Su “The Guardian” un focus sulla situazione finanziaria di San Marino

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San Marino. L’edizione online del Guardian dedica oggi un approfondimento sulla situazione finanziaria di San Marino. Al centro dell’articolo la possibile richiesta di un prestito di 250 milioni di euro al Fondo Monetario per sostenere il comparto bancario, ancora appesantito da 1,7 miliardi di crediti inesigibili, pari a circa il 117% del Pil. Un importo che può sembrare modesto – scrive la corrispondente Angela Giuffrida – se paragonato ai 185 miliardi di euro di crediti deteriorati delle banche italiane, ma vista l’esigua popolazione del Titano, si calcola un debito di 7.500 sterline per residente, circa 8.400 euro. The Guardian dà voce al Segretario di Stato alle Finanze, Simone Celli, secondo cui “l’assistenza del FMI potrebbe contribuire a ripristinare la credibilità dell’intero Paese”, non solo quindi al sistema bancario.
Inizia poi un excursus sulla storia recente dell’economia del Titano: dall’inserimento nella black list, agli scudi fiscali del Ministro Tremonti. Da qui gli sforzi dei governi che si sono succeduti per uscire dalla lista dei “paradisi fiscali”. Sull’argomento è stato sentito il Segretario all’Industria, Andrea Zafferani: “In passato le cose non erano molto chiare, ma ora San Marino vuole davvero voltare pagina”. Per la giornalista Giuffrida, nel centro storico della Repubblica non c’è traccia di queste turbolenze economiche. Ricorda che San Marino è ancora uno dei Paesi più ricchi al mondo in termini di Pil pro capite, con circa il 90% dei residenti che possiede una casa di proprietà.
I turisti continuano a salire sulle pendici del Titano alla ricerca di ricerca di profumi, occhiali ed elettronica, ma il settore del commercio soffre la crisi generalizzata con – nelle parole di Andreina Bartolini dell’Usc – 48 negozi chiusi nell’ultimo anno ed i restanti costretti ad abbassare drasticamente i prezzi dei prodotti, “cose mai viste prima”. Fra i fattori scatenanti, il calo del rublo che ha ridotto i visitatori russi.
Fra i prossimi passi per riordinare i conti dello Stato, interventi definiti “impopolari”, come la riduzione dei salari del settore pubblico e la revisione delle pensioni. Per il governo “mali necessari per riportare San Marino in carreggiata”. Il governo è consapevole che tali decisioni non saranno accettati di buon grado dalla popolazione: “Dopo vent’anni di benessere, è normale che ci saranno proteste – ha detto Celli – ma gli interventi sono necessari per rendere il Paese più sicuro e credibile”. (Fonte: San Marino RTV)

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