Perchè cambiare la Legge elettorale di Orietta Ceccoli

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Essere un cittadino attivo significa analizzare, documentarsi, pensare ed avere delle proprie posizioni. Oltre che ascoltare le varie posizioni sul referendum confermativo n.1 ho cercato di avere una posizione personale sull’efficacia dell’attuale sistema elettorale utilizzando una modalità molto pragmatica di valutazione.

Ritengo che la vigente legge elettorale debba essere cambiata perché ha originato la “più problematica classe politica degli ultimi 50 anni”; infatti se gli effetti di una legge, che qualcuno può definirla tecnicamente una delle migliori, sono quelli appena scritti sull’attuale gruppo al potere, la logica ci dice che la soluzione migliore è quella di cambiare le regole.

Il corpo elettorale sammarinese non è nettamente distinto tra riformisti e conservatori, la vecchia distinzione tra sinistra e destra, non è reale, abbiamo visto la sinistra non solo sammarinese ma anche europea che è incapace di vedere e di governare le due criticità del modello economico Keynesiano: assicurare la piena occupazione e riequilibrare la distribuzione iniqua della ricchezza e dei redditi.

Lo scenario politico sammarinese si presenta con una pluralità di partiti e di movimenti che sono portatori di istanze e di interessi anche diversificati. E’ dalle loro azioni e dai loro programmi che riusciamo a capire la sfera degli interessi che intendono privilegiare con le loro scelte e le loro soluzioni.

Se il sistema elettorale adotta il sistema proporzionale, è il corpo elettorale con il voto che fornisce le indicazioni di quale sia il partito di maggioranza relativa al quale in primis dovrà essere istituzionalmente attribuito il compito e la responsabilità di formare la coalizione di governo.

Oggi sono cadute le vecchie ideologie e ritengo che le convergenze possano essere ritrovate nel  prioritario accordo sui valori: lo stato di diritto, la democrazia, la rappresentatività, i diritti umani e sociali, l’equità, la sostenibilità e così via.

La mediazione politica è lo strumento concettuale ed operativo per la formulazione di un programma di governo. Dovrebbe essere attento compito del corpo elettorale, dopo il voto verificare in itinere la coerenza sulla realizzazione del programma da parte del governo in carica.

Operare per confronti è un processo mentale di grande efficacia, quindi cerco di presentare un’analisi sul sistema maggioritario e sulla presentazione preventiva al corpo elettorale di coalizioni di governo. In questo caso il processo aggregativo delle forze politiche e dei movimenti non parte da un’indicazione del corpo elettorale al partito di maggioranza relativa, ma è il risultato della volontà degli stessi partiti, di gruppi e di persone di aggregarsi, di elaborare un programma e presentarsi agli elettori. In questo caso il corpo elettorale sceglie il governo, dà al potere esecutivo una legittimazione in bianco rispetto al potere legislativo, cioè al parlamento.

Il divario diventa anche più accentuato se la legge elettorale sancisce anche “un premio di stabilità”. Ne deriva un affievolimento del principio di rappresentatività e viene meno il ruolo del corpo elettorale di dare indicazioni sulla formazione dei governi, perché può scegliere solo tra aggregazioni politiche già precostituite.

La domanda che ne deriva è la seguente: è così necessario che il Congresso di Stato abbia una preminenza e una legittimazione superiore rispetto al Consiglio Grande e Generale? Io penso proprio di no! Lo affermo alla luce di quanto è avvenuto in questi ultimi due anni di vicende della Repubblica. Basta riflettere sulla preminenza del sistema della decretazione rispetto all’iter normale della legge ordinaria.

Siamo all’inizio di un cambio generazionale della classe politica e della classe dirigente: i giovani entrano in scena ed hanno di fronte un mondo e una Repubblica complessi, caotici e immersi nell’innovazione. Ed è proprio per questo che a questi giovani si chiede di saper ascoltare ed osservare, di studiare, pensare, relazionarsi, prendere decisioni ma anche di monitorarle, utilizzando la riflessione e l’umiltà dei propri limiti. Criteri di una cultura classica sempre validi ed attuali.

Si deve considerare un ulteriore elemento, perché recentemente è diventato abbastanza trasparente, cioè il ruolo e l’influenza delle lobby affaristiche sulle coalizione di governo. La narrazione contenuta sul video web sotto il nome “il nano e la fatina” è un innovativo documento conoscitivo.

Per la legge dei piccoli numeri è più facile influire sulle coalizioni precostituite, sono numericamente più piccole, rispetto ad un corpo elettorale, di alcune decine di migliaia di elettori di un sistema elettorale proporzionale Queste considerazioni non sono congetture o previsioni, ma il risultato pragmatico di fatti e di documenti.

L’insieme delle considerazioni sopraesposte mi hanno convinto che bisogna cambiare!

Orietta Ceccoli

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