Roberto Ciavatta sulla finanziaria: l’unica strada prospettata è l’accattonaggio

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San Marino. Riportiamo una sintesi dell’intervento di Roberto Ciavatta (Rete) in chiusura del comma comunicazioni, prima del dibattito sulla Finanziaria.
(…) Sull’avvio degli incontri del comitato strategico promosso da Abs: è un tavolo per la gestione degli Npl, è stato presentato dall’associazione un piano che si fonda su  un veicolo interno, una bad bank. È lo stesso piano già presentato un paio di anni fa da Abs, pubblicamente, ma in quella sede non erano presenti i membri di governo e maggioranza. Noi non abbiamo presenziato al tavolo, ma abbiamo incontrato Abs privatamente, abbiamo voluto esprimere le nostre gravi perplessità sul fatto che il presidente dell’associazione, Lombardi, è persona sfiduciata dalla sua stessa banca, visto che abbiamo il dovere di salvaguardare l’immagine del sistema, forse è il caso che faccia un passo indietro.
Temo stia giungendo un punto di non ritorno per il Paese. Celli aveva anticipato i tempi, dicendo che a giugno 2017 non saremmo arrivati, scatenando quello che poi tutti sappiamo. E in due anni c’è riuscito, probabilmente sarà difficile arrivare a giugno 2019, in quanto ci sono troppi provvedimenti straordinari nella Finanziaria che scadono nel giugno 2019.  L’apertura di credito con Bcsm, fondo pensioni e quant’altro, sarà difficile risarcirlo. Dobbiamo dircelo, credo che abbiamo raschiato il barile con questa Finanziaria che non cambierà niente. Abbiamo un Fondo pensione con 30 mln di euro da risarcire, qui c’è scritto 10 anni, il debito di Cassa in 25 anni… quest’anno riusciamo a chiudere il bilancio perché abbiamo fatto patrimoniale, condono, anticipo Igr,  ma credo che a giugno dovremo fare i conti con una situazione finanziaria difficile da affrontare. Questa legge di bilancio non può risolvere niente, noi non presenteremo nemmeno emendamenti aggiuntivi di chissà che natura. Quello che noi dobbiamo sapere, è che a queste condizioni arriveremo fra sei mesi a una situazione di bilancio tale che o attiveremo debito estero, oppure questo Stato a giugno non avrà possibilità di andare avanti.

Ad oggi l’unica strada perseguita pare ‘l’accattonaggio’, per riuscire a portare a San Marino capitale tramite contatti di persone benestanti, poco conta se l’Italia  non ci consentirà di fare arrivare questi capitali. Da Fmi, ma anche dalla vicina Italia, ci si dice che solo su piani condivisi e a lungo termine, non sottoposti a cambio di umori della politica, si può aprire un ragionamento. Il Paese non può ripartire senza una fase costituente, se non vi sentite urgenza di salvare il paese, noi invece ce ne sentiamo investiti. A chi vuole evitare fino all’ultimo l’indebitamento estero noi tendiamo la mano. Non mi appello più all’Aula, ma al Paese, agli interlocutori che il nostro movimento incontrerà nei prossimi giorni, a partire dalle associazioni di categoria. Partiremo con un giro di consultazioni con gli stakeholders sammarinesi, per trovare la quadra e stilare un progetto, una serie di impegni nel medio termine, da poter presentare poi fuori dai confini nazionali per poterci presentare come Paese serio che mette in campo soluzioni. Difficilmente questa unificazione degli intenti del Paese può essere promosso da questa maggioranza consiliare.

SMNA

 

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