CSU: sulle principali emergenze del paese manca il confronto

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24 maggio 2019. “Sulle principali emergenze del Paese il Governo continua a chiudere la porta al confronto, teniamo alta la guardia per impedire che a pagare il conto siano solo lavoratori e pensionati”.  E’ la linea emersa dal Confederale della CSU riunito questa mattina al Central Square. E sull’emergenza Fondi Pensione, è arrivata la notizia che il Consiglio di Previdenza ha depositato un esposto in Tribunale per verificare le modalità di utilizzo dei 100 milioni di risparmi previdenziali depositati in Banca CIS. 

I segretari generali Giuliano Tamagnini (CSdL) e Gianluca Montanari (CDLS) sono partiti dall’attualità, ovvero dall’approvazione in Consiglio dell’assestamento di Bilancio, “una operazione tecnico-contabile che emendamenti dell’ultimo minuto  hanno trasformato in una manovra dal sapore clientelare e assistenziale”.

Nel mirino della CSU l’intervento normativo sul regime agevolato delle imprese, presentato alla vigilia del voto e poi fatto slittare a settembre: “Un simil-forfettario che rischiava di far saltare il punto di equilibrio della riforma Tributaria del 2013 – hanno sottolineato i segretari generali – Un inaccettabile tentativo di ritorno al passato, un regalo diretto ad oltre l’80% delle imprese, a cui ci siamo immediatamente opposti. Misura tra l’altro che stride con l’aumento record dei prezzi dei generi alimentari a San Marino: più 5,8%, contro l’aumento dell’1% registrato a Rimini. Una sproporzione davvero insopportabile”.

Il Governo ha invece tirato diritto sulle misure contenute nel pacchetto crescita fortemente contestate dalla CSU, in particolare le sovvenzioni per l’assunzione di sammarinesi e residenti e il cosiddetto reddito di cittadinanza per gli ultracinquantenni: “Interventi anche questi presentati in extremis, senza confronto con le  parti sociali e che, soprattutto nel caso dei sussidi economici ai disoccupati  over50, vanno nella direzione di un umiliante assistenzialismo di Stato piuttosto che nella ricerca di una soluzione occupazionale, anche perché l’attuale regime di completa liberalizzazione delle assunzioni si scontra con il paradosso che a fronte di un aumento dell’occupazione, il numero dei  disoccupati interni, in larga parte donne e ultracinquantenni, è rimasto inalterato”. 

I segretari CSU hanno poi sollevato il rischio che anche sulla riforma delle pensioni il Governo  punti a scavalcare il dialogo con le parti sociali per avviare l’iter legislativo già dalla prossima settimana: “E’ in calendario un incontro per la prossima settimana e il progetto che ci è arrivato in questi giorni va nella direzione sbagliata: più che una riforma che tenta di ridisegnare il futuro del nostro sistema previdenziale,  siamo di fronte ad un pacchetto di tagli che punta semplicemente  a fare cassa:  si presenta il conto a chi in  pensione c’è già, con l’aumento del contributo di solidarietà, e ai lavoratori, con l’aumento delle aliquote, la modifica del meccanismo di calcolo e lo spostamento della quota 100 e quota 106 per poter andare in pensione a 60anni”. 

Anche per questo i segretari Tamagnini e Montanari hanno messo in preallarme il direttivo confederale: “Se sulla riforma previdenziale il Governo forza i tempi, imponendo una politica di austerità a senso unico,  e non si fa chiarezza sulle pesanti incognite che attraversano il sistema bancario è invitabile aprire una nuova stagione di conflittualità”

Nel corso dell’approfondito dibattito si sono affrontati anche i nodi relativi a Banca CIS ed al Progetto di Legge “Strumenti di risoluzione delle crisi bancarie”. Da parte dei Segretari della CSU è stata confermata la necessità di attivare immediatamente, con maggioranza ed opposizione, un approfondito confronto sul progetto di Legge. La CSU ritiene che tale provvedimento potrebbe vedere smussate alcune evidenti criticità ed essere più incisivo rispetto ad una maggior salvaguardia delle risorse pubbliche, dei Fondi pensione e dei risparmiatori, tenendo conto anche della necessità di tutelare dipendenti.

CDLS

 

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