Commissione territorio: Michelotti presenta il piano strategico ambientale

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Commissione Consiliare IV: Augusto Michelotti, Sds Territorio
Il piano strategico che chiude la seconda fase del Prg è stato presentato in serate dedicate, c’è stata una serata con l’opposizione il 2 agosto scorso a Palazzo Graziani e nei giorni successivi è stata consegnata la presentazione dello studio Boeri. Stiamo chiudendo questa pratica, avevo avvertito durante la serata che ci sarebbero state piccole modifiche e aggiunte dal 2 agosto. Proseguirei con la descrizione Piano strategico che è l’asset su cui stiamo lavorando.

“La redazione della componente operativa del nuovo PRG di San Marino richiede una verifica preliminare sugli obiettivi di carattere generale che sono emersi dalla vision al 2030 per lo sviluppo territoriale e urbano della Repubblica. Il piano strategico, che ha valore di indirizzo, ha proprio questo obiettivo ossia di fissare alcuni elementi di sviluppo che possano orientare la definizione del piano operativo e delle relative norme.

Il piano strategico dunque ha come obiettivo principale quello di potenziare e mettere in rete le ricchezze economiche, sociali, spaziali, ambientali e culturali della città con lo scopo di avviare uno sviluppo urbano e territoriale più sensibile verso i temi della sostenibilità e della qualità urbana avendo come riferimento metodologico la parte delle analisi, della vision e degli scenari di piano già sviluppati e approfonditi.

La costruzione del Piano Strategico è partita dalle invarianti che sono state definite di concerto con la Segreteria al Territorio e rappresentano un aspetto rilevante del Piano in quanto esplicitano gli obiettivi di riferimento che il nuovo piano deve perseguire.

Le invarianti rappresentano quindi gli elementi strutturanti delle scelte progettuali e illustrano i livelli prestazionali che le trasformazioni previste dovranno garantire, esse riguardano:

1) il contenimento Consumo di suolo ossia la messa a punto di politiche per limitare l’espansione della città su aree libere al fine di tutelare la risorsa suolo e la qualità eco sistemica delle aree greenfield. Contestuale incentivazione della riqualificazione del tessuto urbano esistente, all’interno della città consolidata.

2) la messa in sicurezza del territorio intesa come incremento della sicurezza urbana sia in termini economici che di carattere sociale e ambientale, e quindi riguardante il sistema del welfare, dei servizi e del quadro vincolistico geologico ed idraulico.

3) l’aumento della qualità urbana inteso come salvaguardia e valorizzazione delle aree non costruite al fine di rafforzare il sistema ambientale come elemento di mitigazione degli effetti della città costruita e rigenerazione della città pubblica attraverso un sistema di servizi e spazi pubblici in grado di riattivare processi urbani e rigenerazione del patrimonio edilizio a favore di un sistema più efficiente che riduca le emissioni nell’atmosfera e incrementi il potere attrattivo della città.

4) la valorizzazione del patrimonio storico come azione di salvaguardia e valorizzazione degli edifici e degli spazi identitari di San Marino ed al tempo stesso la progressiva rivitalizzazione sociale ed abitativa dei nuclei storici.

Il piano strategico legge la città di San Marino come un sistema di pieni e vuoti ed esplora, nella specificità degli stessi, le opportunità intrinseche, non sempre evidenti, di diventare occasioni progettuali, a tutte le scale, per produrre innovazione e modernità e, soprattutto, qualità urbana.

Occorre ricordare che la crescita della città per pura addizione non ha prodotto la necessaria qualità e funzionalità, questa è una condizione che ha connotato anche lo sviluppo della città di San Marino soprattutto in questi ultimi decenni.

Il piano strategico intende quindi riconquistare questi aspetti attraverso la proposizione del concetto di città pubblica e attraverso una metodologia progettuale basata sulla sottrazione, introducendo strumenti di rigenerazione e di sostituzione del patrimonio edilizio esistente, ponendo i cosiddetti vuoti urbani e le aree interstiziali in condizione di svolgere una funzione strutturante ed eco sistemica per valorizzare al meglio i “pieni” dell’urbanizzato anche mediante limiti edificatori che si confrontino con l’odierna identità urbana.

