Adesso.sm sulla modifica della legge elettorale: un ritorno al passato

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San Marino. Nell’ultima sessione del Consiglio Grande e Generale è stato esaminato un progetto di legge, in prima lettura, presentato dai gruppi consiliari d’opposizione praticamente fotocopia del quesito referendario che chiede di modificare la legge elettorale vigente.
Le leggi elettorali non sono immutabili e devono trovare un giusto equilibrio fra le necessità della rappresentanza, espressione della volontà degli elettori, la governabilità degli Stati e la possibilità di ottenere l’alternanza fra le forze che governano e quelle di opposizione.
L’attuale legge elettorale assicura tutto questo. Da quando è in vigore non vi è più stata l’instabilità che ha generato cambi di governo ogni anno.

I cittadini prima del 2007 davano deleghe in bianco ai partiti che,  secondo interessi certo non pubblici, facevano e disfacevano governi, senza alcun legame con gli elettori sammarinesi e spesso contro la loro indicazione.
L’attuale legge elettorale attribuisce all’elettore il grande diritto di scegliere direttamente chi lo governerà e i temi su cui lavorerà.

Ieri il programma elettorale era un libro dei sogni, oggi rappresenta il programma di governo vincolante.

Ottenuta, al primo turno o nell’eventuale ballottaggio, la maggioranza dei voti, non sono più possibili cambi di governo e il programma viene automaticamente recepito.

La governabilità viene garantita ai i vincitori delle elezioni attraverso l’assegnazione di un premio di stabilità che porta a 35 i Consiglieri che formano una maggioranza solida.

Chi sceglie di non aggregarsi, significa che non indica un’ipotesi di alleanza di governo e quindi viene penalizzato dall’attuale legge elettorale e rischia di perdere un certo numero di Consiglieri in virtù del meccanismo del premio di stabilità.

In ogni caso sono gli elettori a deciderlo, non altri.
Il progetto di legge e il quesito referendario vogliono riportare il Paese al passato, togliendo agli elettori il diritto e il dovere di scegliere da chi essere governati e per fare cosa. Il ritorno al passato lo si vuole realizzare dopo il primo turno, dando la possibilità ai partiti o alle coalizioni di accordarsi fra di loro, a prescindere da qualsiasi volontà degli elettori.

Non viene prevista alcuna ulteriore fase di voto, che certifichi la nuova alleanza siglata e ciò lascia mano libera ai partiti di fare di tutto pur di ritagliarsi un posto di potere.

Si giunge al punto peggiore della proposta di legge quando l’accordo non voluto dai cittadini e realizzato sopra la loro testa, viene cristallizzato con l’applicazione della norma antiribaltone che pretende di rendere irreversibile un’alleanza di governa fatta senza alcuna certificazione del corpo elettorale.
Tutto questo poco ha a che fare con il fatto che l’attuale governo stia operando bene o meno. Nel 2021, quando si terranno le prossime elezioni politiche, con l’attuale legge elettorale gli elettori potranno giudicare l’operato dell’attuale esecutivo di quanto fatto o non fatto sulla base del programma presentato agli elettori alle elezioni del 2016.

In quel frangente i cittadini potranno confermare l’attuale governo, oppure mandarlo a casa e sceglierne un altro. Se viene approvato il quesito referendario si rinuncia a questa potere e il governo che ci sarà non dipenderà dalle scelte dei cittadini, ma dei partiti.
La maggioranza ha chiesto di aprire un tavolo di confronto e di rinviare all’autunno la consultazione referendaria, proponendo l’election day in concomitanza con le elezioni delle Giunte di Castello, per avere più tempo per confrontarci sulle eventuali modifiche alla legge elettorale e risparmiare il costo di una doppia consultazione nell’arco di pochi mesi. Questa soluzione era praticabile con alcuni semplici aggiustamenti legislativi. Purtroppo non si è riscontrata disponibilità da questo punto di vista.
La nostra coalizione riconferma comunque l’apertura di un tavolo di confronto istituzionale con tutti i gruppi consigliari proprio per intervenire sulla legge elettorale e affrontare, in seguito, anche altre tematiche legate all’assetto istituzionale.

Adesso.sm

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