Il futuro europeo non è una questione di generosità del Segretario Renzi

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San Marino. Il futuro dei cittadini e delle cittadine sammarinesi è nell’integrazione Europea ma l’inefficienza aristocratica e una concezione padronale della politica oscurano questo futuro.

Il responsabile degli Esteri considera ‘ingenerose’ le critiche rivoltegli ma ingenerosa è la sua condotta nei confronti della cittadinanza. È ingenerosa dopo anni di negoziato la perdurante assenza di iniziative pubbliche che ne chiariscano esattamente i termini attuali.

È ingeneroso escludere la cittadinanza, scegliendo la modalità segreta e della sola Commissione Esteri nel trattare quel negoziato. È ingeneroso continuare ad ignorare la disapprovazione e l’essere tenuti al margine dei ceti produttivi che chiedono chiarezza.

Ma la politica non è solo questione di generosità ma soprattutto di democrazia e responsabilità: tutto ciò è perciò, anzitutto, irresponsabile e anti-democratico.

Dopo aver baluginato la fine dei negoziati ‘entro il 2019’ sono state evocate ‘linee rosse’ sul negoziato con l’Unione europea. La cittadinanza, ancora una volta, non può averne nessuna chiara nozione. Senza chiarezza queste oscure ‘linee rosse’ sembrano perciò funzionali alla tattica di chi non vuole nessun accordo: evocare ostacoli per dilatare i tempi, rinviare tutto senza arrivare mai a niente.

Il PSD è allarmato e richiama gli Esteri alla propria responsabilità, reclamando con forza il diritto della cittadinanza sammarinese alla conoscenza: condizioni, conquiste e rinunce per approdare al mercato unico, il futuro degli accordi già in essere con l’Italia, le prospettive ulteriori rispetto quelle economiche, le possibilità di un ruolo politico di San Marino con la UE.

Reclama perciò:

1) la fine immediata delle sedute segrete;

2) la diffusione immediata dei termini precisi del negoziato e della sua scadenza tramite iniziative pubbliche che facciano anche chiarezza sulla strategia del Governo;

3) l’apertura della discussione al resto del mondo politico e soprattutto al resto del paese, categorie economiche e sociali in primis.

Tutto questo è un doveroso atto di responsabilità e democrazia verso la Repubblica, non di generosità.

Gerardo Giovagnoli

 

 

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