Del resto, nella storia della città europea, lo spazio aperto pubblico, che comprende verde, servizi e mobilità sia lenta/veloce, sia individuale/collettiva- ha da sempre rappresentato la struttura qualitativa portante ed invariante delle città.

Il piano strategico è stato suddiviso in quattro sistemi per i quali sono state date delle specifiche indicazioni utili a dare una visione complessiva dello sviluppo urbanistico e territoriale che il piano operativo sarà chiamato ad attuare.

INDICAZIONI SUL SISTEMA AMBIENTALE

Sistema ambientale di rilevanza urbana di nuova previsione

Rappresenta l’insieme delle aree pianificate dal PRG del 92 (AT,VP,PP,VE) che sono state messe in rete attraverso elementi di continuità ambientale ed ecosistemico al fine di garantire una migliore qualità ambientale ed urbana nel suo complesso. Tale sistema evidenzia una continuità verde sia interna che esterna al perimetro dell’area urbana.

Fasce ambientali di salvaguardia dei corsi d’acqua di nuova previsione Sono state individuate delle fasce di salvaguardia dei corsi d’acqua che costituiscono il reticolo idrografico principale della Repubblica rappresentato dal fiume Marano e dal torrente San Marino.

Per tale fascia di salvaguardia si ipotizza una larghezza di 10 m per lato al fine di garantire la continuità ambientale e l’accesso pel le manutenzioni e gli interventi di messa in sicurezza delle sponde.

Fasce filtro di mitigazione delle aree urbanizzate

Sono delle fasce di valenza ambientale introdotte prevalentemente per mitigare gli impatti visivi e ambientali che generano gli insediamenti urbani e produttivi. Tali fasce hanno larghezza variabile e rappresentano degli elementi intermedi tra sistema urbano e sistema agricolo.

Parchi agricoli periurbani

Sono delle aree agricole che si inseriscono all’interno delle aree edificate e seguono l’orografia del territorio; si tratta di una sequenza di aree agricole che si estendono da Domagnano fino a Dogana I parchi agricoli periurbani rappresentano degli ambiti di prossimità agricola contraddistinti dalla presenza di orti urbani e piccole produzioni locali.

Aree agricole di valore paesaggistico

Sono rappresentate dall’insieme delle Aree Naturalistiche Tutelate (ANT) introdotte con il Piano Particolareggiato A.N.T. che il nuovo piano va a recepire come elementi strategici di valore paesaggistico come ad esempio i calanchi, i crinali e le aree boscate.

Aree agricole di tipo estensivo

Sono aree agricole di valore produttivo di tipo estensivo, connotate da elementi orografici variegati e si estendono prevalentemente nella parte sud del territorio della Repubblica connotato dalla alternanza di prati stabili aree calanchive e aree agricole.

Aree agricole di tipo intensivo

Si tratta di ambiti agricoli principalmente localizzati nella parte nord del territorio della Repubblica, storicamente utilizzati ai fini agricoli e connotati dalla presenza di coltivazioni di grande rilevanza (vigneti, oliveti, piantagioni ecc…).

Aree calanchive da salvaguardare come matrici paesaggistiche

Sono gli elementi caratteristici del territorio sammarinese che lo connotano in larga parte. I calanchi vengono riconosciuti come elementi della matrice paesaggistica da preservare e tutelare nella loro integrità.

Strade parco (in via di definizione)

Il piano strategico riconosce come strada parco il tracciato che collega Montegiardino a Chiesanuova e la strada delle Cinque Vie come principali viste attive dinamiche della Repubblica. Da esse è ben visibile un insieme complesso di elementi costitutivi del paesaggio sammarinese quali la Rocca, i calanchi e l’andamento sinuoso/frastagliato del territorio.

Punti panoramici principali

In un territorio come quello di San Marino è cosa complessa definire punti specifici qualificabili come vista attiva, poiché, la morfologia, in progressiva risalita verso la base dei versanti, apre con frequenza visuali e punti panoramici di grande effetto percettivo. Per tale motivo il piano strategico ne individua alcuni ritenuti ragionevolmente significativi (o anche esemplari per la definizione di altri punti panoramici o la valutazione paesaggistica di contesti analoghi), principalmente al fine di salvaguardare il territorio da azioni di trasformazione o gestione che possono disturbare o inficiare le viste medesime ed i valori ad esse connessi. Di seguito alcuni esempi:

