Consiglio: Matteo Ciacci e Michele Muratori nominati in Commissione Giustizia

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San Marino. Giornata ancora molto calda sui temi della Giustizia. L’opposizione, come aveva anticipato nel dibattito, questa volta concorre al raggiungimento del quorum per consentire la sostituzione dei membri di maggioranza in Commissione Affari di Giustizia. Matteo Ciacci, C10, e Michele Muratori, Ssd, ottengono ben 53 voti e subentrano nella Commissione rispettivamente al posto di S.E. Luca Santoni e del Segretario di Stato Eva Guidi.

I lavori si concentrano poi al punto c) del comma 5, l’esame del progetto di legge qualificata “Modifica dell’articolo 8 della legge Qualificata 30 ottobre 2003 n.145”, presentato dai gruppi di maggioranza. Viene dapprima respinta la Mozione d’ordine dell’opposizione per non il non passaggio degli emendamenti, 31 i voti contrari e 20 a favore.  “Ci siamo detti disponibili a garantire la maggioranza qualificata – spiega Alessandro Cardelli, Pdcs, nell’illustrare la mozione – nonostante ciò, la maggioranza ha deciso di andare avanti, ma non solo. Ha aggiunto due emendamenti al Pdl che riteniamo contrari alla nostra dichiarazione dei diritti”. Di qui la richiesta di ritiro del Pdl e degli emendamenti che “sono una forzatura troppo grande”.

Respinta la mozione, si va dunque all’esame del provvedimento: il presentatore Giuseppe Maria Morganti, Ssd, chiarisce che la relazione di presentazione dal Pdl è superata.  Infatti, rispetto alle modifiche previste all’articolo 8 della legge qualificata che regola le nomine in Commissione Giustizia, poiché si è poco prima superato l’impasse e proceduto al completamento delle componenti di maggioranza, l’intenzione dei proponenti è di mantenere il requisito della maggioranza dei ¾.

Si procede così all’esame degli emendamenti che intervengono su altri articoli della legge qualificata, relativi al ruolo del dirigente, equiparando le sue funzioni a quelle del magistrato dirigente. L’opposizione anticipa che non parteciperà al voto dell’articolato. Nel dibattito sugli emendamenti, i consiglieri di minoranza ribadiscono le contrarietà illustrate nel corso del dibattito al comma 5, ormai aperto da due giorni. Gian Carlo Venturini, Pdcs punta il dito contro l’ennesima prova di forza: “Questo governo e questa maggioranza – manda a dire – non possono andare avanti con queste forzature su temi come questi e poi venire a chiederci di sotterrare l’ascia di guerra per un confronto”. Alessandro Cardelli, Pdcs, osserva che modificando il titolo del provvedimento, si dimostra che “non è più la modifica di un articolo, ma una riforma. E le riforme si fanno in maniera seria”. Gian Matteo Zeppa, Rete e Alessandro Mancini, Ps, sottolineano come il testo in prima lettura “non ha più nella a che fare con gli emendamenti presentati dalla maggioranza”.  Gian Carlo Capicchioni, Psd non usa mezzi termini: “Avete fatto un obbrobrio giuridico. Fermatevi, se no sarà l’ennesima porcata che viene fatta”.

Dalibor Riccardi, del gruppo misto, richiama l’attenzione a “iter procedurali corretti, perché così non si ripristina la giusta serenità nel tribunale”.  Dalle file di maggioranza, Roberto Giorgetti, Rf rigetta le critiche: “Abbiamo accolto quanto richiesto dall’opposizione, non sarà necessario avere meno di 39 voti per nominare anche in futuro i membri della Commissione giustizia”. Sulle altre proposte di modifica rassicura: “La legge non è un’altra legge, si lavora su un’altra parte dello stesso testo. Volevamo recepire che il dirigente del tribunale, la cui nomina era già prevista, dovesse poter fare il dirigente e questo ci divide nel dibattito”.

I lavori si interrompono sulle dichiarazioni di voto: la sessione consiliare si conclude, con la convocazione già ufficializzata di un secondo Consiglio grande e generale di Febbraio, previsto per la prossima settimana, da lunedì 25 a mercoledì 27 febbraio. Nel cui ordine del giorno figura il proseguimento e la conclusione dell’attuale comma 5, oltre che gli altri commi rimasti inevasi.

 

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