impiantato su certe cose, e lo vediamo adesso sulla riforma previdenziale. Il Segretario agli Esteri è non pervenuto. Non si sa cosa faccia e va in giro per il mondo senza dire niente. In ambito di giustizia ha mandato via il Magistrato Dirigente Pierfelici così, senza alcuna spiegazione». Poi, anche lui conclude con una battuta rivolta ai membri di maggioranza presenti: «Alle ultime elezioni avete fatto un governo contro la Democrazia Cristiana. Facciamo un governo tutti, insieme, tranne Alleanza popolare, che sono 12 anni che governa e dà sempre la colpa agli altri!».

Il video integrale della serata è sul canale youtube del PDCS, www.youtube.com/pdcs1948 e sul sito www.pdcs.sm, dove troverete anche tutte le immagini della serata di ieri nella gallery. Questa sera, alle 20.30, a chiusura della parte politica interverrà il Segretario del PDCS Gian Carlo Venturini che farà il suo intervento in piazza Bertoldi al popolo dell’Amicizia. Sempre questa sera, in piazza Bertoldi, alle ore 19.00 ci sarà lo spettacolo varietà proposto dai ballerini di Mirco e Sandra, seguito alle ore 21.15 dalla musica dell’orchestra di Omar Lambertini! Il tutto insieme agli stand gastronomici, stand espositivi e ruota della fortuna.

Agli orti Masi, per i più giovani, la musica delle band D-Sease, Alibi, Epracmeid, Son Voi, Outlaw, Five Sides e serata metal con Necrofilia e, come sempre, ci sarà anche animazione bimbi, zucchero filato, palloncini, trucca bimbi, castello gonfiabile! A conclusione della festa, infine, ci sarà l’estrazione della Lotteria dell’Amicizia che, quest’anno, mette in palio 4000 € e numerosi altri premi. Inoltre, come di consueto, questa mattina ha avuto corso la classica Podistica dell’Amicizia che, anche quest’anno ha avuto la partecipazione di circa 300 corridori, e ha visto trionfare sul podio Michele Agostini come vincitore, Bugli Lorenzo e Giorgi Luca, rispettivamente 2° e 3° classificato. Per le donne, Chiara di Lorenzo si è aggiudicata la vittoria, seguita da Elena Colella e Garattoni Luana. Per maggiori informazioni su tutto il programma della festa potete consultare: il sito del PDCS www.pdcs.sm la pagina Facebook del PDCS: www.facebook.com/PDCS.SanMarino

 

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