– punto panoramico di Piazza della Libertà, con vista del Montefeltro

– punto panoramico dell’area ex Tiro a Volo, con vista dei territori dell’Adriatico

– punto panoramico di Strada Prima Gualdaria, con vista dell’ambito paesaggistico di Canepa

– punto panoramico di Strada Maiano, con vista del Monte Titano

– punto panoramico di Strada Canelli, con vista delle aree calanchive della zona di Ventoso

INDICAZIONI SUL SISTEMA IDROGEOLOGICO

Le analisi e le verifiche effettuate sul territorio della Repubblica come approfondimento della carta della pericolosità elaborata dalla Protezione Civile, hanno permesso di individuare diverse componenti morfologico-dissestive che limitano di fatto la fruibilità ai fini urbanistici di ampie porzioni del territorio, esse principalmente riguardano:

Aree calanchive

I calanchi sono forme di erosione legati all’azione dilavante delle acque su suoli argillosi. La morfologia che ne deriva, di grande fascino paesaggistico, si presenta, naturalmente, priva di copertura vegetale con segni costanti di evoluzione e arretramento dei cigli di scarpata. Nel territorio di San Marino i numerosi interventi di bonifica messi in atto negli anni hanno limitato i fenomeni di evoluzione della forma senza però riuscire ad arrestarli completamente.

Frane attive

Sono stati cartografati sotto questa definizione i fenomeni che presentano evidenze di movimento in atto (presenza di indicatori cinematici di neoformazione) o nel caso in cui vi siano notizie di riattivazioni significative in tempi recenti permanendo le condizioni geomorfologiche che hanno dato origine al dissesto; non sono state fatte classificazioni in base all’entità, alla velocità e alla tipologia del fenomeno.

Paleodepositi

Si tratta di terreni formatisi in condizioni climatiche e morfologiche talvolta molto differenti rispetto ad oggi che presentano quindi disequilibri rispetto alle condizioni morfoclimatiche attuali; si tratta principalmente di corpi detritici allungati che si aprono verso valle raggiungendo spessori considerevoli.

Aree soggette a crolli

Al piede dei versanti rocciosi più acclivi e delle frane di crollo sono stati evidenziati quei settori potenzialmente raggiungibili dalle porzioni lapidee mobilizzate e che, per la rapidità di movimento che contraddistingue questo tipo di dissesto, si trovano in condizione di estrema vulnerabilità.

Segnalati i fenomeni precedentemente descritti, che richiedono le maggiori attenzioni a causa della loro estrema pericolosità, sono state individuati e cartografati ulteriori elementi che si ritengono di particolare attenzione rispetto alla presenza del patrimonio edilizio che vi ricade e soprattutto per eventuali future edificazioni, essi principalmente riguardano:

Frane quiescenti

Si tratta di frane per le quali non risultano movimenti attuali evidenti e neppure riattivazioni in tempi recenti ma di cui si ha notizia storica o evidenza morfologica. La mancanza di segni di movimento o addirittura la mancanza di dati storici non esclude la possibilità di riattivazione di tali processi quando permangono le condizioni geomorfologiche che hanno dato origine al dissesto.

CAD (coperture argilloso detritiche)

Sono ben descritte sulla bozza della Relazione Stralcio Rischio Idrogeologico redatta dalla Protezione Civile come “complessi caotici costituiti da blocchi e/o clasti provenienti dalla formazione di San Marino inglobati in una matrice argillosa più o meno abbondante, lo spessore è molto variabile, raggiunge e supera i 30 metri nella zona di Cailungo e Domagnano”; in questo tipo di deposito si evidenziano frequentemente fenomeni di instabilità.

CDF (detrito di falda)

Si localizza in quei settori alla base delle pareti rocciose di maggiore ampiezza; il detrito di falda, anche se presenta talvolta fenomeni di cementazione, risulta potenzialmente soggetto a fenomeni di movimento gravitativo delle coltri e a fenomeni di crollo a causa delle condizioni di affioramento (estrema acclività) e della posizione (al piede di versanti).

Aree di potenziale dissesto

Si tratta di ampi settori del territorio dove le coltri di detrito, prevalentemente argillose, sono molto spesso interessate da movimenti lentissimi in grado di agire anche su pendii con inclinazione di pochi gradi. Il movimento, che interessa le porzioni più superficiali del terreno, agisce in modo omogeneo su superfici anche molto vaste. Sulla base del tipo di movimento, questi processi lenti e areali possono essere suddivisi in creep e soliflussi. Sono ricomprese in questa definizione anche le aree le cui caratteristiche litologiche, geologiche, idrogeologiche e morfologiche inducono ad un quadro di stabilità prossimo all’equilibrio limite.

INDICAZIONI SUL SISTEMA INSEDIATIVO

Nuclei storici comprendenti zone A1 e A2 da salvaguardare

La tutela e valorizzazione del sistema complessivo dei centri, nuclei ed insediamenti storici assume carattere prioritario nel quadro della strategia storico-paesaggistica del piano in base alle specifiche connotazioni paesaggistiche locali. L’individuazione di centri, nuclei e insediamenti storici è stata fatta sulla base delle carte catastali storiche ad opera di Pelacchi (1775-1777), Santucci (1825-1827) e Baronio (1898).

Ambiti urbanizzati esistenti

Gli ambiti urbanizzati esistenti rappresentano il 20% del territorio della Repubblica di San Marino. Se si considerano le aree non urbanizzabili del territorio come ad esempio le aree boscate, le aree calanchive, le aree a rischio idrogeologico, risulta che il 52% del territorio è consumato. Il nuovo Piano, con la delimitazione degli ambiti urbanizzati esistenti, intende contenere l’espansione urbana riqualificando il patrimonio edilizio esistente.

Principali ambiti di sviluppo strategico (in via di definizione)

Rappresentano gli ambiti in cui localizzare funzioni di carattere strategico per lo sviluppo economico e territoriale della Repubblica.

Principali ambiti di rigenerazione (in via di definizione)

Sono ambiti che si contraddistinguono per un alto livello di degrado e dismissione, nella fase di analisi è emersa la presenza di numerose aree di questo tipo sul territorio di San Marino; tali aree, nel nuovo Piano, saranno oggetto di specifiche azioni di rigenerazione e recupero urbano anche attraverso l’applicazione di incentivi urbanistici.

Principali ambiti di riqualificazione (in via di definizione)

Sono ambiti di carattere urbano, già prevalentemente edificati e urbanizzati che evidenziano una scarsa qualità urbana sia in termini di spazi pubblici che di mobilità. Il nuovo piano su queste aree prevede l’attivazione di specifici progetti di riqualificazione e miglioramento urbano.

Principali aree di trasformazione in corso (in via di definizione)

Si tratta delle principali aree di attuazione indiretta a piano particolareggiato in corso di trasformazione e per le quali esiste una convenzione attiva e che rappresentano i principali interventi di carattere edilizio e urbanistico di San Marino.

INDICAZIONI SUL SISTEMA INFRASTRUTTURALE

Riqualificazione della Superstrada (in via di definizione)

Le infrastrutture viarie che attraversano il territorio sammarinese sono suddivise in base alla Legge n.7 del 29/01/1992 Piano Regolatore Generale (P.R.G.) e relative norme di attuazione in quattro categorie. Il nuovo piano si pone l’obiettivo di riclassificarle secondo il reale valore che le diverse direttrici hanno assunto nel corso del tempo. Nello specifico, dal punto di vista funzionale, la singolarità della Superstrada consiste nell’acquisire aspetti e ruoli territoriali differenti lungo il suo percorso. Il piano indicherà come strategico il progetto di riqualificazione della Superstrada al fine di migliorarne la permeabilità pedonale, aumentarne la sicurezza stradale anche ripensando alcune delle intersezioni che oggi insistono sulla stessa.

Altro aspetto che viene inserito nel piano strategico è riferito alla razionalizzando il sistema degli accessi alle proprietà private poste ai lati della Superstrada ed alla sosta su strada sulla stessa.

La generale riqualificazione dei bordi della Superstrada mira a porre le basi per una diversificazione dei modi di trasporto che potranno percorrerla:

  • La Linea di Forza (LDF) trattata nei punti successivi con particolare attenzione alle nuove tecnologie legate ai veicoli autonomi.
  • Il sistema pedonale.

Accessi principali alla Repubblica

Il Piano Strategico individua e classifica gli accessi alla Repubblica ponendo le basi per una definizione gerarchica degli stessi sia ad una loro diversificazione a livello di flussi veicolari e pesanti in ingresso ed in uscita da San Marino sia per porre le basi per una generale riqualificazione degli ambiti al contorno.

Sulla base dei flussi veicolari esistenti si è andati a classificare gli ingressi come principali e secondari e si vanno a prevedere percorsi consentiti per i veicoli pesanti in approccio alle zone industriali.

Accessibilità al Centro Storico di Città di San Marino

Il Piano andrà ad individuare una strategia utile al miglioramento dell’accessibilità al centro storico di Città di San Marino ponendo le basi per una generale riqualificazione di ambiti come il Parcheggio della funivia di Borgo Maggiore, il centro storico di Borgo Maggiore, l’area della Baldasserona, le gallerie esistenti tra Borgo Maggiore e Città di San Marino, l’area di Fonte dell’Ovo, Piazza della Stazione e alcune delle aree oggi utilizzate per accogliere i parcheggi di prossimità al Centro Storico.

L’obiettivo è quello di razionalizzare i flussi diversificando la strategia per i diversi utenti e ponendo grande attenzione alle esigenze dei residenti e dei lavoratori del Centro Storico. A tal fine verranno previste soluzioni migliorative per la gestione della sosta nel centro storico individuando aree specificatamente destinate ai residenti (parcheggi di prossimità) e per i visitatori (parcheggi remoti).

Si andrà inoltre a rivedere la strategia di accesso degli autobus turistici in Centro Storico andando a prevedere specifiche aree per la sosta lunga ed aree drop off più prossime ai sistemi di risalita.

Ipotesi tracciato People Mover e rete del trasporto pubblico

All’interno del piano è stato individuato un corridoio detto LDF (Linea di Forza) che insisterà lungo la Superstrada e per il quale si sta parallelamente sviluppando uno studio di fattibilità volto all’individuazione di possibili alternative di tracciato e valutando diverse tecnologie applicabili (People Mover, “Electric Bus” in sede riservata, “Smart Lanes” per veicoli autonomi o tecnologie alternative in fase di valutazione). La LDF di configurerà come la rete portante della rinnovata offerta di trasporto collettivo della Repubblica.

Oltre al tracciato verranno individuati gli ambiti strategici dove in futuro potrebbero essere localizzati funzioni compatibili come punti di interscambio tra diversi modi di trasporto, parcheggi Park&Ride e servizi alla mobilità.

Di particolare importanza sarà l’individuazione di un parcheggio di interscambio da situare, in via previsionale, in area Rovereta in territorio italiano nei pressi del Polo del lusso al fine di intercettare  i grandi flussi di traffico veicolare di ingresso nella Repubblica e permettere di attuare un cambio modale verso il sistema di forza precedentemente descritto.

Tracciato escursionistico del Titano

Il Piano contiene una serie di tracciati escursionistici, di cui il principale sarà quello del Titano che avranno l’obiettivo di mettere a sistema l’importante patrimonio sentieristico della Repubblica oggi frammentato e privo di gerarchia. L’obiettivo sarà quello di creare una rete pedonale di collegamento tra tutti i Castelli interconnessa con il sistema ciclabile trattato nella voce successiva e con il sistema della mobilità alternativa precedentemente citata.

Percorsi ciclabili esistenti e di progetto

Nell’ottica di dotare la Repubblica di una rete integrata e sostenibile legata alla mobilità attiva, si propone l’inserimento di una rete ciclopedonale portante che possa sia essere utilizzata per spostarsi all’interno del territorio sammarinese attraverso l’utilizzo di veicoli anche elettrici e/o a pedalata assistita sia riconnettere porzioni del territorio oggi poco accessibili.

L’obiettivo di incentivare l’utilizzo della bicicletta risulta strategico anche in un’ottica di sostenibilità generale della mobilità sammarinese oltre che per contribuire a rendere San Marino il primo Paese europeo “Carbon Free”.

Il progetto porrà le basi allo sviluppo di uno specifico piano della Ciclabilità che permetterà di inserire lungo i tracciati elementi di arredo, HUB di interscambio con i sistemi di trasporto pubblico, servizi di bikesharing tradizionali, a pedalata assistita ed elettrici oltre che la possibilità di inserirsi nella rete degli itinerari cicloturistici internazionali renderebbero il progetto di valenza strategica per la realtà sammarinese”.

SMNA

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